lunedì, 25 Novembre 2024

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Micol Olivieri tra il set e la vita privata (INTERVISTA)

Credit: daringtodo.com

A soli 22 anni, Micol Andrea Maria Olivieri è una famosa attrice italiana ma anche mamma a tempo pieno. Amatissima dai suoi seguaci di Instagram, e molto attiva anche su Facebook, pare che Micol stia vivendo un periodo splendido e di estrema felicità. La sua carriera da attrice le sta dando grandi soddisfazioni, così come la sua vita sentimentale: è infatti moglie del calciatore Christian Massella dal luglio 2014, e mamma, appunto, della piccola Arya, nata il 9 ottobre dell’anno scorso.
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Blog di Lifestyle è riuscito a intervistarla, ed ecco quello che ci ha raccontato.

Ciao Micol. Sei entrata nel cuore di molti come Alice de I Cesaroni, ci racconti chi sei e come sei nella vita di tutti i giorni?

Sono entrata come Alice, ma pare che adesso tutti conoscano meglio Micol. Sono una giovane mamma e moglie, entusiasta della vita e felice.

E invece, quanto c’è di tuo in Alice Cudicini?

In alcuni momenti c’è stato molto, soprattutto nelle prime serie e nella quinta… Nell’ultima invece ero lontana anni luce dal mio essere, ma ho accettato lo stesso la sfida.
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Cos’è la cosa che più ti emoziona del tuo lavoro?

Il mettersi in gioco, poter stimolare i vari aspetti della propria personalità.

Una curiosità, ti riguardi mai in televisione o al cinema?

Sì. Serve ad affinare le proprie capacità, mi critico a volte, ma a volte mi faccio anche complimenti!

Pur essendo giovanissima hai fatto molto nella vita: sei un’ottima attrice, sei sposata e hai una figlia. Ti senti realizzata a pieno? O vorresti cambiare qualcosa del tuo passato?

La realizzazione è una conquista che viene solo con il tempo, anche se percorrere il MIO cammino è già fonte di soddisfazione! Del mio passato potrei cambiare delle cose, ma in fondo, se ciò è servito a portarmi dove sono ora, non cambierei proprio nulla.

Quando hai annunciato di essere incinta il web ti ha mosso una marea di critiche per la tua giovane età. Te lo aspettavi? Cosa hai imparato da quest’esperienza?

No, onestamente non me lo aspettavo, ma il web ha metabolizzato in fretta ed è passato dalla critica alla vicinanza ed all’entusiasmo… Moltissime donne e ragazze mi hanno sostenuta, supportata e sono state felici per me.
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Che rapporto hai ora con i tuoi fan?

Adesso ho tantissime donne che mi seguono e la cosa mi rende orgogliosa e felice… È per questo che mi sento di condividere con loro pillole della mia vita quotidiana! Siamo diventati una sorta di “comunità virtuale”.

E con Christian? Com’è la vostra vita ora che Arya è entrata a farne parte?

Io e Christian sembriamo nati genitori… Ma in maniera allegra, siamo responsabili perché un figlio richiede questo, ma richiede soprattutto sentire di essere amato.

Che bimba è lei?

Arya è solare, sempre allegra, curiosa e iperattiva…. Forse troppo…. Tremo al pensiero di quando camminerà, le dovremo comperare casco integrale e guinzaglio!

Saluti i nostri lettori svelando loro i tuoi progetti futuri, sia lavorativi che familiari?

Certo: intanto ho terminato di girare un fotoromanzo per Grand Hotel, è stata un’esperienza interessante, perché nuova.. Ho scoperto UN MONDO, seri professionisti ed una macchina oliatissima… Vanno come dei caterpillar. Inoltre mi ha dato il tempo di rientrare in carreggiata dopo la gravidanza e il parto. Progetti familiari? Proseguire su questa strada di sicuro.

