lunedì, 18 Novembre 2024

Lady A

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C'è una pillola per dimagrire, una per dormire, una per ringiovanire. E poi una per fare l'amore: quella pillola è Lady A. Perché all'amore servono consigli, così come alle persone serve fare l'amore.

Se fai bene l’amore non ti dimenticheremo mai (LADY A)

Quando ami tutto diventa improvvisamente gradevole, felice, incantato. Quando ami il mondo ti sembra colorato, l’ottimismo è il profumo della vita, ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao. Più o meno come dopo un orgasmo. Quando sei felice e ti sei dimenticata per qualche minuto (è una sfida, cari uomini) del lavoro in ufficio, dell’ex vipera del tuo fidanzato, dei kg che non riesci a perdere.

E non è solo perché è bello. Non è perché fa dimagrire o perché si deve fare per forza. No, affatto. È perché ti resta addosso, sulla pelle, durante il giorno e anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora. È perché non ne avremo mai abbastanza, se lo fai bene. Ci basterà ripensare all’ultima volta per sentire la pelle d’oca. Perché durante il sesso ci si stringe, ci si possiede, ci si sfiora nel profondo. E da una cosa così non si può tornare indietro. A meno che non sia terribile. A quel punto interverranno a rimuoverlo l’amor proprio e lo shock post trauma.

E no, non è mica facile trovare la persona che è stata creata per fare l’amore con te. È difficile e più astratto della semplice e copiosa esperienza sui materassi. Si può essere particolarmente talentuosi da soli, ma quando toglie il fiato è perché si è perfetti in due. Perfetti di una perfezione tale che permetta di farlo anche con gli occhi, con le mani che si sfiorano, con le parole. Perfetti di una perfezione che ti faccia passare tutto il giorno a desiderare di fare l’amore con lui. E lui lo stesso.

Fare l’amore fa bene all’amore. E se lo fate bene, noi non vi dimenticheremo mai. Perché quando l’hai scoperto non ne puoi più fare a meno. Diventa il termine di paragone della tua intimità. Come quando scopri un dolce buonissimo e quando hai voglia di dolce poi vuoi sempre e solo quello.

Così io rivoglio sempre te. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.

Perché fai bene l’amore, come e forse più del resto. E non ti dimenticherò mai.

Quello che le donne non dicono (LADY A)

Hai ragione”, “mi vedo magra”, “simpatica la tua amica”: secondo la leggenda, nessuna donna ha mai pronunciato una di queste frasi a un uomo. Il suo uomo. Perché si sa, diciamo tante cose, ma mai quelle che il nostro lui vuole sentirsi dire. Perché quello che le donne non dicono, lo urlano, lo rinfacciano, se lo legano al dito. O perché quello che non diciamo, in alcuni casi, probabilmente non può essere detto. Per ripicca, spesso, perché vorremmo iniziaste voi a parlare dell’argomento tabù, una volta tanto. Per fare le misteriose, perché ce ne vergogniamo, perché ci fa ancora soffrire, perché faremmo soffrire voi e il vostro ego smisurato.

Quindi no, cari mariti, compagni, amanti, amici, non vi diremo con quante persone siamo state a letto. Saremo sempre lì, noi donne, a far finta di contare sulle dita di una mano, ma nessuno, eccetto il nostro ippocampo, saprà mai con precisione certosina il numero di partner con cui abbiamo condiviso l’intimità. Perché è passato, perché i motivi sono tanti, perché i ricordi a volte fanno male e rovinano il presente.

