venerdì, 22 Novembre 2024

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Magik Albert: “Che la magia abbia inizio” (INTERVISTA)

Quando l’ho conosciuto mi ha messo una pallina rossa in una mano e, dopo un “sim sala bim”, le palline rosse nella mia mano erano due. La solita domanda su come avesse fatto è sorta spontanea, accompagnata da un’espressione incredula. Ma un vero mago non svela mai suoi trucchi. Un vero mago sorprende, illude, recita, stupisce. Alberto Coffrini, in arte Magik Albert, giovane talento di Parma, classe ’98, l’ha fatto. E non ho potuto lasciarmi sfuggire l’occasione di avvicinarmi ad un mondo affascinante, misterioso e spettacolare. Un mondo non da comprendere, ma da applaudire.

Alberto, come hai scoperto la tua passione per l’illusionismo?
L’ho scoperta all’età di sei anni, quando i miei genitori mi hanno regalato una scatola di magia a Natale ed è stato amore a prima vista. Ho cominciato a fare giochi di prestigio e da quel momento ho sempre chiesto regali riguardanti la magia. Superati i giochi, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere la magiaattraverso libri, così andavo spesso in biblioteca a cercare testi sul tema. C’è stato poi un periodo di circa due anni, in cui ho un po’ messo da parte questa passione, ma poi ho ripreso alla grande partecipando a concorsi e programmi televisivi e tenendo piccoli spettacoli ovunque ne abbia l’occasione.

Pensi sarà questo il tuo futuro?
Non penso sarà questo il mio futuro, ma sarà sempre una passione che porterò con me. Continuerò a coltivarla, dando comunque priorità agli studi, e poi chi lo sa, se crescerà tanto da prevalere su qualcosa di più concreto, ben venga. Non ho ancora un’idea precisa su quello che farò da grande, ho ancora tre anni per rifletterci su, per ora mi godo la mia adolescenza.

Dopo qualche comparsa in TV, su quali altri palcoscenici ti sei esibito?
Mi sono esibito molte volte attraverso un’agenzia grazie a cui ho avuto la fortuna di lavorare anche con i comici di Zelig per quattro serate. Poi ho partecipato al Campionato Italiano di Magia in Valle d’Aosta, riuscendo ad arrivare in finale. Adesso mi esibisco un po’ qua e là, appena ne ho la possibilità o su invito.

Quali caratteristiche pensi debba avere un mago?
Ci sono tanti tipi di mago, per iniziare. C’è il mago comico, il mago classico, c’è il mago moderno. Io, per il mio stile e per la mia personalità, mi riconosco più nel mago classico, nonostante poi i miei giochi richiamino anche lo stile del mago moderno. In generale però un illusionista deve essere spigliato e calmo. L’emozione c’è sempre ed è lei che ti aiuta a non sbagliare e a impegnarti sempre di più, però si impara a domarla. Bisogna essere forti e preparati alle critiche, essere in grado di trasformarle in lezioni e risultati positivi.

Il pubblico è mai riuscito a smascherare un tuo numero?
Partendo dal presupposto che un errore possa sempre capitare, un bravo mago è quello che riesce a deviare velocemente l’attenzione e a condurre così il gioco verso la soluzione. Mi capita qualche volta che a fine spettacolo mi chiedano: “ma hai fatto così, vero?”, e io rispondo nella maniera più evasiva possibile.

Cosa provi quando ti esibisci?
Provo emozioni sia quando mi esibisco che quando assisto ad uno spettacolo. Quando il pubblico applaude me, sento proprio i brividi lungo tutto il corpo ed è davvero bellissimo. Con i riflettori addosso, il pubblico, l’atmosfera, è una sensazione, è il caso di dire, magica.

Hai un idolo a cui ti ispiri?
Jeff McBride. Fa sognare con le sue magie in stile orientale. Uno dei più grandi maghi italiani è invece Mirko Menegatti.

Per finire, lasciaci con una frase da mago…
Noi maghi conosciamo tanti trucchi, ma uno è il più importante: riuscire a far emozionare.

Ecco il video con un’esibizione di Magik Albert .

Cyprien Richardi: ‘Tirate fuori il that’s all che c’è in voi’ (INTERVISTA)

Credit Photo: Facebook

Cyprien Richardi ha dato vita ad un blog di moda che lo vede protagonista a 360 gradi. In cyprienthatsall.com esprime tutta la sua personalità, e cerca di trasmettere a chiunque lo segue quello che per lui rappresenta la moda: il mezzo per fare la differenza in un sistema che ci vuole tutti uguali. Ecco cosa ha raccontato in esclusiva a Blog di Lifestyle.

– Ti conosciamo grazie a al tuo blog cyprienthatsall.com. Ci racconti cosa ti ha condotto ad aprire questo blog? Perché si chiama così?