Paola Ogliari e la startup con un nome da uomo (INTERVISTA)

Che fatica essere donne.
Non solo nel privato, ma anche in ambito professionale, è risaputo, essere donna, a volte può penalizzare non poco. Tuttavia le donne hanno quel qualcosa in più che le permette di non arrendersi davanti a nulla, di rialzarsi sempre dopo una caduta, ma sopratutto di inventarsele di ogni tipo per ottenere i propri risultati. È quello che è successo a Paola Ogliari, imprenditrice e startupper italiana, che di lotte ne ha superate, e ne sta ancora affrontando tante. La prima tra tutte è quella di essersi “inventata” un socio uomo, perché da donna era poco credibile secondo il mercato.

Noi di Blog di Lifestyle l’abbiamo raggiunta per farci raccontare la sua storia e dare fiducia a tutte le donne che intendono affermarsi nel mondo del lavoro, senza necessariamente rinunciare alla loro voglia di maternità.

Ciao Paola, Blog di Lifestyle ha voluto raccontare una storia, la tua. Fondatrice di una startup innovativa tutta al femminile ma con un nome maschile. Come nasce l’idea?

Ciao Stefania. Ho deciso di aprire la mia società con il nome di Robert Cutty, ispirata dal film degli anni’90 Funny Money, una storia molto simile alla mia.
Nel mio caso, donna, non laureata, una creativa che si spacciava imprenditrice, che presentando il proprio progetto a grandi realtà pubbliche e private aveva sempre la stessa risposta “Bella idea, ma…”. C’era sempre un MA, senza che si sbloccasse mai nulla. Fino a quando ho pensato di cambiare strategia, trovando un paio di partner e recandomi agli appuntamenti accompagnata da un uomo, brillante e capace uomo d’affari. Come insegnano le regole della comunicazione, il dialogo tra simili è sempre vincente. Infatti ad ogni appuntamento trovavo uomini di una certa età, rigorosamente giacca e cravatta, che forse di creatività digitale ne sapevano gran poco.

Quali difficoltà hai incontrato nella realizzazione di questo progetto?

La mia startup innovativa si occupa di comunicazione e marketing, è stata aperta principalmente per lanciare il progetto SocialMi, un innovativo aggregatore digitale che si avvale di una piattaforma di servizi cross-mediali per favorire la rinascita economica delle piccole e medie attività poste sul territorio milanese.
Tra tutte le difficoltà dell’inizio, la prima, ancora attuale, è quella di reperire fondi per supportare la prima fase di lancio. Abbiamo aperto da soli otto mesi e da quattro abbiamo una sede operativa. Trovo assurdo che, invasi dalle notizie in merito di finanziamenti dedicati alle startup, i tempi per le risposte siano lunghi e le garanzie richieste sempre improponibili, per non parlare dei bandi, numerosi e lunghi moduli per i quali serve l’esperto.
L’assistenza per realizzare un business plan gratuito, almeno per partire, non esiste, per questo motivo diffidate di articoli che vi raccontano favolette metropolitane del tipo “Aperta start up con soli 20 euro”, ne servono almeno 750 euro, per aprire una srls (notaio + bolli).
Insomma, all’inizio tutti ti rendono le cose difficili: garanzie, numeri, certezze, se si chiama startup ci sarà un motivo!

Paola Ogliari e la startup con un nome da uomo (INTERVISTA)

Pensi che il tuo “essere donna” ti abbia penalizzata?

Essere donna mi ha decisamente rallentato. Certo che l’intuito femminile mi ha aiutato molto a recuperare il tempo perduto, avrei dovuto fidarmi del mio istinto parecchio tempo fa’, avrei aperto da almeno un anno.

Cosa c’è ancora da cambiare nel sistema socio economico e in particolare in quello lavorativo italiano in relazione alla posizione delle donne lavoratrici? Gli uomini sono davvero più “capaci”?

Credo che si debba intensificare e agevolare l’aggregazione di piccole e medie realtà, con un’attenzione ad aumentare in percentuale la presenza di forza lavoro “in rosa”, questo è l’unico modo per intensificare la presenza di noi donne anche in cariche più autorevoli, se la parità di diritti tra i due sessi significa per noi donne ricoprire in proporzione sempre minore, ruoli di rilievo rispetto agli uomini, meglio avere una legge che ne tuteli la nostra presenza in percentuale.
Per quanto riguarda le maggiori capacità degli uomini rispetto alle donne, credo che i primi siano sicuramente più portati per fare determinati lavori, e viceversa. Nell’ambito imprenditoriale noi donne abbiamo un’innata capacità organizzativa, ancora maggiore se mamma.

