venerdì, 5 Dicembre 2025

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I coniugi Beckham mandano il figlio Brooklyn a lavorare

Non è per bisogno di soldi che David e Victoria Beckham hanno mandato il loro primogenito Brooklyn a lavorare, ma bensì per impartirgli una morale: comprendere la fatica del lavoro e il valore dei soldi.

A differenza di molti figli di papà, il quindicenne Brooklyn Beckham ha deciso voler arrotondare la sua paghetta lavorando nel weekend come barista in un coffee shop di Londra per 2 sterline all’ora.
Sebbene la sua sia una delle famiglie più ricche del mondo, con un patrimonio di 265 milioni di euro, il giovane Brooklyn vuole crearsela da solo la sua fortuna iniziando a mettere dei soldi da parte per il futuro, così come hanno fatto in passato i suoi genitori.

Difatti nè David e nè Victoria provengono da famiglie ricche: lui ha conquistato la fama diventando un fuoriclasse del mondo del calcio e per essere stato uno dei calciatori più sexy e desiderati al mondo; lei ha iniziato la sua carriera come cantante delle Spice Girl, celebre gruppo pop tutto al femminile degli anni ’90, poi il suo matrimonio con il bel David è diventato un fenomeno dello show business, ed oggi è una stilista affermata e imprenditrice. Victoria possiede infatti una casa di moda che porta il suo nome ‘Victoria Beckham’.

Una decisione più che giusta, ma soprattutto molto ragionevole quella di David e Victoria di educare il figlio a vivere come un ragazzo “normale”, lavorando sodo e senza godere dei privilegi che il suo illustre cognome potrebbe portare.

Selfie mania: anche gli animali vittime dell’autoscatto

“Ancora questi selfies? E basta!”

In molti la penseranno così: la moda dei selfies – che più che una moda è diventato ormai un mix tra narcisismo, manie di protagonismo e instabilità mentale – sembra non voler proprio finire. Alle numerose varianti del più famoso degli autoscatti se ne aggiunge anche un’altra, questa volta molto più ironica e divertente e, sicuramente, surreale. Si tratta di selfies di animali.

Sembrerà strano, questo è vero, eppure è la realtà: anche gli animali si fanno i selfies. È un’idea del National Geographic che, per la sua ultima campagna pubblicitaria, con l’aiuto dell’agenzia brasiliana di photo stock Diomedia, ha deciso di creare una serie di annunci stampa simpatici.

Protagonisti di questi divertenti selfies un panda, un koala, un gorilla, un orso e un canguro; gli annunci mostrano degli adorabili animali che si fanno selfies in bagno, imitando il comportamento umano, diventato ormai peggio di una malattia.

L’idea è sicuramente molto originale, gli animali vengono disegnati con espressioni molto “umanizzate” e l’effetto realistico è assicurato. Un piccolo messaggio scritto in Capital sul fondo della pagina per lanciare un appello. Il risultato è garantito e in poco tempo le foto hanno fatto il giro del web e dei social più conosciuti.

Ecco il video in cui viene raccontato il processo di ideazione e realizzazione del progetto riuscitissimo.

http://www.youtube.com/watch?v=3m90GaSZv2k

[Credits: cargocollective.com/silviomedeiros/Diomedia-NatGeo]

Look da Star: Demi Lovato, semplice e wild contro la malattia (FOTO)

Demetria Devonne “Demi” Lovato nasce ad Albuquerque, Nuovo Messico, il 20 agosto 1992. Fa il suo esordio da bambina, nel programma “Barney & Friends”.
Il successo sul grande – e piccolo – schermo non è tardato ad arrivare: Mitchie Torres in “Camp Rock” e Sonny Munroe in “Sonny tra le stelle” i suoi personaggi. Pubblica nel 2008 il suo primo album, “Don’t Forget”, al secondo posto della Billboard 200. Il secondo album “Here We Go Again” esce il 21 luglio 2009, il terzo, “Unbroken”, il 20 settembre 2011.
Dal 2012 è giudice di The X Factor. Il suo quarto successo di inediti, “Demi”, è stato pubblicato il 14 maggio 2013.

