venerdì, 5 Dicembre 2025

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Tante idee per un addio al nubilato da sogno

Un addio al nubilato è una festa tenuta in onore di una donna in procinto di sposarsi, nei giorni immediatamente precedenti le nozze, nella quale viene celebrato simbolicamente il suo abbandono della condizione di nubile dalle sue amiche più strette. Tradizionalmente l’addio al nubilato è organizzato dalla testimone della sposa assieme alle sue amiche più strette.

Ma effettivamente cosa vuol dire per la futura sposa celebrare l’ultima sera da non-sposata?
Ebbene è un rito di passaggio che tutte le donne, dal momento del fidanzamento ufficiale, aspettano intrepide. Festeggiare con le amiche di sempre, divertirsi tra scherzi e giochi, mangiare a più non posso e bere come se non ci fosse un domani, sono gli ingredienti basilari.

Ma se si volesse fare qualcosa di particolare per la futura sposa? Un addio al nubilato chic? Sexy? In stile parigino? Magari londinese?

Bene ecco qui tante idee per una festa coi fiocchi.

Primo fra tutti c’è di certo la festa ispirata a “Sex and the city“. Essere Carry per un giorno in una location arabeggiante è senza dubbio il sogno di ogni donna. Ecco l’occasione giusta.
Per la prima proposta bisogna lasciarsi sedurre dalle atmosfere orientaleggianti, dove suk, tende, cuscini, turbanti e soft-drink da sorseggiare ghiacciati in bicchieri alti creano un’atmosfera esclusiva.
Ma anche l’abito vuole la sua parte: maxi dress, fantasie orientali e colori chic saranno gli accostamenti giusti.

Ma per le più romantiche ecco qui le dritte per creare un addio al nubilato ispirato alla città dell’amore: Parigi.

Tanti dettagli eleganti e raffinati declinati in uno dei colori più in voga del 2014 come il radiant orchid, abiti eleganti e un trucco sobrio. Per entrare ancora di più nel mood parigino, si può ricorrere a piccoli elementi decorativi simbolici, come la Torre Eiffel o le boccette di Chanel n°5 con cui creare originali segnaposti. Non possono di certo mancare delle gustose merende a base di macarons o bignè.

Mai sentito parlare di Personal Sexy Shopper? Una figura professionale nata un po’ in sordina, che sta però riscuotendo un successo incredibile, grazie alla sempre più grande emancipazione delle donne nel campo del sesso e del piacere femminile. Ed ecco qui che un semplice addio al nubilato può diventare una festa grandiosa e piacevole.

Il Sexy Personal Shopper è un po’ fuori dal normale perchè è un consulente a tutti gli effetti, in grado di fornire consigli di seduzione e bellezza per stare bene con il proprio corpo e stuzzicare il proprio partner, oltre a mettere a disposizione un vasto campionario di ironici sex toys.

Direttamente dall’Inghilterra ecco una bellissima e romantica idea per festeggiare l’addio al nubilato in maniera molto English e dolce. Un pomeriggio all’insegna dei vecchi ricordi, accerchiate dalle amiche più intime, il tutto accompagnato da tazze di tè fumante e dolcetti sfiziosi.

E infine tre chicche che non passeranno mai di moda, soprattutto per quelle spose glamour, fashion addicted e sempre pronte a divertirsi.

Prima: L’Aperi-shopping adatto alla sposa super fashion, per la quale niente può essere più azzeccato che organizzare una giornata, o una serata di shopping presso negozi e boutique riservati esclusivamente alla sposa e alle sue accompagnatrici. Un aperitivo esclusivo durante il quale potrete scegliere, provare e acquistare vestiti sorseggiando gustosi cocktail e bevande.

Seconda: Il servizio fotografico. Gli ingredienti? Un gruppo di amiche strette, la sposa, un set fotografico spettacolare, un fotografo professionista ed ecco la cornice perfetta per trasformare la festa di addio al nubilato in un fantastico photo-shoot.

Terza: per chi desidera restare tra le mura di casa, perché non organizzare un bell’incontro con un make up artist che vi insegni i segreti del trucco fai da te o con uno chef per un corso di cucina creativa?
Ovviamente in compagnia delle amiche più care che di certo non mancheranno nel fare qualche scherzo alla mal capitata sposa.

Tutto per avere un addio al nubilato da urlo.