Cyprienthatsall è nato a febbraio.
Ho avuto un’esperienza precedente con un socio che però è andata male. E così ho deciso di dare vita ad una qualcosa di innovativo è che fosse interamente improntato su me stesso. That’s all è tratto dalla battuta de “Il diavolo veste Prada”.
Quando ho incontrato la Signora Anna Wintour alla Fashion Week di Parigi, a febbraio di quest’anno, l’ho fermata per raccontarle perché il mio blog si chiama così. Lei ha sorriso e mi ha ringraziato tanto.

Ormai that’s all sta diventando un luogo comune per indicare una persona originale e che intende uscire dalla mischia. Quando i miei amici mi dicono: “Cyprien, ho conosciuto una persona che ti somiglia molto.” Io rispondo: “Sì, ma non ha il that’s all”. Quel valore aggiuntivo che vorrei avessero tutte le persone che mi seguono.

– Cosa ne pensi delle nuove tendenze emerse dalle fiere di moda?

Le nuove tendenze sono molteplici. Quello che io adoro è il ritorno del capo sartoriale. Ma cerco di rivisitarlo secondo il mio gusto: amo mixare la classe e l’eleganza allo stile sportivo.

– Come definisci il tuo stile?

Cerco di prendere tutto ciò che il mercato del fashion mi consiglia e di rivisitarlo.
Il sistema ci vuole tutti uguali, mentre io cerco di fare molta ricerca per poter poi rielaborare i capi in base alla mia personalità. Ma si tratta di un lungo percorso interiore ancor prima che esteriore.

– Qual’è il must have di questa estate?

I completi.
Io adoro molto i completi: maglietta o canotta, pantaloncino e giacca. Ma con delle stampe particolari, ricercate. Arricchiti con dettagli che rendono l’outfit fresco, giovane e che rispecchi la propria immagine.

– Quali sono le novità che riguardano la tua sfera del tuo lavorativa?

Cyprien that’s all sta diventando anche un brand.
Sto lavorando per questo adesso. Saremo pronti a gennaio, ma chi segue il mio blog ha già modo di vedere un progetto a cui tengo molto: i papillon. Assieme ai cappelli, i papillon sono uno degli accessori che più amo, e adesso sto lavorando a qualcosa di mio per dare vita ad una collezione molto personalizzata ed esclusiva. Poi c’è in atto anche un altro progetto che uscirà anch’esso a gennaio per l’Expo 2015: biciclette, elettriche e personalizzate. L’idea è di biciclette che possono essere vestite.
Una grande novità sono i miei look interattivi: con un click è possibile acquistare tutto.

– C’è qualcuno a cui ti ispiri per il tuo lavoro? Un modello che segui?

Io non ho miti. Il mito di me stesso sono io. Voglio arrivare a fare delle cose importanti, e per farlo bisogna credere molto in se stessi e vivere intensamente la propria vita: viaggio spesso, e questo è anche un modo per seguire il flusso, ricercare, e rielaborare, per dare vita a qualcosa di esclusivo.

– Saluti i nostri lettori lasciando loro un consiglio?

Cari lettori, cercate sempre di tirare fuori il that’s all che c’è in voi.

I Nirkiop: un fenomeno social di successo Made in Puglia (INTERVISTA)

Nirkiop, fenomeno social di successo Made in Puglia: sono 5 ragazzi con la passione per le risate. Da Taranto con furore hanno preso un sogno e l’hanno trasformato in realtà. Tra video divertenti, film, sorrisi a volontà e tanta simpatia, fanno divertire grandi e piccini grazie a YouTube e i social network. Tentare di far ridere noi stessi con delle cose che fanno ridere voi, si legge sulla loro pagina ufficiale. I Nirkiop si raccontano in esclusiva per Blog di Lifestyle.

Nirkiop. Chi siete? Vi presentate ai nostri lettori?
Salve a tutti. Sono Mirko dei Nirkiop ed assieme ai miei 4 compagni di avventura produciamo video comici ispirati alle realtà quotidiane che ci circondano.

I Nirkiop: un fenomeno social di successo Made in Puglia (INTERVISTA)

Perché avete scelto questo nome?
È un nome che abbiamo scelto 4 anni fa quando eravamo solo un trio ed è un acronimo dei tre nomi Nicola, Mirko e Piero. Man mano si sono aggiunti gli altri due esponenti ma, per scaramanzia, non abbiamo rimodellato il nome con le loro lettere.

Perché avete scelto di intraprendere questa strada? Vi sareste mai aspettati questo successo?
Successo è una parola troppo ingombrante, almeno per me. Il successo lo vedo come un punto d’arrivo e noi siam stati bravi a non fissarli nel nostro cammino. Ci sentiamo avviati e non arrivati.
Abbiamo deciso di intraprendere questa strada perché ognuno di noi voleva dire la propria o raccontare qualcosa. Abbiamo la fortuna di essere tutti diversi a livello recitativo e ciò ci permette di offrire più sfumature nelle varie storie che raccontiamo. Personalmente mi son sempre sentito realizzato quando vedevo sorridere qualcuno per merito mio.

Chi o cosa vi ha ispirato?
La vita stessa è un ottima fonte d’ispirazione, infatti molte delle gag che abbiamo proposto sono rivisitazioni di fatti che ci sono realmente accaduti.