In un’intervista con Ellen DeGeneres, Demi Lovato racconta di aver subito frustranti atti di bullismo all’età di 12 anni tanto da chiedere a sua madre di darle un’istruzione domiciliare. Diventa portavoce dell’organizzazione anti bullismo PACER e appare nel programma America’s Next Top Model della CNN per parlare a favore di questa causa. È stata in cura per bulimia e autolesionismo presso la Timberline Knolls in Illinois e le è stato anche diagnosticato un disturbo bipolare.

Grazie al grandissimo sostegno dei suoi “Lovatics“, Demi è riuscita ad essere “Strong“, in un momento della sua vita particolarmente delicato, che ha commosso tutti e avvicinato a lei migliaia di ragazzini vittime della stessa sofferenza. Pubblica un libro, “Staying Strong“, un racconto biografico a 360° sulla sua storia. Un insieme di dolore, forza e tanto coraggio. Un esempio per tutti.

Demi è diventata ormai un’icona di moda e di femminilità, sul gioco di abiti corti stretti in vita, per mettere in risalto la sua silhouette morbida, e outfits più aggressive. Combina vestiti e calze nere, shorts di jeans, magliette punk-rock e giacche di pelle, tacchi alti e scarpe basse, boots, gioielli e accessori diversi. Dopo un periodo total black oggi Demi sta addolcendo il suo look.

BLACK…

Il total black è sempre stato un must perfetto per i look di Demi. Accanto a calze, giacche scure, magliette giromanica e drop-top neri, si aggiungono stivaletti di pelle e cuoio, collane e bracciali metallici, borchie sulle spalle e argento sui tessuti.

…E PASTELLO

Accanto al nero e al rock troviamo look semplici, classici e dai colori chiari. Un mix perfetto tra un’anima ribelle e “Strong” e un cuore dolce e generoso.

CAPELLI

Demi non si è mai risparmiata dal parrucchiere: ha cambiato numerose pettinature, chioma fluente, liscio perfetto o ondulato voluminoso e morbido lungo le spalle, taglio netto e rasato a lato, trecce, coda di cavallo e chignon, sempre all’insegna del colore. È stata bionda, castana, rossa, ramata, nera, bionda-verde, bionda-rosa, bionda-blu, nera-blu, arcobaleno. Le acconciature dei Demi sono una delle caratteristiche principali del suo look; insomma, ha dato sempre del filo da torcere alla sua hairstylist!

GIACCHE

Citazione di merito e galleria fotografica per le giacche di pelle. Sempre presenti nei numerosi look di Demi, con variazioni che vanno dai cardigan in cotone grunge alle giacche militari da abbinare a t-shirt e jeans stretti e strappati. Immancabili.

MAKE UP

La moda del “no make up selfie” ha colpito anche lei: Demi ha pubblicato sul web una sua foto senza trucco, apparendo ai flash sempre perfetta e bellissima come la conosciamo. Tuttavia il suo make-up artist riesce, con smokey-eyes e sfumature decise a mettere in evidenza i suoi occhi; sulle labbra rossetti rosati e rosso sangue e sulle gote un blush a illuminare il viso.

ACCESSORI

Tra occhiali, gioielli, cappelli e bandane, borse e zaini, fermagli o charms, Demi abbina ai suoi look tanti piccoli dettagli che la rendono davvero riconoscibile. È stata una delle prime star a contribuire al ritorno della tendenza degli occhiali con lenti circolari tipici degli anni Settanta. Indossa – quasi – sempre cappelli neri grandi o fasce stile “Grease”.

TATUAGGI

I tatuaggi non possono mancare. Oltre alla celebre scritta “Stay Strong” su entrambi i polsi, possiamo trovare una croce, la scritta Faith, un volo di rondini, una piuma colorata e diverse scritte distribuite sul corpo. In molte interviste Demi ha confessato di essersi sempre tatuati immagini, frasi o semplici pensieri in occasioni speciali, dal grande significato emotivo, decisa a marchiare il proprio corpo con un messaggio importante, che le ricordasse sempre un momento delle sua vita personale e non.

Demi Lovato, una fonte di ispirazione per tutte le fashion-addicted. Stile, moda e coraggio in una semplice persona.