Walt Disney da “Re dell’infanzia” a “Principe oscuro”

Walter Elias Disney, meglio noto come Walt Disney, nacque nel 1901, a Chicago. É stato uno dei personaggi più brillanti e influenti del secolo scorso e lui dobbiamo la creazione di Disneyland, il più famoso parco a tema. Non solo, fu il primo ad accostare nel cinema la musica alle immagini, fu produttore, regista, sceneggiatore e doppiatore. Showman a tutto tondo nel campo dell’intrattenimento, ancora oggi il record di nomination all’Oscar, cinquantanove, appartiene ai suoi film
Questo è quello che tutti sanno sul creatore dei mille cartoni che hanno fatto sognare, emozionare grandi e bambini.

Ma al di là della magia di cui sono ricchi gli amati cartoon, con uno studio dettagliato non sembrano più essere tanto innocenti come si crede.
Ormai si sa che nei capolavori Disney sono stati inseriti messaggi subliminali, esponendo così i bambini al sesso fin dalla tenera età.
Ma sembra che nei cartoni animati ci siano anche altri significati nascosti.

Studiando Walt Disney si capisce ben presto che costui è stato un vero e proprio “genio del male”.
A smascherare la vera natura del più grande produttore ci ha pensato la biografia non autorizzata di Marc Eliot, nel libro “Walt Disney: il principe oscuro di Hollywood“, che il New York Times si apprestò a studiare a fondo, verificandone la veridicità dei contenuti.
Da quelle pagine si scoprì la personalità di un uomo alcolizzato, nevrotico, depresso, impotente, e razzista.
Ma questo non era certo un segreto. Sapevano tutti che nell’equipe della Disney, per volere del capo, non potevano entrare a farne parte persone di colore ed ebrei.

Ma il vero problema non è di cosa soffrisse il grande Walt, ma i messaggi subliminali che ha introdotto nei cartoni animati.
Cosa sono i messaggi subliminali?
Sono quei messaggi che percepisce la mente e non l’occhio, quei messaggi che evocano un concetto o un oggetto apparentemente diverso da ciò che stiamo osservando.
E i cartoon ne sono pieni.
Qualche esempio?

Biancaneve e i 7 nani

A rifletterci bene, il nome della protagonista è tutto un programma. Di fatti Biancaneve significa “snow white“, ovvero neve bianca, cioè niente popò di meno che la cocaina.
E i 7 dolci nani? Il loro nomi rappresentano i principali effetti dannosi derivanti dall’assunzione di cocaina.
Sebbene la storia sia stata raccontata dai fratelli Grimm nel 1812, quando la cocaina ancora non era stata sintetizzata, fu la Disney a dare ad ogni personaggio una caratteristica e un nome distintivo nel 1937.

Cucciolo, in inglese “Doopey“, cioè sfatto: è il primo sintomo della dipendenza da cocaina, trascuratezza e instabilità.
Brontolo, in inglese “Grumpy“, cioè irritabile: intrattabile, rappresenta l’astinenza.
Eolo, in inglese “Sneezy“, ovvero che fa starnuti: le conseguenze dell’abuso di cocaina sull’apparato orofaringeo e nasale.
Gongolo, in inglese “Happy“, allegro: rappresenta lo stato di euforia temporaneo.
Mammolo, in inglese “Bashful“, cioè schivo: il disagio del cocainomane che evita rapporti umani e sociali.
Dotto, in inglese “Doc“, dottore: saccenza e sensazione di onnipotenza.
E infine il dolce Pisolo, in inglese “Sleepy”, assonnato: l’ultimo stadio, stanchezza e dolori articolari.

Winnie The Pooh

Il dolce orsacchiotto ghiotto di miele e i suoi fantastici compagni di avventura non hanno riferimenti sessuali, o pro cocaina, ma a disturbi mentali/metabolici:
Christopher Robin: Schizofrenia.
Un malfunzionamento nella percezione della realtà che è sicuramente evidente nel bambino protagonista, che lo porta ad avere allucinazioni in cui immagina che i suoi giocattoli sono vivi e gli parlano.
Winnie The Pooh: Bulimia.
La bassa autostima di Pooh è il risultante psicologico nel suo eccessivo bisogno per il miele.
Pimpi: Disturbo d’ansia generalizzato.
Una condizione mentale in cui ogni cosa è fonte di stress. Il maialino diventa eccessivamente nervoso diverse volte e questo è evidente nel modo in cui le orecchie sottilmente si contraggono.
Tigro: Sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Il tigrotto è affetto da ADHD, non riesce a controllare la sua iperattività ed è estremamente impulsivo.
Tappo: Ossessivo compulsivo.
Un disturbo d’ansia in cui la persona soffre di pensieri ossessivi e tendenze compulsive. Questi possono essere visti nel coniglietto con azioni incontrollabili come la pulizia a livello estremo.
Uffa: Disturbo Narcisistico di Personalità.
Il gufo è eccessivamente preoccupato di se stesso. Crede di essere l’animale più intelligente, e per alcuni soffre anche di Dislessia.
Ih Oh: Depressione.
Stato mentale caratterizzato da un sentimento sconsolato e cupo e mancanza di attività.
Kanga: Sindrome della Leonessa.
Madre iperprotettiva, è chiaramente ossessionata dal controllo del suo piccolo Ro.