Quanto vi hanno aiutato i social network a crescere in maniera esponenziale?
I social sono i mezzi di comunicazione più diffusi e più efficaci del periodo storico in cui viviamo. Noi abbiamo iniziato su Youtube, che è il più famoso social network specializzato nella sezione video e, per la diffusione in larga scala, ci rivolgiamo a Facebook e Twitter che sono dei social più generici dove la condivisione la fa da padrona. Dobbiamo tutto a questi colossi del web.

Progetti futuri?
Abbiamo tanti progetti futuri, vogliamo dire e dare ancora tanto. Nicola, il nostro sceneggiatore, sta ultimando la stesura del nostro secondo film per esempio e abbiamo in cantiere diversi video già scritti pronti per essere pubblicati su Youtube.

Qual è il vostro video preferito? A quale ricordo siete più legati?
Siamo legati ai video legati agli esami di stato. Il primo, esami di stato 2010, doveva essere l’ultimo video ma fece un boom di visualizzazioni tale da donarci quell’affiatamento che credevamo perso. Dopo quello ne abbiamo fatti altri 5, uno per ogni anno più un “cosa non fare agli esami di stato”.
L’ultimo, il 2014, ha raggiunto in poco tempo il milione di visualizzazioni che ci rende molto fieri ed orgogliosi.
Ricordo con piacere quando gli altri del gruppo mi avvisarono per la prima volta che risultavamo i più cliccati della settimana in un servizio del Tg1. Io puntualmente avevo perso quell’edizione e da quella volta è capitato altre volte che facessero un servizio che parlasse di noi ed io, puntualmente, li ho sempre persi tutti. Spero di perdere tanti altri servizi ancora.

Quanto – e se – è cambiata la vostra vita?
Dopo questi 4 anni sono cresciuto anagraficamente e sono maturato come uomo e, sicuramente, il fatto di allenare giornalmente la creatività ha modellato il mio modo d’essere ma non a tal punto da cambiare o stravolgere la mia vita. Questo lavoro mi ha solo dato il modo di completarmi come persona.

Grazie, e in bocca al lupo – ancora – per la vostra carriera. Vi auguriamo tutto il meglio.

Andrea Passador: ‘da quando scrivo post ironici sul web mi prendono tutti sul serio’ (INTERVISTA)

Credit Photo: Facebook

Andrea Passador è un blogger.
Uno di quei socialite che quando muove la penna sul web fa rumore. I suoi post sono un concentrato di ironia e disamina – pungente – della società moderna. Ma di lui cosa sappiamo? Di certo che è una persona che mantiene le promesse. Presenta il suo blog “L’Oltreuomo” dicendo:

“Sono l’Oltreuomo. Imparerete ad amarmi”

E dato il suo successo in rete non possiamo dire il contrario. Il resto lo ha raccontato in esclusiva a noi di Blog di Lifestyle.

Ti conosciamo per colui che in 20 punti riesce a raccontare in modo ironico e tagliante luoghi comuni che catturano il web. Ma oltre lo schermo, chi è Andrea Passador?

Sostanzialmente un fallito. Vorrei argomentare questa risposta con esempi e aneddoti vari ma l’essere fallito non pretende spiegazioni, è evidente.

“Oltre l’uomo” cosa c’è? A parte una donna che “merita di meglio”, ovviamente.

Questa è la tipica domanda da fare ad una persona intelligente o ad un professore di filosofia. Non essendo nessuna delle due rispondo affermando che secondo me Prandelli doveva convocare Giuseppe Rossi se voleva qualificarsi alla fase finale dei Mondiali.

Ormai sul web sei un personaggio.
Un personaggio noto, s’intende. Ti copiano i post, usano le tue frasi, un giorno ti studieranno sui libri di scuola. Ma in una vita improntata tutta sull’ironia ti capita di non essere preso troppo sul serio?

Sono abituato a non essere preso sul serio quindi il blog non ha fatto altro che esasperare questo aspetto della mia vita, anche se devo dire che paradossalmente da quando scrivo cazzate in Internet mi prendono più sul serio rispetto a prima.

“Attore, scrittore, musicista, poeta, giornalista freelance e attore teatrale” non sei nulla di tutto ciò. Ma cosa sogni di diventare?

Il sogno più recondito della mia vita è continuare a restare “niente di tutto ciò” guadagnando milioni di euro al mese. Se c’è un’epoca in cui tutto ciò è possibile è proprio questa.

Osannato sul web. Attraverso i tuoi post tutte ti amano. Nella vita riscuoti lo stesso successo con le donne?

No perché appena mi vedono in faccia scappano come se avessero visto il fantasma di Gasparri. No scherzo, a chi non piace Gasparri?

“Ironico è bello”.
E se con l’ironia non possiamo salvare il mondo, quanto meno ci salviamo un tuo post. Saluti i nostri lettori?

Saluto i vostri lettori che in questo momento si staranno chiedendo perché hanno intervistato una persona così priva di contenuti e di forma. Avete ragione voi.