sabato, 11 Gennaio 2025

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Il Cat Cafè apre anche in Thailandia

Esplode il Cat Cafè mania: dopo il Giappone, dove è nata questa moda, e l’Italia, il caffè-ritrovo per persone e gatti fa la sua tappa in Thailandia. Si chiama il Purr Cat Cafè ed è stato inaugurato a Bangkok il 28 settembre. Inutile dire che è stato un successo immediato: le persone hanno fatto la fila per scattarsi selfie con i gatti.

L’idea di un bar per gatti viene dal Giappone, ma la moda si è diffusa dall’Oriente all’Occidente, invadendo perfino le nostre città come Milano e Torino. E ora è il turno della Thailandia. All’interno del Purr Cat Cafè circolano ben 15 gatti in assoluta libertà: sono gli animali dei proprietari del bar, e si trovano appisolati sulle sedie, oppure a penzoloni sulle scali del piano superiore. I clienti possono osservarli, accarezzarli e fotografarli sorseggiando bevande calde, e le file per prendere un posto vicino ai mici sono infinite. Ai visitatori è consentito portare il proprio gatto, se essi ne posseggono uno, che verrà lasciato libero di scorrazzare e giocare con i mici residenti nelle sale del Cat Cafè.

Il Purr Cat Cafè non è solo un semplice bar ben attrezzato, provvisto di menù a tema, dolci decorati e simpatici biscotti a forma di gatto. È anche un luogo di relax per il micio: l’animale si trova a contatto con altri suoi simili, può essere fatto lavare e spazzolare da addetti all’interno del cafè, e ha anche l’opportunità di lasciarlo lì quando i padroni si assentano per andare fuori città. Insomma, il Purr Cat Cafè è un vero e proprio lusso e un divertimento per i gatti.

Ospite speciale del Purr Cat Cafè è un gatto grande quanto una piccola lince, che passa le sue giornate placidamente disteso su un ponte che attraversa il locale da una parte all’altra. La caffetteria con gatti ha avuto da subito grande successo, diventando un’attrattiva turistica per tutti gli amanti dei felini, e una moda che ben presto si diffonderà anche nel resto del mondo.

Oggetti smarriti in aeroporto? Ci pensa Sherlock, cane detective (VIDEO)

La KLM, compagnia aerea olandese, ha un nuovo impiegato: si chiama Sherlock, ed è un cane addestrato per fiutare gli oggetti dimenticati dai passeggeri in volo e riportarli ai rispettivi proprietari. Il nome Sherlock non poteva essere più appropriato per questo simpatico beagle color cammello, che non solo è diventato la mascotte dell’Amsterdam Schipol Airport, ma è anche molto utile visto che quando fiuta un oggetto smarrito, corre scodinzolando verso il viaggiatore sbadato per riportarglielo.

“E’ stato addestrato per avere forza, resistenza e socialità”, dice Dirk Van Driel, l’addestratore di Sherlock. “E’ davvero incredibile vedere la reazione dei passeggeri quando Sherlock corre verso di loro.”
A giudicare dallo reazioni di tenerezza nel guardarlo scodinzolare contento in aeroporto, gli addetti della compagnia e i passeggeri stessi hanno capito che Sherlock è diventato una vera attrazione.

Il cane è un vero professionista nel suo lavoro al team “Lost and Found” della compagnia di bandiera olandese. Gli addetti si occupano di monitorare i social network e tutti i vari voli, e se trovano qualche oggetto smarrito, Sherlock ha il compito di fiutarlo e seguendo l’odore, riesce a ritrovare il proprietario sbadato che lo ha dimenticato in volo. Ecco quindi che smartphone, chiavi, portafogli e peluche ritornano ai loro rispettivi proprietari in men che non si dica, grazie al simpatico beagle che corre da una parte all’altra dell’aeroporto.

Sherlock è di grande aiuto ai dipendenti della KLM, che ammettono anche di viziare un po’ il cucciolo. Ma il cagnolino se lo merita perché il suo è un lavoro duro e non facile. “Deve allenarsi tutti i giorni per rinforzare i muscoli e abituarli a sforzi prolungati, oltre a curare, ovviamente, anche l’aspetto della socializzazione.” Conferma il suo addestratore.

