Il latte fa male alle salute, a dirlo sono i nutrizionisti di Harvard
Siamo cresciuti con l’idea che il latte faccia bene soprattutto alle ossa perché contiene del calcio, ma da alcune recenti ricerche fatte dai nutrizionisti dell’Università di Harvard sembrerebbe non essere così. Secondo questo studio, infatti, il latte consumerebbe una percentuale maggiore di calcio rispetto a quella che dà.
Date le ricerche, il latte contiene alcune proteine acide di origine animale che per essere smaltite tendono a consumare una gran quantità di calcio, ciò può portare all’osteoporosi. Di conseguenza il nostro scheletro potrebbe andare incontro ad una notevole perdita di massa ossea e sarà soggetto a fratture patologiche.
Ciò però non pare essere un problema per i più piccoli, o almeno fino allo svezzamento. Difatti il latte, in particolare quello materno -che si consiglia di dare almeno fino ai sei mesi di vita- è di fondamentale importanza nell’alimentazione dei bambini, in quanto è costituito da precise percentuali di macronutrienti, quali lo zucchero, proteine e grassi, che favoriscono la produzione dell’ ormone della crescita necessario per ogni bambino.
Per quanto riguarda gli adulti si consiglia di moderare il consumo di latte (qualora se ne abusi) e di far ricorso ad altri alimenti, come le verdure, per compensare il consumo di calcio.
Inoltre, secondo le ricerche Healthy Eating Plate, i latte e i suoi derivati (i formaggi) contengono un alto tasso di grassi saturi che, oltre a provocare l’aumento del peso, potrebbero causare nel tempo lo sviluppo di malattie quali il cancro alla prostata e alle ovaie.
Per il mondo vegano, che è sempre in prima linea per i diritti degli animali e contro qualsiasi tipo di maltrattamento loro imposto, questa è una bella notizia al contrario degli onnivori che hanno prontamente risposto che si tratta di una trovata per condurre l’uomo a praticare una dieta vegana.
Che sia vero o meno, i medici consigliano di non eliminare del tutto il latte dalla propria alimentazione ma di diminuirne il consumo.