giovedì, 19 Dicembre 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Vegan Chalk Challenge, la nuova campagna veg internazionale (Ioveg)

Credits: Vegan Chalk Challenge 'Il veganismo non è una dieta, è un risveglio'

Misteriosi messaggi stanno apparendo in luoghi pubblici di tutto il mondo: sono scritti in gesso e sono sempre positivi. Alcuni sono enormi, elaborati e artistici, altri semplici e diretti. Ma tutti sono focalizzati su di un solo argomento: il veganismo. “La pace comincia dal tuo piatto, diventa vegano” si legge su di un marciapiede in Sud Africa. “Diventa vegano per la vita degli animali e per la felicità di tutto il mondo“, recita un’altra a Castle Rock in Colorado.

Dall’Australia al Messico, passando per l’India e per la Germania, questi messaggi pro-vegan stanno proliferando ovunque, ma da dove sono partiti? Pare che l’idea per la campagna sia stata di un vegano di Raleigh in North Carolina, James DeAlto: “Avevo questa domanda che continuava ad assillarmi: ‘Cos’altro posso fare?’ – spiega l’attivista e videomaker americano – Così, un giorno, mentre passeggiavo col mio cane ho pensato: ‘C’è dell’asfalto qui. Perché non scriverci un messaggio?’. Avrebbe continuato ad essere visibile il giorno dopo, ma anche una settimana dopo, in modo da essere letto da sempre più gente. E poi, ho pensato che ci sarebbero potute essere anche altre persone che sarebbero state d’accordo a farlo anche loro“.

È stato così che la campagna Vegan Chalk Challenge ha visto la luce come evento Facebook nel Settembre del 2015: ad aderirvi, più di 1.200 persone, che hanno cominciato a bombardare la posta privata di James con le foto scattate ai messaggi scritti in gesso sugli asfalti di parcheggi, strade, luoghi pubblici. Quelle postate sulla pagina ufficiale riportano anche l’hashtag #VeganChalkChallenge.

L’obiettivo dell’iniziativa, secondo DeAlto, consiste principalmente nel divulgare consapevolezza e nel “ricordare alle persone che la parola con la V esiste eccome“, ma in un modo che non dev’essere per forza considerato invasivo o offensivo nei confronti dei carnivori. “Non è affatto una gara“, puntualizza James. “Anche distribuendo volantini, puoi essere considerato come qualcuno che vuole costringere gli altri a fare cose che non vogliono. Con questi messaggi, le persone hanno l’opportunità di scegliere se fermarsi e dare considerazione al messaggio o semplicemente continuare dritto per la propria strada. Chiunque abbia scritto un messaggio, poi, non è neanche più lì quando viene letto dagli altri: così non c’è nessun pregiudizio legato alle apparenze o alle impressioni che una persona può suscitare in un’altra“.

E, visto che il gesso è comunemente associato all’infanzia, DeAlto si augura che soprattutto i bambini vengano attratti da questi messaggi e, di conseguenza, entrino in contatto con l’idea di veganismo. Stando alla sua esperienza diretta, i piccoli hanno sempre cominciato a giocare al gioco della campana mentre scriveva i messaggi in gesso sull’asfalto.

Un risvolto inaspettato, invece, è stato notare quanto edificanti questi messaggi siano risultati per gli altri vegani. “Non è sempre facile essere vegani e c’è ancora un certo stigma che ne consegue, perciò spesso la gente si sente etichettata“, continua James, nel commentare come gli altri vegani abbiano espresso la loro entustiastica approvazione vedendo i messaggi scritti per strada.

All’oggi, con una nuova campagna lanciata per il 2016, DeAlto si augura che i vegani in tutto il mondo si procurino una scatola di gessetti e si mettano all’opera. “I vegani sono così impegnati nell’astenersi dal far male agli animali, perché non potrebbero impegnarsi nel diffondere e promuovere il veganismo?” si chiede l’attivista. “Mi piace l’idea di intraprendere un’azione collettiva. È un modo gioioso e colorato di divulgare un messaggio di pace, d’amore e di non violenza“.