Informarsi sul web, tra bufale e pseudoscienza

Nell’era dell’informazione, sviluppare una capacità critica medio alta è un meccanismo di difesa necessario, se non fondamentale, per la sopravvivenza razionale in rete.
Veniamo letteralmente bombardati da notizie di qualsiasi tipo, dai titoli più disparati studiati a puntino per catturare la nostra attenzione e soprattutto la nostra fiducia. Articoli, commenti o relazioni che con l’appoggio di presunti studi scientifici (che danno sempre una certa credibilità a qualsiasi cosa si scriva) sfornano ogni giorno nuove cure contro tutti i malesseri.

Sembra quasi che non ci si voglia rendere conto che le notizie, una volta buttate nel calderone virtuale, arrivano pur sempre a persone reali, in carne e ossa che possono riporre speranza e fiducia in notiziole che riguardano la loro salute. Al di là dello schermo ci sono persone appartenenti a qualsiasi livello sociale, culturale o intellettuale che sia. Persone esperte o meno esperte in campo medico o scientifico, persone più o meno scettiche.

Il cibo x fa venire il cancro” o “l’ingrediente y protegge dalle malattie cardiache” sono i classici titoli che scorrono davanti ai nostri occhi migliaia di volte. Si tratta di una vera e propria catena di disinformazione scientifica, costituita da notizie sensazionalistiche e ingigantite a proprio piacimento, spesso riprese da fonti non attendibili.

Notizie che, sfociando nell’incredibile, finiscono per convincere tantissime persone della veridicità di questi ‘studi rivoluzionari’. Farsi imbrogliare navigando in Internet o seguendo programmi televisivi è molto facile, così come è all’ordine del giorno credere a cose inesistenti o che sembrano vere, ma non sono tali.

Spesso l’inconsapevole desiderio che qualcosa di sensazionale sia finalmente accaduto (nell’ambito delle cure mediche o delle scoperte scientifiche) ci rendono più vulnerabili e propensi a credere a qualcosa che dovrebbe in realtà suscitare solo dubbi. Ecco che si finisce per credere alle diete più disparate, vegane o vegetariane, alle cure miracolose e a tutte quelle bufale o mezze verità in grado di mettere in dubbio tutto, con una grande leggerezza.

Si procede sulla scia del ‘Mi hanno detto che..‘, ‘l’ho letto lì..‘, ‘lo hanno detto su..‘, senza capire quale è la verità, se ne esiste una e soprattutto di chi ci possa veramente fidare. Non c’è quindi da meravigliarsi se si è sempre più confusi davanti a questo continuo bombardamento di informazioni.

I casi di disinformazione in Italia sono numerosi. Come non ricordare il metodo Stamina (presunto trattamento che sarebbe dovuto essere in grado di trasformare le cellule staminali mesenchimali in neuroni capaci di curare svariate malattie) che ha illuso tantissime persone, bocciato dal ministero della Salute e bollato infine come inconsistente e potenzialmente pericoloso.
Per non dimenticare poi l’ultimo servizio de Le Iene, andato in onda lo scorso 7 maggio, su alimentazione, tumori e altre malattie, in cui il programma ha nuovamente preso nel mirino la dieta vegana/vegetariana e i suoi presunti poteri anti-tumorali, portando a supporto della tesi The China Project. Si tratta di uno studio, considerato da molti esperti ricco di errori, forzature e incoerenze, quindi usato erroneamente per la fruizione di messaggi allarmanti.

E quindi, come è possibile capire i modi e gli approcci per svelare i tentativi di imbroglio? Come possono le persone incompetenti in materia capire la veridicità delle informazioni che percepiscono quotidianamente?

Esiste un gruppo composto da giovani studenti universitari, professori e giornalisti che si è mosso proprio in questo ambito, con il fine di sensibilizzare, ma soprattutto informare su come ci si debba orientare tra scienza e pseudoscienza, tra bufale e verità. Il progetto intitolato “La bufala è servita” è stato promosso da Italia Unita Per La Scienza e andrà in scena in tutta Italia dal 19 al 24 maggio.

Il loro obiettivo è quello di condividere la scienza non solo con gli appassionati o gli esperti in materia, ma anche e soprattutto con chi ne ha paura, con chi non si fida e non sa come comportarsi. Un modo questo per imparare a non allarmarsi davanti alla tv, per capire se chi parla è più o meno competente, per potersi fare una propria opinione davanti a una notizia, salvaguardando in primis la propria salute.