sabato, 11 Gennaio 2025

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Gli ultimi sguardi di vita dei cani senza padrone (FOTO)

Cani abbandonati nel braccio della morte: ecco l’essenza della galleria di immagini strazianti, fotografate da Yun-Fei Tou, fotografo taiwanese. Ritratti che spezzerebbero il cuore a chiunque, raccolti qualche ora prima che gli animali venissero uccisi nel canile di Taoyuan, a Taipei. Questo è un sistema messo in atto dal governo per risolvere l’emergenza dei cani randagi lasciandoli morire di eutanasia. Una risoluzione drastica e senza cuore, che lascia nell’indifferenza tutta la popolazione.

Per le sue foto, Yu-Fei Tou ha utilizzato una tecnica simile ai ritratti per le persone, mettendo enfasi sul muso del cane. Il risultato è una gallery commovente che esprime tutta la tristezza di questi animali, ormai abbandonati dai loro padroni, e prossimi all’iniezione letale.

cani randagi

Questo cane fotografato qui sopra, è morto due ore dopo l’ultimo scatto.

cani randagi

L’espressione triste di questo cane parla da solo: 43 minuti dopo, è stato ucciso.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

Tutti i cani sono stati esposti al pubblico nei canili di Taiwan, prima di essere brutalmente uccisi – questo cane è morto 40 minuti dopo che Tou gli ha scattato la foto.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

Abbandonati: tutti i cani ritratti in queste foto sono stati tenuti insiemi dai proprietari dei canili, gli stessi che poi li hanno uccisi.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

Un cane con un’espressione profonda dà l’ultimo sguardo alla telecamera prima della sua morte.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

La tecnica dell’inquadratura del viso è molto usata per rendere ‘umani” gli animali.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

Tutti i cani ritratti in queste foto sono deceduti in breve tempo tra lo scatto e l’iniezione, tranne questo cane qui sopra – morto dopo 13 ore.

credits to: Yun-Fei Tou
credits to: Yun-Fei Tou

“Mi auguro che queste immagini aiutino a comprendere la disumanità di noi esseri umani”, ha commentato il fotografo taiwanese, lanciando un forte messaggio a chi abbandona il proprio amico a quattro zampe a questo triste destino.

Consumo carne di cavallo: “Sai cosa c’è dietro?” (VIDEO)

L’Italia è tra i maggiori consumatori di carne di cavallo al mondo insieme a Francia e Belgio secondo un’analisi della Coldiretti, sebbene la maggioranza degli italiani (51,9%, contro il 43,9%) sia favorevole ad una recente proposta di legge, che intende equiparare gli equini agli animali da affezione per impedirne la macellazione. Noi consumatori sappiamo, “cosa si nasconde dietro il consumo di carne di cavallo?“.

Gli animali vengono caricati sui mezzi di trasporto, partendo dalla Polonia sino ad arrivare in Puglia, dove la loro breve vita verrà consumata dentro le mura dei mattatoi. L’associazione Essere Animali ci racconta, attraverso le immagini del video, i “viaggi senza ritorno” di questi animali. La maggior parte dei cavalli macellati in Italia vengono importati dalla Francia, dalla Spagna e dalla Polonia.

cavallo

Proprio in Polonia, si è svolta una parte dell’investigazione, dove i volontari hanno documentato cavalli feriti agli occhi e alle zampe, legati per diverse ore in ambienti confusionari, fonti di forte stress e paura per gli animali. Per farli salire sui mezzi di trasporto, spesso non idonei al trasporto di animali, i cavalli vengono scaraventati con forza sui camion, picchiati con bastoni e alla fine trasportati senza tener conto delle condizioni atmosferiche e delle esigenze di questi animali. Le alte temperature e il trasporto li priva di ogni forza e nel cercare di stare in equilibrio sul mezzo, sprecano tutta l’energia fino a arrivare stremati a destinazione.

Oltre al viaggio di fortuna che devono affrontare i poveri animali, c’è poi il momento della macellazione, invisibile agli occhi dei consumatori, ma visibile ai cavalli, costretti, in preda al terrore, ad assistere all’uccisione dei propri simili. Consapevoli di quanto sta per accadergli, scalciano e indietreggiando ad ogni minimo rumore, che precede ogni abbattimento.

Da non sottovalutare è anche la modalità di uccisione dell’animale. Agnese Santi, veterinario libero professionista ippiatra, ha commentato “il rischio che lo sparo del proiettile captivo non sia effettuato correttamente è alto, dato il movimento della testa costante di animali spaventati dall’ambiente, dai rumori e odori, come si vede chiaramente dalle immagini. Risultato: uno stordimento non adeguato e cavalli che spesso vengono appesi ancora coscienti, innegabile maltrattamento. Ricordiamoci che il maltrattamento è riconosciuto dal nostro codice penale“.

Anche quando il trasporto avviene nel rispetto delle normative vigenti, i viaggi costituiscono per questi animali una grave forma di sofferenza con conseguente stress, affaticamento, disidratazione e lesioni. “Parlando di cavalli, animali intensamente sociali, finemente socio-cognitivi, con solidi legami affiliativi, possiamo comprendere come l’impatto di determinate azioni di gestione, tra le quali anche il trasporto su lunga distanza, possano essere fortemente deleteri sull’equilibrio individuale e sociale di questi animali, creando acute sofferenze, visibili e invisibili“, ha dichiarato l’etologo Francesco De Giorgio, specializzato in animal cognition, animal ethics e critical animal studies, con una vita d’esperienza pratica nella relazione con cavalli e cani.