Finora, le persone che hanno aderito alla nuova chiamata di ‘gessattivismo’ di DeAlto sono quasi un migliaio: le foto dei loro messaggi apparsi in tutto il mondo vengono regolarmente pubblicate sulla pagina ufficiale del Vegan Chalk Challenge su Facebook. Cosa aspettate a cliccare ‘mi piace’ e a condividere i vostri slogan?

Rapporto Coop 2015: vegani in aumento e nuovi trend

Secondo l’ultimo rapporto Rapporto Coop, che ha dedicato un capitolo intero a quello che hanno definito “cibo della rinuncia”, i vegani d’Italia sono in aumento. L’analisi, che indaga i cambiamenti delle pratiche alimentari e degli stili di vita degli abitanti del Bel Paese nell’arco dell’ultimo anno, ha messo in luce l’evoluzione che l’Italia sta attraversando in quanto a dieta e a nutrizione.

I vegani, nello specifico, sono pressoché un milione e mezzo; i vegetariani, invece, sei milioni, andando a costituire una percentuale del totale dei consumatori che si aggira intorno al 10%. Accanto a questi, poi, andrebbero considerati anche i fruttariani, i crudisti e i seguaci della macrobiotica.

Ma non è finita qui, perché dallo studio si evince che ci sono diversi nuovi costumi che hanno preso piede in Italia. Si tratta di nuove tendenze alimentari, per le quali sono stati appositamente coniati dei neologismi: dai pollotariani, che hanno del tutto abbandonato la carne rossa soprattutto a seguito dell’allarmante rapporto dell’OMS in ottobre, ma che non hanno rinunciato alla carne bianca (tacchino, pollo, coniglio), passando per i pescetariani, che sono quanti mangiano vegetariano con la sola aggiunta del pesce, per i cosiddeti locavori, cioè coloro che consumano soltanto quei prodotti alimentari che provengono da produzioni locali, ubicate quindi nel raggio di non oltre 200 km, fino ad arrivare ai paleolitici, che sarebbero quanti si cibano soltanto di quegli alimenti presenti in natura all’epoca degli uomini primitivi o che questi stessi si sarebbero procurati tramite la caccia.

Pare, comunque, che tali cambiamenti alimentari in atto siano dovuti più alla preoccupazione per il proprio benessere fisico che a ragioni di tipo etico.

I 10 migliori film veg che vi faranno abbandonare la carne per sempre (IoVeg)

Credits: www.cowspiracy.com

I film non sono solo dei mezzi di intrattenimento, ma possono rappresentare un efficace medium per diffondere la propria ideologia, dare maggiore consapevolezza a chi ci sta intorno e portare la propria causa di fronte a un pubblico più grande.

Eppure, sul fronte vegano non ci si imbatte troppo spesso in pellicole provocatorie che sfidano gli spettatori a ricredersi sulle proprie abitudini alimentari e a interrogarsi sullo stile di vita che si conduce da quando si è bambini.

Abbiamo, pertanto, stilato una lista della top 10 dei film veg e dei documentari che possono avere maggiore impatto su cosa si compra e si consuma – in termini tanto di salute quanto di etica e di rispetto dell’ambiente.

1. Earthlings (2005)

Girato da Shaun Monson e narrato dalla voce di Joaquin Phoenix, Earthlings (‘Terrestri’) è un film documentario prodotto dalla Nation Earth che ritrae il terribile trattamento riservato agli animali. Per i 95 minuti della sua durata, le telecamere nascoste vi porteranno oltre le porte, sempre chiuse, dell’industria della carne e dei suoi orrori.

2. Vegucated (2011)

Vegucated è un documentario a sfondo sociale ma comunque comico, incentrato sulla storia di 3 ragazzi onnivori di New York che si organizzano per diventare vegani per 6 settimane per perdere peso e trarne altri benefici al livello di salute. Nel corso della loro avventura vegana, però, scopriranno il lato oscuro dell’allevamento animale e, all’improvviso, si ritroveranno contro l’industria alimentare che avevano difeso fino a qualche settimana prima della loro decisione.