Non vi parleremo delle nostre esperienze sessuali, perché si chiama intimità e beh, se non siamo Nina Moric, deve restare tale per definizione. Ogni esperienza è diversa e ci segna, ci insegna, ci aiuta a comprendere cosa ci piace, cosa no. Aiutateci anche voi, senza stare lì a giudicare il nostro grado di esperienza.
Non vi confronteremo con i nostri ex, solo perché sapere che lo usate meglio vi farà dormire bene stanotte. Così come non vi diremo se a letto siete bravi o no: insomma, cari, si vede.
Non vi diremo che vi odiamo quando guardate le altre, perché dirvelo non eliminerà l’istinto muscolare che si aziona al passaggio di ogni quarta coppa B. Faremo semplicemente esplodere un terzo conflitto mondiale se superate la torsione della bambina dell’esorcista. Ma con discrezione.
Non vi diremo che non sopportiamo nessun essere di sesso femminile che vi si avvicini nel raggio di cinque metri. E non è misoginia, è proprio che non si devono avvicinare se ci tengono alla giugulare. Ma noi saremo sempre lì, con un sorriso falsissimo stampato sul viso, a dirvi tra i denti “non sono gelosa, nessun problema”, dandovi così solo il tempo materiale per scappare.

Non vi diremo che sarebbe meglio se vi ingozzaste come tacchini adesso, perché no, noi non cucineremo mai come la vostra mamma ed è meglio che siate preparati ad anni di tentativi ed esperimenti, per la maggior parte non riusciti.
Non vi racconteremo le storie che ci hanno fatto soffrire, perché siamo lì con voi e non c’è posto per nessun altro in quel momento, neanche per i ricordi.
Non elencheremo cosa non ci piace di voi, perché siamo così innamorate che ci piace tutto. E anche perché c’è tempo per rinfacciarvi ogni cosa: a cosa serve il matrimonio, se no?
Non vi diremo se abbiamo raggiunto l’orgasmo o se abbiamo provato i vocalizzi per la prima a La Scala, ubicata di solito nella nostra cabina doccia. E non ve lo diremo perché ci piace che restiate lì a crogiolarvi nel dubbio. Perché magari ogni volta avete un motivo per impegnarvi un po’ di più.

Non vi diremo tante cose, ma l’elenco del detto resterà insuperabile. Perché alla fine, quello che le donne non dicono, l’hanno già fatto. Così cari mariti, compagni, amanti, amici, un consiglio: preoccupatevi di quello che le donne non dicono, prima di lamentarvi dell’infinita mole di quello che dicono.

Siamo donne, non mantidi religiose (LADY A)

Non è vero che le mantidi religiose sono verdi: gli uomini ne hanno davanti di more, rosse, bionde, con le meches o lo shatush, ogni giorno. Perché quando le mantidi religiose erano lì a servire la colazione a letto ai loro mariti, noi eravamo già qui, a maltrattare i poveri maschietti. Senza ritegno e senza minimi sensi di colpa che ricordino che sì, apparteniamo al genere umano, noi donne. Poveri uomini. Perdono la testa per noi, ma a noi non basta, dobbiamo anche strappargliela via. Proprio come le mantidi, quegli insetti dalla sessualità cannibale che spaventano il sesso forte e consentono al sesso debole di credere che in natura ci sia ancora qualcosa di giusto.

Al primo appuntamento ci descriviamo simpatiche e solari, e magari è vero, ma poi saremo anche st****e per tutti gli altri. Ma questo loro non lo sanno. Si lasciano abbindolare da una minigonna, un sorriso smagliante e un push-up ben assestato, dimenticando per un momento che dovranno comprare tutto il pacchetto. Un pacchetto fatto di rancori, gelosie, scenate isteriche, e “chi diavolo è quella lì?”. Un pacchetto che finirà con il tarpare le ali della nostra povera vittima e che andrà a provocargli strazianti sensi di colpa anche durante la partita di campionato della sua squadra del cuore.

E non so se questo meccanismo si inneschi da bambine, quando al posto della cicala, a cantare per la formica c’era un quartetto di mantidi, fatto sta che, crescendo, la situazione non è cambiata. Perché poi abbiamo imparato che con qualche lacrima e una scenata che neanche a Broadway, lui finirà per sospirare e accontentarci. Per questo, in un rarissimo impeto di assoluto maschilismo, vi chiedo: di grazia, la smettiamo?