L’esperimento dell’impiego del cane per questo compito specifico è stato approvato e per la compagnia olandese si tratta di un’ottima pubblicità che ha riscosso grandissimo successo di pubblico, a giudicare dalle reazioni positive dei passeggeri. Inoltre, sono proprio loro che fanno a gara per scattarsi un selfie con il cane detective, che i bambini non vedono l’ora di accarezzare. E se il lavoro di Sherlock non dovesse bastare, i numeri di posto a sedere e i telefoni personali possono svolgere il ruolo del Watson di turno, fornendo al personale del team le indicazioni tecniche per ritrovare gli oggetti smarriti.

Allungare la vita del cane? Si può

Le ricerche veterinarie spesso glissano sui grandi quesiti che i veri amanti dei cani si pongono: come allungare la vita del proprio amico a quattro zampe? Due recenti studi sembrano, però, aver trovato una soluzione all’annosa questione, aggiornandoci su quel che possiamo fare per aiutare il nostro cane a vivere di più.

Durante la prima ricerca, 48 cuccioli di Labrador provenienti da 7 cucciolate diverse sono stati suddivisi in 24 paia in base al loro sesso e al periodo di svezzamento. Un cucciolo per ciascun paio è stato preso quale punto di riferimento rispetto all’altro, a cui è stato somministrato il 25% di cibo in meno. Entrambi, dalle otto settimane di vita fino alla morte, sono stati tenuti in casa e portati fuori, senza alcun tipo di restrizione alle loro attività. All’età di tre anni, i cani sono passati dal cibo per cuccioli a quello per adulti, e all’esemplare di riferimento è stato dato un quantitativo di pappa che gli avrebbe garantito il mantenimento del suo peso ideale. La riduzione del 25& dell’apporto calorico, nell’altro cane, ha messo in evidenza degli aspetti fondamentali: in media, questi esemplari hanno vissuto due anni in più rispetto a quelli che ricevevano dosi di cibo “normali”, senza tralasciare il dato rilevante del rallentamento nello sviluppo di malattie croniche come l’osteoartrosi.

Il secondo studio è invece partito da basi “umane”: avendo osservato che i pazienti affetti da morbo di Parkinson che assumevano L-deprenyl non solo riscontravano un’attenuazione dei sintomi della malattia, ma tendevano anche a vivere di più, gli scienziati hanno deciso di sperimentare se la cosa funzionasse anche tra i quadrupedi. Divisi in coppie 82 beagle tra i 2 e i 16 anni, i ricercatori hanno somministrato all’uno un placebo e all’altro l’L-deprenyl per due anni. Il risultato? Gli esemplari che all’inizio dello studio avevano tra i 10 e i 15 anni e che avevano assunto L-deprenyl per almeno sei mesi sono vissuti, nell’80% dei casi, fino alla fine della ricerca.

Il tuo cane ti aspetta: lo spot contro la guida in stato di ebbrezza (VIDEO)

Dare il messaggio giusto nel modo giusto è la chiave di lettura di questo commovente e d’impatto spot USA.

Il noto marchio americano di birra Budweiser, in Italia commercializzata con il nome di Bud, ha creato uno spot emozionante, centrando l’obiettivo della diffusione del messaggio. Infatti, più di 9 milioni di utenti hanno visto lo spot creato per sensibilizzare alla guida in stato di ebbrezza, facendolo diventare subito virale. Budweiser aveva incantato milioni di persone circa un anno fa, quando creò lo spot memorabile dell’amicizia tra un cane e un cavallo.

Questo è incentrato sul legame tra un ragazzo e il suo adorabile labrador, e l’annuncio punta sul ricordare ai giovani che qualcuno aspetta sempre il tuo rientro quando esci la sera, i genitori, i fratelli e anche gli amici pelosi che ci aspettano per le coccole.

Si intitola “Gli amici aspettano“, e nello spot vediamo il protagonista, che dopo le coccole con l’amico a 4 zampe, esce di casa con l’auto e gli amici con alcune bottiglie di birra, salutando il cane con le parole “Ci vediamo più tardi, amico“. La scena cambia e dal tono felice della coppia, pieno di ricordi, passeggiate e momenti vissuti insieme, si passa all’immagine del cane triste che guarda fuori dalla finestra in attesa del suo padrone.

A quel punto si legge: “Per alcuni l’attesa non è mai finita. Ma possiamo cambiare la situazione“.
Con queste parole il ragazzo apre la porta la mattina successiva, accolto calorosamente dal suo cane.
Mi dispiace, ho deciso che non avrei dovuto guidare fino a casa ieri sera, sono stato da Dave“.

Lo spot di Budweiser termina con la didascalia: “La prossima volta che esci, assicurati di fare un piano per tornare a casa in sicurezza. I tuoi amici contano su di te“. Non dimentichiamolo!