3. Live and let live (2013)

Questo splendido documentario di Marc Pierschel si snoda attraverso una serie di interviste realizzate a vari vegani, andando a indagare le ragioni che spingono ad abbracciare la filosofia vegana, siano esse legate a questioni di salute, di ambientalismo o di etica animalista. Il film raccoglie le testimonianze di 6 persone che sono diventate vegane per sempre: quanto toccante può essere vedere un macellaio trasformarsi in uno chef veg?

4. Peaceable Kingdom (2004)

Questo pluripremiato documentario di 70 minuti racconta la storia di vari allevatori tradizionali che si trovano costretti a riesaminare il proprio rapporto con gli animali. È commovente vedere come questi allevatori diventino vegani, per poi creare addirittura un rifugio per gli animali abbandonati o bisognosi di aiuto. Esiste anche una versione più recente del film, realizzata dallo stesso produttore (James LaVeck) e dallo stesso regista (Jenny Stein) nel 2009 con un cast diverso, intitolata ‘Peaceable Kingdom: The Journey Home’.

5. Cowspiracy: The sustainability secret (2014)

Cowspiracy è un documentario realizzato tramite crowdfounding, co-prodotto e co-diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il film cerca di analizzare le politiche portate avanti da varie organizzazioni ambientaliste come Greepeace e Rainforest Action Network, gettando ulteriore luce sull’impatto ambientale dell’allevamento animale intensivo.

6. Forks over knives (2011)

Forks over Knives è un documentario più concentrato su aspetti salutari dell’alimentazione, in quanto mostra sulla base di prove acclarate la stretta relazione esistente tra lo sviluppo di malattie degenerative e la dieta carnivora. La pellicola è stata realizzata con la collaborazione di un team di dottori e ricercatori per mettere in evidenza dolori e sofferenze comuni legati a obesità e diabete, patologie all’ordine del giorno ormai in America proprio per sostenere quanto esse potrebbero essere ridotte adottando una dieta a base di vegetali.

7. Simply Raw: reversing diabetes in 30 days (2009)

Simply Raw esamina il nesso tra il crudismo e il diabete. Il documentario si sviluppa intorno a 6 americani che soffrono di diabete, che passano a una dieta vegana per 30 giorni, mostrando risultati sorprendenti in quanto al calo dei livelli di zuccheri nel sangue e di riduzione della dipendenza da insulina.

8. Fat, Sick and Nearly Dead (2010)

Un film ispirante che testimonia il cambiamento di un australiano in sovrappeso, Joe Cross, il quale soffriva di una rara malattia autoimmune. Nonostante i medici non gli avessero dato più speranze, Joe decide di ristabilire la sua salute per conto suo, dandosi completamente a una dieta a base di soli succhi di frutta e verdura per un paio di mesi. I risultati? A dir poco sorprendenti.

9. Speciesism: The Movie (2013)

Si tratta di un documentario che si incentra innanzitutto sull’allevamento animale, con stralci di filosofia nel corso di tutta la pellicola sull’influenza che gli animali hanno sul mondo umano. Il regista Mark Devries ha insomma voluto indagare il mondo dell’allevamento, riferendo il titolo Speciesism al termine coniato dallo psicologo britannico Richard Ryder negli anni ’70 per asserire l’inferiorità degli animali rispetto agli esseri umani, nell’intento di rovesciarne del tutto il significato.

10. Unity (2015)

È un documentario uscito relativamente da poco, considerato un sequel del famoso documentario di Shaun Monson del 2005, Earthlings. Uscito ufficialmente negli USA ad Agosto, il film analizza le ragioni per cui il genere umano non è stato in grado di vivere in armonia con gli altri abitanti del pianeta, nonostante i grandi progressi realizzati in campi quali filosofia, religione e tecnologia.

Veganuary: tutti vegani per un mese (IoVeg)

Un nuovo anno è iniziato: alcuni si sono ripromessi di perdere peso, altri di farla finita con gli alcolici, ma il proposito più gettonato per il 2016 è senz’altro quello di “mangiare in maniera più salutare”. In migliaia nel mondo intero, però, hanno deciso di spingersi un po’ più oltre, abbandonando la carne e i prodotti di derivazione animale per almeno un mese: sono almeno 20.000, infatti, le persone che hanno aderito alla campagna di Veganuary, che appunto incoraggia le persone ad abbracciare il veganesimo per il mese di Gennaio.