Smettiamola di controllarlo, di contargli il numero degli ammiccamenti oculari o il numero di ragazze che saluta per strada. Smettiamola di cronometrargli il tempo che dedica a qualcos’altro che non siamo noi. Ché a noi serve una persona felice accanto, non un manichino che ci regga le borse durante lo shopping. E in che modo può farci stare meglio osservarlo mentre sacrifica pezzetti di sé? Ve lo dico io, in nessuno. La verità è che sappiamo essere buone come una clarissa cappuccina dopo i voti, ma anche st****e come una comitiva di mantidi dopo l’accoppiamento. Li scegliamo, facciamo sì che ci venerino, pretendiamo di trasformarli, lo facciamo e poi non li vogliamo neanche più. Perché non assomigliano neanche da lontano alla persona che avevamo scelto. Perché sono persone completamente annichilite.

Libertà di coppia, non significa che lui può fare esattamente tutto ciò che vuole lei: stampiamocelo bene in testa. Insegniamogli piuttosto che l’amore non basta, ma c’è bisogno di attenzioni, comunicazione, fiducia. Siamo donne, non mantidi religiose.

L’intimità non è solo questione di sesso (LADY A)

Passiamo interi periodi della vita a sfilarci calzini come fossero autoreggenti, perché è l’atteggiamento quello che conta. Poi il motivo per mettere autoreggenti vere arriva e le aspettative salgono su un piedistallo altissimo, rischiando di precipitare rovinosamente al suolo. Perché sì, è bello ma non simpaticissimo, è simpatico ma non bellissimo: insomma, gli mancherà sempre qualcosa, come mancherà a noi.

Ma l’amore fa perdonare le mancanze e fa amare profondamente le presenze. Solo una mancanza non riusciremo a perdonarla mai: tanto sfiancante, intenso e salutare sesso. Perché insieme alle attenzioni, alla fiducia e all’amore, il sesso è il pilastro di una relazione. È il metro che misura l’attrazione tra due anime.

E a quelli che “il sesso non è fondamentale” farei una gigantesca e fragorosa pernacchia. Perché? Perché fare l’amore è unione, condivisione, è l’apice del cercarsi, è trovarsi con i cinque sensi (forse anche qualcuno in più), tutti lì, presenti, di colpo. È un punto dal quale non si torna più indietro. È il punto da cui si va parte, altrimenti ciao. Chi dice di riuscire a farne a meno, si sta solo accontentando di un rapporto a metà.

E chi l’ha detto che per fare l’amore bastano due corpi? Il sesso fa solo parte di un ingranaggio ancora più grande e ancora più complesso: quello dell’intimità. L’amore è chiassoso e pretenzioso, e spesso promette hic et nunc cose più grandi di lui, di noi, di tutto. Più discreta è l’intimità, spontanea complicità che anche chi ne è fuori avverte. L’intimità è una questione di testa e di chimica, per questo molti ne sono tagliati fuori. La riconduciamo alla mera fisicità, ma è infinitamente più complessa. È lei che ti fa pensare, anche solo per un momento, “sì è lui“. È lei che ti fa essere esattamente lì dove sei, in maniera pura, spensierata e serena.

Secondo un sondaggio condotto da un sito di dating online, una donna su cinque mette in discussione la propria relazione se l’intesa tra le lenzuola non è perfetta, esattamente come farebbe un maschio su tre. E sì, parliamo dell’atto fisico in sé, ma fino ad un certo punto. Perché la sessualità inizia dalle attenzioni quotidiane, dagli atteggiamenti che ogni giorno assumiamo nei confronti del partner. E ok, Richard Gere in Ufficiale e Gentiluomo magari ha distorto la nostra idea di gentleman, ma chi ti cerca tra la folla con gli occhi, chi coglie ogni momento per accarezzarti impercettibilmente, chi ti ha sempre lì, tra i pensieri, esiste, ed è la nostra metà. Quella che abbiamo scelto.

Dunque, alla domanda “quanto conta il sesso in una relazione?”, io rispondo che a fine giornata dovremmo tutti voler tornare tra le braccia di chi amiamo e fare tanto, sfiancante, intenso e salutare sesso. Esattamente come dovremmo pretendere occhi che ci guardano, mani che ci sfiorano e pensieri dedicati a noi durante tutto il resto del giorno. Ogni singolo giorno.