Che messaggio vorresti trasmettere a tutte le donne che si trovano ogni giorno a fare i conti con una realtà lavorativa ancora poco aperta alle figure di spicco femminili?

Non credo che imporsi “a seno scoperto” possa portare grandi risultati. Giocare d’astuzia porta senz’altro maggiori soddisfazioni, ad esempio dimostrare che ne sappiamo meno dei nostri colleghi uomini a volte serve parecchio, non dobbiamo sempre fare la parte delle maestrine, dobbiamo solo capire i tempi giusti per dimostrare (faticaccia, ma è la triste realtà).

Il suo team è tutto al femminile, sfatiamo il mito che tra donne non si lavora bene perché la competizione prende il sopravvento?

In effetti sono stupita anch’io. Ho sempre pensato che con gli uomini si lavorasse meglio ed ho capito solo ora perché, le donne che incontravo sul lavoro non le sceglievo io. A parte gli scherzi, le donne presenti nello staff, oltre ad essere belle, solari e piene di energia, sono molto itineranti, solo due figure full time e il resto o part time o in collaborazione occasionale, non c’è il tempo per litigare.

Nella società italiana una categoria ancora troppo poco tutelata è quella delle “Mamme lavoratrici”. La maternità è un tema scottante nell’ambito lavorativo. Spesso alcune donne sono “costrette” a rimandare o a rinunciare addirittura all’evoluzione fisiologica e naturale di diventare mamma per affermarsi nel lavoro. Cosa pensi si possa fare a riguardo?

Rispondo facendo riferimento ai nostri vicini di casa. La Francia è organizzata in maniera tale da permettere ad una donna di avere almeno due figli, senza essere discriminata sul posto di lavoro, godendo di tutti i benefici messi a disposizione dalla Stato. Io ho partorito la mia unica Sofia ancora quando ero libera professionista, tornando a lavoro dopo soli venti giorni, ricevendo l’indennità di maternità dopo due anni, quando mia figlia stava smettendo di portare i pannolini.
Devo anche ammettere di essere una mamma un pochino anomala, rispetto ad alcune amiche che una volta diventate mamme la loro unica preoccupazione è quella di richiedere una riduzione di orario o sparire dal posto di lavoro per due anni.
Ritengo sia fondamentale avere rispetto del nostro lavoro se vogliamo essere rispettate a pari degli uomini.

3 suggerimenti che ti senti di dare alle lettrici di Blog di Lifestyle.

Se avete un’idea realizzatela con persone positive, il buon umore aiuta ad affrontare le difficoltà specie all’inizio.
Il tempo è prezioso, ricordatelo anche a chi vi chiede di lavorare gratis, in fase di startup, a meno che optiate per una onlus.
Scegliere i migliori dipendenti e collaboratori permette di delegare lavorazioni importanti da subito, permettendoci di supervisionare alla fine, per concedersi una pausa ogni tanto.

Swatch per Expo 2015, Filippa Lagerbäck: “Un onore essere qui, le donne hanno potere” (INTERVISTA)

Filippa Lagerbäck, stupenda madrina dell’evento “Conto alla rovescia Swatch per Expo 2015 Milano”. A 51 giorni dal debutto ufficiale di Expo, è finalmente partito il countdown su un totem/orologio in via Luca Beltrami (davanti a Expo Gate).

È stata Swatch, Official Watch & TimeKeeper dell’Esposizione Universale, a dar via al magico e super affascinante conto alla rovescia: simbolica la scelta del numero 51, in quanto nella sua prima collezione (datata 1983) Swatch aveva proprio 51 pezzi, ed è stato per questo che ha voluto far scattare il countdown ufficiale a 51 giorni dall’inizio di Expo Milano. Lo start è stato dato alle 18.30, 11 marzo, da Carlo Giordanetti, Direttore Creativo Swatch, Laura Burdese, Country Manager Swatch Group Italia, Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, e dalla madrina d’eccezione Filippa Lagerbäck. La bellissima ed elegantissima svedese è da sempre vicina ai temi dell’ecologia, del benessere e della corretta alimentazione.