Quanti hanno fatto grandi abbuffate durante le feste potrebbero essere molto affascinati dall’idea di partecipare a quest’iniziativa e potrebbero non essere i soli: gli organizzatori di Veganuary, che quest’anno giunge alla sua terza edizione, prevedono che i partecipanti questo Gennaio saranno almeno 50.000, di cui circa la metà resteranno con alte probabilità vegani.

La campagna ha come suo primo obiettivo quello di persuadere le persone a cercare di vivere senza consumare carne, pesce e prodotti animali, come quelli caseari, per un periodo prolungato della propria vita. Quel che resta da fare è, perciò, darsi a una dieta a base di verdure, frutta, farine integrali, legumi e ‘grassi buoni’, come quelli contenuti nelle noci, nei semi, nell’avocado e nell’olio d’oliva.

Non si tratta soltanto di vivere una vita più salubre” ha dichiarato Jane Land, la fondatrice di Veganuary. “Diventare vegani apporta grandi benefici anche all’ambiente e contribuisce a ridurre la crudeltà perpetrata ai danni degli animali. Sul piano della salute, poi, più del 75% delle persone che hanno provato negli anni passati a diventare vegane per un mese hanno riportato grossi miglioramenti, affermando di dormire meglio e di aver perso in media 2 chili e mezzo dopo aver cominciato questo tipo di dieta“.

Veganuary è una campagna di respiro internazionale: la maggior parte di quanti vi aderiscono risiede in America, ma neanche l’Europa scherza, con il Regno Unito al secondo posto con un numero di partecipanti che ha superato i 3.200 l’anno scorso.

Tra i sostenitori di Veganuary si possono contare svariate celebrità, tra cui la stilista Vivienne Westwood e il poeta Benjamin Zephaniah, il quale ha affermato che “Aderire a Veganuary è un bel modo di iniziare l’anno e potrebbe addirittura rappresentare l’inizio di una nuova vita. Vi sentirete molto meglio“. Ad ogni modo, gli esperti raccomandano alle persone che prevedono di intraprendere un regime alimentare più sano a lungo termine di farlo un po’ alla volta, piuttosto che cimentarsi in cambiamenti radicali dall’oggi al domani.

Gli organizzatori di Veganuary sostengono che l’ondata di sostenitori del veganismo registrata negli ultimi tempi rispecchia una crescente consapevolezza rispetto al fatto che le abitudini alimentari possono davvero contribuire a ridurre la crisi alimentare internazionale.

Gli allevamenti animali e la produzione di cibi di derivazione animale sono i maggiori responsabili dell’emissione di diossido di carbonio, e dunque dell’inquinamento dell’ambiente. Gli organizzatori dell’evento, però, hanno segnalato che la motivazione primaria per quanti scelgono di diventare vegani è comunque di natura animalista.

Chiediamo sempre a quanti aderiscono a Veganuary le motivazioni che li spingono a farlo: negli ultimi due anni, gli animali hanno rappresentato la ragione principale per la stragrande maggioranza dei partecipanti, con la salute al secondo posto e l’ambiente al terzo“, ha detto Clea Grady, marketing manager di Veganuary. “C’è sempre più consapevolezza riguardo a come trattiamo, impieghiamo e abusiamo degli animali, e questa consapevolezza cresce di anno in anno. Sappiamo comunque che, qualsiasi sia la ragione scatenante, una volta intrapresa la via del veganismo i vari piani finiscono col sovrapporsi“.

Alcuni nutrizionisti sostengono che gli esseri umani non possono ricavare tutti i minerali e le vitamine di cui hanno bisogno da una dieta vegana. Ma la Grady asserisce che la dieta vegana può essere equilibrata, eccome: “Basta avere una guida e approfondire di più certi aspetti, ed è ciò su cui Veganuary si è specializzato: la sezione Salute e Nutrizione su Veganuary.com è a firma di medici e nutrizionisti qualificati, perciò siamo certi delle informazioni che forniamo. A ciò, affianchiamo le guide pratiche su cosa mangiare e cosa sostituire, dimostrando quanto semplice possa essere intraprendere uno stile alimentare sano“.