venerdì, 26 Aprile 2024

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Allo Zoo di Copenaghen uccisi quattro leoni

Più che uno zoo, la struttura di Copenaghen sembra essere diventato un mattatoio; un luogo di morte degli animali oltre che di cattività“. Con queste parole il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri, ha commentato quanto accaduto nello zoo di Copenaghen.
Dopo l’uccisione della povera giraffa Marius, è toccato a quattro leoni subire la stessa assurda sorte.

Questa volta è stato il turno di quattro esemplari di leone, due anziani e due cuccioliprosegue FerriE la prossima volta a chi toccherà? Ma soprattutto a quale risibile pretesto ricorrerà lo zoo di Copenaghen nel disperato tentativo di salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica internazionale? Marius è stato ucciso perchè di troppo; i due cuccioli di leone invece per evitare una possibile aggressione da parte di altri adulti. In altri termini, con una deprecabile operazione di maquillage linguistico, la struttura, che ha definito la soppressione dei cuccioli come eutanasia, vorrebbe quasi lasciare intendere che gli animali sarebbe stati uccisi per nel loro stesso interesse“.

Profonda tristezza avevano suscitato le immagini dell’uccisione della giraffa Marius e in tanti si sono chiesti come porre fine a queste azioni violente.

La direttrice dell’Enpa ha sottolineato quest’aspetto: “Naturalmente come dimostra l’ondata di indignazione provocata dalla morte di Marius, l’opinione pubblica internazionale non crede a giustificazioni infondate e pretestuose, e non è più disposta a tollerare simili gesti violenti, crudeli ed inutile ai danni di altri esseri viventi, compiuti da chi, come gli zoo, si vuole addirittura arrogare una funzione di conservazione delle specie; cosa evidentemente che con la cattivita’ non ha nulla a che vedere“.

L’appello ai politici europei è quanto mai accorato. L’Enpa, alla vigilia delle elezioni europee, richiede a tutti i futuri candidati al Parlamento Europeo di “fermare la barbarie e di porre fine alle strutture di cattivita’ in tutta Europa, zoo, delfinari, acquari, circhi ; strutture che spesso non rispettano neanche le normative nazionali e internazionali. Uccisioni come quelle perpetrate in Danimarca non sono piu’ tollerabili e sono in palese conflitto con l’idea di civilta’ di cui l’Europa intende farsi portatrice“.

Cani e gatti, tutti i benefici dell’accudirli

Da un recente studio è emerso che gli animali da compagnia rendono la vita di chi li accudisce migliore. Si sapeva che i cani (e i gatti) sono i migliori amici degli uomini, ma adesso è tutto certificato.

Infatti, una famiglia su due si prende cura di teneri cuccioli di pelo e, addirittura, nove italiani su dieci sono convinti che, soprattutto, i gatti siano portatori di felicità.

Un animale in casa porta più armonia, stempera i conflitti e allevia lo stress, sia da lavoro che personale.

Secondo la ricerca la presenza di un gatto, o di un cane, porta il padrone ad avere la pressione più bassa, meno ansia e diminuisce il rischio di depressione.

Persino in ufficio la presenza di animali porta dei vantaggi: personale più produttivo e reattivo. Inoltre, dover staccare dal lavoro per portarli fuori permette quella pausa, ogni venti minuti, che spetta a tutti gli impiegati per diritto e che difficilmente si riesce a fare.

I nostri amici a quattro zampe alleviano anche la tensione per un esame. Lo sanno bene alcuni studenti universitari americani che hanno il privilegio di giocare con cani e gatti in un’apposita stanza, la Pet Room, prima di sostenere il colloquio con il professore. Giocare, rincorrersi, hanno l’obiettivo di distrarsi per alcuni minuti dal pensiero dell’incombenza, di ossigenare il cervello e quindi risultare più freschi e reattivi alle domande del docente.

E poi ci avete mai pensato? Correre con il proprio animale nei parchi è un’ottima attività fisica. Si dimagrisce con gioia e senza spendere soldi.

