sabato, 11 Gennaio 2025

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Il pessimismo? Affligge anche i cani

I cani vengono generalmente visti come animali dal fare giocoso, sempre entusiasti circa tutto quanto li circonda: tuttavia, una recente ricerca ha messo in luce che alcuni esemplari canini sono nettamente più pessimisti di altri. Nel corso dei test, ai cani sono stati fatti ascoltare due suoni,l’uno indicante il fatto che avrebbero avuto dell’acqua, l’altro che gli sarebbe stato dato del latte: i cani pessimisti, però, non rispondevano al segnale del latte, un atteggiamento che lascia intuire che questi pensavano, in effetti, che non sarebbero mai riusciti ad ottenere il latte.

Ai cani presi in esame è stato insegnato ad associare a due suoni diversi, che differivano di due ottave, rispettivamente una ciotola di latte e una d’acqua: una volta imparato a distinguere tra i due, i cani sono stati esposti ad altri suoni meno distinguibili. Se i cani rispondevano, per i ricercatori erano ottimisti, perché presumibilmente si aspettavano che qualcosa di bello comunque accadesse: i più ottimisti, addirittura, rispondevano alla maggioranza dei segnali, anche quelli emessi prima di offrirgli l’acqua. Quelli che invece non davano risposta sono stati classificati come pessimisti: privi di qualsiasi cenno di entusiasmo, questi saranno giunti con tutta probabilità alla conclusione che avrebbero ottenuto soltanto dell’acqua.

I cani pessimisti, inoltre, sono apparsi essere molto più stressati degli altri nel momento in cui non riuscivano in un compito dato loro: latravano e camminavano avanti e indietro, evitando di ripetere quanto gli era stato chiesto di fare. In questo senso, la ricerca potrebbe aiutare a selezionare la tipologia di cani adatta a determinati impieghi lavorativi: un cane pessimista, che d’abitudine evita i rischi, sarebbe perfetto come guida, mentre un esemplare più cocciuto potrebbe essere più d’aiuto alla polizia. Ad ogni modo, il pessimismo nei cani non implica per forza la loro infelicità: si tratta di esemplari che sono semplicemente soddisfatti dello stato di cose presente e che, perciò, hanno bisogno di una spinta in più quando bisogna provare qualcosa di nuovo.

Animal Day a Napoli: una giornata evento dedicata agli animali

Si terrà a Napoli la prima edizione dell’Animal Day, una giornata interamente dedicata agli animali. L’evento è rivolto ai nostri amici a due e quattro zampe, a quelli che volano, strisciano e nuotano, con l’intento di tutelare i loro diritti e ricordare ai cittadini e le associazioni perché è importante dedicare una giornata a loro.

La prima edizione dell’Animal Day si svolgerà a Napoli il 16 ottobre 2014 presso il PAN in Via dei Mille, e la scelta della città partenopea nell’organizzazione dell’evento è stata voluta dal fatto che è la terza città, dopo Milano e Bergamo, ad avere il Garante per i Diritti degli Animali nominato dall’Amministrazione comunale. Inoltre, sempre a Napoli, è presente una grande comunità di associazioni ed istituzioni che operano per la difesa dei diritti degli animali. Non a caso, il progetto è stato fortemente voluto da Stella Cervasio, membro dello staff del Garante.

Animal Day è un’iniziativa su base volontaria, senza alcun contributo economico, se non i proventi derivanti dal crowdfunding, una raccolta fondi lanciata il 13 agosto, che a data odierna ha già raccolto quasi 1.000 euro. I fondi raccolti con il progetto saranno destinati alla copertura delle spese organizzative della prima edizione dell’Animal Day, che permetterà di aggregare associazioni nazionali e territoriali come l’ENPA, la LAV, la Legambiente Neapolis e Greenpeace sezione Napoli. Per poter contribuire, basta andare sul sito della piattaforma Eppela, dove sono presenti le attività che saranno svolte durante l’Animal Day. Gli interessati a sostenere il progetto possono scegliere di aderire con piccole cifre anche 5 euro fino a 250 euro scegliendo tra le ricompense indicate. La piattaforma interattiva non si ferma qui: i contribuenti potranno interagire tra loro attraverso commenti e proponendo le proprie iniziative.

All’Animal Day saranno coinvolte scolaresche, esperti e professionisti esperti sul tema dei diritti degli animali. L’evento si articolerà in tre momenti: la mattinata con le scuole a cura dell’ENPA e una sessione di insegnamento del “Canese”, la comunicazione con i cani a cura della scuola di educazione cinofila La voce del cane; il primo pomeriggio con una serie di colloqui con esperti sul tema diritti animali, uno dei quali a cura della LAV, e infine la presentazione dei progetti delle associazioni partecipanti. Il più originale e utile verrà premiato con un finanziamento dello start-up, grazie alla vendita delle fotografie offerte da fotografi e fotoreporter nella sezione dal titolo “Animali Urbani”, curata con una mostra da Sergio Siano.