Un capitolo a parte è dedicato ai messaggi sessuali della Disney:

Il Re Leone

Da un fermo immagine della scena in cui Simba si sdraia e fa sollevare della polvere, si nota come queste invece di sollevarsi in cielo normalmente, creino uno scritta piuttosto decisa.

Si nota anche come la conformazione della faccia del docile leoncino mostrino la silhouette di una donna.

Bianca e Bernie

Il cartone che ha incollato allo schermo tutti i piccini, ha fatto partire un processo nei confronti della Disney per i chiari riferimenti sessuali e satanici. La Disney ha sborsato ben 70 milioni per non fare troppo scalpore.

Con un fermo immagine si nota come, nella scena dell’impicchiata dei due topini, sullo sfondo, in una finestra c’è una donna nuda con faccia demoniaca.

Insomma, gli esempi sarebbero infiniti, dalla Sirenetta, che è ricca di forme falliche, ad Alice nel paese delle Meraviglie, con riferimenti alla droga e sessuali.
Ogni cartone è stra colmo di messaggi subliminali scelti con cura dal vecchio buon Walt, massone dichiarato.

Ora, sta ad ognuno scegliere se credere o meno in questi messaggi, se vedere “del marcio” nei capolavori Disney o se gustarli come da bambini.
Il fatto eclatante è come un padre di famiglia, creatore di un mondo magico, abbia cercato, e molte volte ci è riuscito, di manipolare i bambini con messaggi dannosi.

Ci vuole un occhio a-normale per vederli, ma nel momento in cui si scoprono, un cartone animato non sarà mai più bello,dolce e di compagnia come prima.

Paese che vai: Istanbul. Due continenti, due culture (FOTO)

Istanbul. È una città ricca di fascino e di mistero, che si estende tra il continente europeo e quello asiatico, divisa dal suggestivo stretto del Bosforo.
Vecchia capitale dell’Impero Romano e Ottomano, è la metropoli turca per eccellenza: capitale culturale, artistica e anche turistica del Paese.

Nel 2010 è stata nominata “capitale europea della cultura”, e dal 1985 è elencata nella lista dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.
È una città carica di storia e brulicante di vita, influenzata da due continenti e due culture. Proprio per questo va scoperta pian piano, attraverso le sue strade, la sua gente e le sue tradizioni; va conosciuta con passeggiate romantiche, visite ai musei e, alle tante chiese e moschee che conferiscono un’atmosfera anche contrastante- unica nel suo genere.

Eventi

Anche tutti gli eventi che si svolgono a Istanbul durante l’anno sono una sintesi tra Oriente e Occidente.
C’è il Kurban Bayrami, la festa religiosa più sentita dal popolo turco: in questi quattro giorni si celebra il sacrificio di Isacco sul Monte Moria. Istanbul si riempie di turisti e gli alberghi sono sempre esauriti.
Sempre in ambito religioso, in questa città è molto rispettato il mese del Ramadan: la maggior parte dei turchi osserva il digiuno dall’alba al tramonto, ma durante la notte nei bar e nei ristoranti si cena e si festeggia. Se avrete l’occasione di visitare Istanbul nel periodo del Ramadan allora non potete perdervi intere famiglie che si riversano nei parchi e nei giardini pubblici per cenare tutti insieme con un pic-nic. In questo periodo dell’anno poi, in giro per la città, vivrete un’atmosfera di festa e di gioia, con bancherelle, musica dal vivo, mercatini, cibo di strada e tantissima gente per le vie.
A Giugno-Luglio c’è il Festival Internazionale della Musica: il momento clou è rappresentato dall’esecuzione dall’opera di Mozart “Il ratto dal serraglio”. Gli spettacoli si tengono all’aperto oppure nella chiesa bizantina di Aya Irini, nel giardino di Palazzo Topkapı.
Dal settembre 2003, poi, gli artisti organizzano tutti gli anni il Tünel Art Festival intorno alla Torre di Galata, animando le strade e i traghetti di tutta Istanbul con un’atmosfera particolare.

Luoghi da visitare

La struttura urbana di Istanbul suddivide la città in 39 distretti, sparsi in un territorio che comprende anche il celebre stretto del Bosforo: imbarcarsi su uno dei traghetti che solca le sue azzurre acque è il miglior modo per apprezzare entrambe le sponde nello stesso momento, con il vento in faccia e una prospettiva assolutamente particolare della città.