Cina, vendita record per il Mastino Tibetano

Dalla provincia orientale cinese dello Zhejiang giunge la notizia che un cucciolo di cane di razza mastino tibetano è stato venduto, nel corso di una fiera, per un milione e 500mila euro. A quanto sembra è il cane che è stato più pagato al mondo. Il cucciolotto, anche se dalle dimensioni tutto sembra fuorchè un cucciolo di cane, ha un anno, è alto ottanta centimetri e pesa novanta chili.

Enormi e spesso feroci, sono facilmente riconoscibili per una regale criniera che li fa assomigliare ai leoni.
Infatti è di qualche mese fa la notizia che uno zoo cinese, nella gabbia riservata al re della foresta, aveva truffato i visitatori mettendoci dentro un mastino tibetano. Il cucciolo record ha un anno, è alto 80 cm e pesa 90 chili

Il prezzo di questi cuccioli è sempre più alto: nel 2011 un cuccioletto di mastino tibetano venne venduto per un milione e centomila euro, mentre nel 2012 era arrivato a un milione e duecentomila euro. Ora siamo a un milione e mezzo.

In Cina i mastini tibetani sono considerati uno status symbol, sarà forse per le sembianze da re felino. Il Mastino Tibetano è una razza rara, considerata in Cina al pari del Panda e portatrice di salute e sicurezza. Un tesoro nazionale che giustificherebbe il costo elevato.

In Italia i mastini tibetani sono davvero pochissimi e, a dire il vero, nello stesso Tibet è quasi del tutto scomparso.
Sono cani dal carattere piuttosto difficile: distaccati e indipendenti, raramente lasciano trapelare le loro intenzioni. I mastini tibetani sono molto attaccati alla famiglia ed estremamente diffidenti verso gli estrani: il che significa che possono mordere senza pensarci due volte.

La razza discende dai cani utilizzati per la caccia da tribù nomadi dell’Asia centrale e il Tibet e sono feroci ma leali e protettivi.

Insomma un cucciolotto a quattro zampe a mo’ di panda per casa, col suo maestoso pelo e la sua regalità. Il mastino tibetano è tanto bello e raro quanto costoso.

Un sussidio annuo di novecento euro per i padroni di Fido

Croccantini, vaccinazioni, toelettatura, accessori: gli amici a quattro zampe hanno bisogno di cure adeguate che incidono inevitabilmente sul bilancio economico di una famiglia. E in tempi in cui la cinghia va stretta, per molti la strada più semplice è quella della separazione o, peggio, dell’abbandono.

Il Ministero della Sanità Zoofila, ha finalmente riconosciuto questi oneri a carico dei padroni di animali domestici, garantendo, a breve, un sussidio di novecento euro annui, volto a coprire le spese sostenute per gli amici pelosi, che dovranno necessariamente essere riconosciuti dalla FIC (Fédération Cynologique Internationale) o dalla FAC (Federation Animalesque Internationale).

Una spesa che andrebbe a bilanciare la somma versata dallo Stato per la gestione delle conseguenze dell’abbandono degli animali da compagnia, tra canili, accalappiacani e sterilizzazioni, che si aggira attorno ai tredici milioni di euro.

Un sussidio annuo di novecento euro per i padroni di Fido

Le famiglie con un nucleo di almeno due figli, potranno richiedere al proprio Comune di residenza, con i definiti requisiti di reddito, non superiore a € 20.766,33, il contributo a favore degli animali domestici. Affinchè la domanda venga accolta, oltre ai requisiti patrimoniali, il capofamiglia dovrà essere cittadino italiano, comunitario o in possesso di Carta di Soggiorno.

Documenti utili per la domanda, sono: un apposito modulo predisposto dal proprio Comune di residenza, la dichiarazione dei redditi, la copia del Libretto Sanitario dell’animale, delle foto in alta risoluzione che lo ritraggono in situazioni domestiche e in buone condizioni emotive e un campione delle feci e dell’urine dell’animale, che verranno tempestivamente utilizzate per fornire analisi dettagliate a testimonianza del fatto che sopravviverà almeno nell’anno solare successivo al momento in cui verrà ceduto l’assegno.