Il progetto Animal Day nasce per divertire e sensibilizzare le persone alla tutela dei nostri amici animali, ma è anche un momento per riflettere e capire cosa si può fare di più per aiutarli. Se il crowdfunding raggiungerà la cifra di 5000 euro entro il 30 settembre, l’Animal Day presenterà un vademecum dal titolo “Noi e Loro”, che diventerà un prezioso compagno per chi vuole aiutare gli animali, rapportandosi con le istituzioni, i veterinari e le associazioni di volontariato.

Cat Boat, una casa galleggiante per gatti randagi

Molto più che un rifugio per gatti: la Cat Boat è una barca nata e gestita dalla gattofila Henriette ven Weedle, che ha deciso di offrire una casa per tutti i gatti randagi di Amsterdam. La barca si trova attraccata alla sponda di un canale della città olandese e si presenta come una meta di attrazione turistica non solo per stranieri ma anche per curiosi.

cat boat

La Cat Boat nasce dall’amore condizionato di Henriette per i mici senza famiglia, che dal 1968 accoglie tutti i felini in questa casa galleggiante sull’acqua. Inizialmente, il suo operato si limitava ai gatti di quartiere soli e senza famiglia. Nel corso degli anni, la sua passione si è estesa, andando ad abbracciare molti più felini di Amsterdam. Attualmente, la donna si occupa di 50 gatti, 14 dei quali sono residenti fissi del Cad Boat. La sistemazione non è affidata al caso: ogni ospite a quattro zampe è sterilizzato, vaccinato e munito di chip di riconoscimento, e quindi pronto per essere adottato.

La scelta di una casa galleggiante non è casuale: Henriwtte, trovatasi la casa piena di felini abbandonati, aveva deciso di concentrare la sua attenzione sui barconi utilizzati dagli olandesi come vere e proprie case. La prima gatta randagia inizia a farsi vedere a casa di Henriette nel 1966. Era una neomamma che aveva bisogno di cure per i suoi piccoli. Quando i mici sono diventati grandi, la donna si è resa conto che lo spazio nella sua casa non bastava più, e quindi a Henriette è venuta in mente l’idea di costruire una cat house, o più precisamente, una cat boat, dotata di ciotole, cibo e svago per i suoi amici a quattro zampe.

La prima Cat Boat è stata così sistemata su una barca, e attrezzata al suo interno con tutti gli accessori utili per i gatti. In seguito, nel 1971, è stata affiancata una seconda barca. Le due barche si trovano vicino al canale Singel, ma solo la seconda svolge la funzione di rifugio, e dal 1987 è stata registrata come ente benefico.

Razze celebri per 10 anni grazie al cinema

Dal Collie al Pastore tedesco, passando per il Labrador Retriever, fino al Dalmata: quante sono le razze canine che col successo di film o serie tv hanno influenzato notevolmente le richieste presso i rispettivi allevamenti? Grazie a un recente studio, è emerso che la celebrità di una determinata razza apparsa in pellicola può durare fino a ben 10 anni dopo: a scoprirlo, gli studiosi dell’Università di Bristol, della City University di New York e della Western Carolina University, i cui risultati sono consultabili sulla rivista Plos One.

Mettendo a confronto i dati dell’American Kennel Club, in cui è incluso il più grande registro di cani al mondo (più di 65 milioni di esemplari), con un totale di 87 film i cui protagonisti sono degli amici a quattro zampe, i ricercatori hanno notato che le pellicole spesso vanno di pari passo con un aumento della celebrità delle razze, risultata proporzionale al numero di spettatori presente al cinema nel primo weekend di lancio del film: un effetto che può durare fino a 10 anni, andando a determinare la scelta di un cucciolo anche parecchi anni dopo la visione del lungometraggio.

È stato calcolato che per i 10 film che hanno più spopolato sono stati venduti 800.000 cani in più nell’arco della decade successiva all’uscita di ciascuna pellicola: non sembra un caso se nei due anni dopo l’uscita di “Torna a casa Lassie” (1943) le adozioni di Collie hanno registrato un aumento del 40%, né lo è quello di “Geremia cane e spia” (1959), con cui le adozioni dell’Old English Sheepdog – noto anche come Bobtail – sono cresciute del 100%. Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno inoltre notato che il cinema ha progressivamente accordato la sua preferenza agli amici a quattro zampe per conquistare pubblico: fino agli anni Quaranta non veniva realizzato che un film all’anno con protagonisti cani, mentre dal 2005 si è registrata una media di 7 pellicole all’anno.