Chi da bambino non ha sognato di avere un cavallo da accarezzare e cavalcare? Qui il racconto di Sonny Richichi, presidente di Ihp: “Sognavo di cavalcare un cavallo tutto mio da bambina. Intorno ai venti mi sono iscritta così ad una scuola di equitazione. Ero già diventata vegetariana, ma ancora non avevo fatto il collegamento equitazione = sfruttamento. Il click è arrivato con Vipera, una cavalla non molto alta, bianca, con delle macchie grigie, campionessa di cross-crountry. Ero tra le poche persone ad avere l’onore di poter passare qualche ora con lei per fare delle passeggiate nei boschi. Non amava tutti gli uomini, aveva un bel caratterino, ma tra noi c’è stata subito sintonia e complicità. La sua straordinaria amicizia mi ha fatto capire, quanto i cavalli siano animali intelligenti, sensibili, altruisti, comunicativi, e quanto sia ingiusto cavalcarli e sfruttarli nei vari ambiti. Parliamo della specie animale in assoluto più sfruttata dagli umani: macellazione, corse legali e clandestine, circhi, sperimentazione, palii, maneggi, carrozze, commercio illegale e abbandono“.

cavallo

Cosa possiamo fare noi consumatori? Prima di tutto guardare il video, diffonderlo, e dopo firmare la petizione lanciata da Essere Animali, con l’obiettivo di vietare la macellazione dei cavalli, perché dobbiamo pretendere il rispetto della vita di qualsiasi essere vivente.

Attenzione: le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità

credits: www.ilfattoquotidiano.it

“Fusti e segugi” in posa per un calendario

A nudo per una buona causa: “Hunks and Hounds” (letteralmente Fusti e segugi) è il titolo del calendario 2015 lanciato per promuovere i diritti degli animali. Merito di un’idea della Louie’s Legacy Animal Rescue, l’organizzazione che opera a New York in favore degli animali. Dodici mesi in compagnia di modelli dal fisico scultoreo che hanno preso in braccio alcuni cani in cerca di una famiglia. Lo scopo del tutto benefico è quello di attirare l’attenzione del pubblico (sopratutto femminile) mostrando i pettorali dei modelli, e allo stesso tempo, intenerirlo guardando negli occhi di questi dolci cuccioli.

“Il messaggio del calendario”, racconta Mike Ruiz, il celebre fotografo autore delle immagini “è che tutti noi dovremmo essere gentili con gli animali e proteggerli dal male”. Lo stesso Ruiz ha posato con il suo amato cucciolo a quattro zampe, un viziatissimo Pit Bull Oliver, che è stato adottato nel 2012: “Non riesco a immaginare una vita senza di lui”.

Riguardo il calendario, Ruiz ha poi continuato con queste parole: “Spero solo che le persone apprezzino le immagini, e che il calendario serva a ricordare loro ogni giorno che l’adozione di un animale è la cosa più umana che una persona può fare. Spero ne venderemo un milione in modo che il ricavato possa ampliare i servizi dell’organizzazione e aiutare più cani a trovare una case per sempre!”

La Louie’s Legacy Animal Rescue è un’associazione di attivisti animalisti che da anni si occupano di difendere i diritti dei nostri amici a quattro zampe, che molto spesso vengono ignorati, se non addirittura calpestati, come nel recente caso dell’orsa Daniza.

Uno zoo giapponese tenta riproduzione tra iene, ma erano due maschi

La maturità produttiva era stata raggiunta, ma dopo più tentativi neanche l’ombra di una gravidanza. Questa è la storia di Kami e Kamutori, le due iene giunte al Maruyama Zoo di Sapporo, dalla Corea del Sud, il 6 ottobre 2010.

Poi qualche domanda e la scoperta: si tratta di due esemplari appartenenti allo stesso genere, per la precisione due maschi. Nella stessa gabbia dal 2012, a maturità riproduttiva raggiunta, le due iene hanno subito mostrato scarso “appetito” e una forte propensione alla lotta, visti morsi e ferite periodicamente rilevati dai veterinari.

La giustificazione addotta è stata che è estremamente difficile definire il sesso di una iena solo dall’esame esterno dei genitali: la femmina e’ del tutto simile al maschio, tranne per il fatto che per dimensioni può essere fino a un terzo più grande. Così Kami, la potenziale parte rosa della coppia, è stata sottoposta a ecografie e controlli ormonali, per mano dalla Hokkaido University.

Ma nonostante l’accaduto, lo zoo giapponese non si arrende e promette di provare ancora in futuro, per avere una cucciolata di simpatiche iene. Ovviamente con un esemplare femmina. Kami e Kamutori sono adesso sistemati in gabbie separate, liberi di comportarsi come il loro genere detta.

Nessuna ripercussione è stata riportata sulle due giovani iene, dopo questi due anni di tentativi antinatura. Attendiamo con ansia un’unione biologicamente possibile.