Filippa Lagerback;Giuseppe Sala;Laura Burdese;Carlo Giordanetti

Testimonial e madrina di questo evento, come ti senti?
Essere madrina, essere la “mamma”, il volto di questo evento mi fa sentire davvero speciale; è un onore per me essere qui. Manca ormai poco, 51 giorni, e siamo tutti emozionati.

Come riesci ad unire televisione, conduzioni, moda, fashion ed eventi glamour? Qual è il tuo segreto?
Se c’è un segreto, davvero, allora è “essere trasparenti”. Essere semplicemente se stessi, nella propria quotidianità, e quindi famiglia, lavoro e amici. Ho anche un blog, in cui mi racconto, e sono sempre io, così come mi vedete voi. Riesco ad essere più in contatto con gli altri e nasce così un bel dialogo. Rispondo sempre ai commenti sui social, mi interessa il confronto. Sono, in fondo, una persona molto timida. Fino a 25 anni ero silenziosissima e non parlavo con nessuno.

Pensi che Milano Expo 2015 possa davvero essere una buona opportunità per noi agli occhi del mondo intero?
Assolutamente sì, è un evento così grande e importante che sicuramente colpirà tutti. Siamo italiani, ce la facciamo sempre, anche nelle difficoltà. È davvero un’occasione per fare del bene e apparire agli occhi degli altri come un paese forte, ricco e bellissimo.

Rivelaci un segreto: com’è lavorare con Luciana Littizzetto?
Stupendo, c’è solidarietà femminile e tra di noi c’è davvero un buon rapporto. Le donne in tv (anche se sono poche) hanno molto potere e tutte le donne sono davvero forti, non hanno bisogno di altro, devono solo sostenersi tra di loro.

Laura Comolli, la nuova IT girl italiana (INTERVISTA)

Quale ragazza non sogna una vita da IT-Girl?
Laura Comolli è una delle fashion blogger italiane più promettenti; è presente alle sfilate di moda più importanti del mondo ed è stata fotografata da Vogue Italia, Glamour Paris, Elle Usa e W Magazine.
Il suo blog, Purses & I, è nato nel 2010 e l’ha resa una delle style blogger più seguite d’Italia.
Siamo riuscite ad incontrarla durante la Milano Fashion Week, per chiederle quali sono i segreti di una IT Girl.

Quale credi sia il motivo del successo del tuo blog?

Do consigli quotidiani di stile e ispirazioni per creare look diversi; si tratta di suggerimenti facili da seguire e a cui tutti possono ispirarsi senza troppe difficoltà. In poche parole: semplicità, eleganza, positività e allegria.

Dopo la New York Fashion Week le tue foto stanno facendo il giro del web, cosa credi abbia colpito i fotografi?

Credo che i miei look siano piaciuti perché ho cercato di creare outfit basici, puntando su pochi capi d’effetto e capaci di catturare l’attenzione. Ho indossato colori neutri e poche stampe: questa scelta è stata la chiave di questa fashion week.
La mia parola d’ordine è: effortless.


Il tuo blog ha una piccola star, la tua gattina Kiki. Tutti ci chiediamo come fai a scattarle delle foto così belle, raccontaci qualcosa in più di lei.

Kiki è entrata nella mia vita poco dopo avere aperto il blog: le mie lettrici si sono subito innamorate di lei. Del resto è davvero irresistibile con quel musino dolce e le sue espressioni buffe. La cosa incredibile è che si mette letteralmente in posa davanti alla macchina fotografica: è una blogger nata!

Grazie al blog hai avuto occasione di viaggiare moltissimo: quali sono i posti che ami di più? E le tue prossime mete?

New York è stata la mia ultima meta: mi ha letteralmente conquistata. Dopo Milano e Parigi partirò per Lisbona, mi aspetta un mese senza sosta!