C’è sicuramente da vedere la Piazza Taksim – nel dinamico quartiere Beyoglu – una delle più grandi e frequentate di Istanbul. La Istiklal Caddesi con le sue numerose boutique internazionali, e non può mancare una visita alla Piazza Sultanahmet Meydani. Si tratta di una grande piazza con un bel giardino che ospita i più famosi monumenti della città e i suoi simboli: la Basilica di Santa Sofia, la grande chiesa di Giustiniano, e la Moschea Blu, costruita dal Sultano Ahmet che da il nome alla piazza. Presso la piazza Sultanahmet Meydani si trovano anche la Cisterna sotterranea della Basilica e l’Ippodromo romano.
Dovete poi provare a prendere il sole sulle spiagge della città, a passare una serata divertente provando a fumare il narghilè, e a rilassarvi agli Hammam: i famosi bagni di vapore turchi che si trovano in tutta Istanbul.

Cucina e alloggi

La cucina di Istanbul è ricca e creativa, grazie all’insediamento di tradizioni gastronomiche vecchie di secoli. Sana, varia e saporita, questi sono alcuni dei suoi piatti tipici: il Börek, cioè una sfoglia ripiena di formaggio o carne macinata, la Yayla çorbası, una minestra di menta e yogurt, senza dimenticare il kebab che è diventata una vera e propria istituzione.


Come alloggi Tripadvisor propone il Neorion Hotel, il vincitore dei premi Travellers’Choice 2014. Al secondo posto l’Hotel Amira Istanbul, dotato di suite, colazione gratuita e ristorante, e infine il White House Hotel.

[Credit immagini: istanbulturchia.it]

William e Kate in Scozia: cosa è successo alla Royal Family? (FOTO)

Nuovo viaggio per la coppia reale più paparazzata del web: William e Kate lasciano la casa reale e si spostano in Scozia per un viaggio all’insegna della cultura, dell’incontro con l’altro e del sostegno. Ma cosa è successo davvero?

I due sono arrivati nella piccola città di Crieff e sono subito stati accolti dall’equipaggio della Royal Air Ambulance. “Era davvero entusiasta”, ha detto John Pritchard, paramedico, parlando del principe William e della sua felicità nel vedere da vicino l’operato degli elicotteri di soccorso, “Era veramente curioso di vedere come lavoriamo qui. Se lui volesse collaborare con noi saremmo davvero contenti”. Nuovo lavoro? Il principe è stato affascinato dall’elicottero di proprietà della Scottish Air Ambulance e potrebbe presto essere in volo su uno di questi.

William è stato subito raggiunto da Kate che indossava un bellissimo cappotto di due tonalità rosso corallo disegnato dal designer scozzese Jonathan Saunders, sopra un vestito di Goat altrettanto rosso e un paio di décolleté “nude”. Ai due è stato donato un orsacchiotto di peluche come quelli che tutti i volontari regalano ai bambini che aiutano: un bel dono per il piccolo George in perfetto stile Carlo d’Inghilterra.

Kate, che opera come volontaria negli scout, è stata letteralmente inondata di regali tra cui un fazzoletto con la texture scozzese e un piccolo pancake scozzese fatto dagli Scouts Muthill.

Il tour è proseguito con una visita alla distilleria Famous Grouse, fondata nel 1775 e tuttora la più antica distilleria della Scozia e la sua più visitata, con 100.000 turisti l’anno. La visita è stata accompagnata anche da una deliziosa degustazione di Glenturret Single Malt.
Ecco come si fa! Il duca di Cambridge, osservato da vicino dalla moglie, ha mostrato come viene fatta la decantazione, illustrandole al meglio le grandi qualità di questo whisky.

La coppia reale ha fatto un mini tour anche a Macrosty Park, il parco inaugurato nel 1902 con il nome del suo benefattore, James Macrosty, premiato come “spazio verde”.

Ultima tappa della giornata nel grazioso villaggio di Forteviot, caratterizzato da una serie di case d’epoca disposte intorno ad un verde villaggio tradizionale.

William e Kate, da sempre pedinati da fotografi e giornalisti alla spasmodica ricerca di qualche indiscrezione e gossip, hanno trascorso una piacevolissima giornata insieme a tanta bella gente del posto: volontari, aiutanti, soccorritori, medici e bambini. La visita in Scozia è stata “stupenda, da ricordare” e di sicuro i due ci ritorneranno, perlomeno per un altro bicchierino di whisky.