venerdì, 3 Maggio 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Le migliori città veg in Europa? Sono 5 (IoVeg)

Credits: love2fly.iberia.com

Mangiare veg: un tempo una scelta difficile per i viaggiatori, ora non più. Sono sempre più numerosi i ristoranti nel mondo il cui menù ha subito notevoli variazioni proprio per andare incontro alle esigenze di un’utenza che, come quella vegetariana e vegana, diventa sempre più incisiva: e le diete vegetariana e vegana, del resto, non sono neanche più soltanto inquadrabili nell’ottica del ‘salutismo’ o dell’animalismo, ma stanno diventando dei veri e propri campi di sperimentazione per i grandi chef di fama internazionale.

La piattaforma online Wimdu, perciò, ha deciso di pubblicare la classifica delle città europee in cui la cucina vegetariana e vegana vengono preferite alle altre, una top 5 realizzata in base al maggior numero di hashtag ‘veggie’ utilizzati dagli utenti di Instagram.

5. Roma: la carbonara non è tutto

Al quinto posto, ecco la capitale italiana: nonostante gli innumerevoli piatti a base di carne presenti nella cucina italiana, la nostra dieta si presta in maniera ottimale ad essere declinata in senso vegetariano e vegano, dato l’uso massiccio che tra i nostri fornelli si fa di pasta e verdure. A Roma, nello specifico, si raccomanda un giro da La Capra Campa, ristorante e bistrot dove non solo si possono gustare piatti veg, ma si possono anche seguire corsi di cucina vegetariana e vegana.

4. Bruxelles: non solo istituzioni europee

La capitale belga non ospita solamente il grigiore della politica e della burocrazia di tutta Europa: Bruxelles è, invece, una città marcatamente veg e, qui, uno dei ristoranti più frequentati dai vegetariani è lo Tsampa, i cui locali si trovano nel retro di uno shop di prodotti biologici. La parola d’ordine, anche piuttosto efficace, è la semplicità: unire salute e sapore nelle pietanze per dimostrare che uno stile di vita alternativo non significa per forza fare sacrifici.

3. Berlino: capitale del mondo veg

Al terzo posto troviamo, invece, Berlino che proprio di recente è stata nominata ‘Capitale vegetariana nel mondo’ dalla nota rivista di cucina Saveur. Tantissimi i locali qui dedicati alla cucina veg, tra i quali però merita una menzione speciale il ristorante Samâdhi: portato avanti da ex rifugiati vietnamiti, il ristorante serve piatti tipici del sud-est asiatico, dai meno ai più piccanti.

2. Parigi: le super veg, c’est magnifique

Sul secondo gradino del podio c’è Parigi: una vera e propria sorpresa, se si pensa che la cuisine française si serve essenzialmente di carne e di foie gras. Ma per fortuna, qualcosa è cambiato: ora, nei bistrot degli Champs-Élysées si gustano spuntini vegani, sorseggiando ottimi bicchieri di vino. Tra i migliori di questi, la cantina Sol Semilla, dove tutte le portate in menù sono di una qualità talmente alta che persino il celeberrimo chef Alain Ducasse le ha raccomandate.

1. Londra: rock’n’veg

In vetta alla classifica troviamo la mitica capitale del Regno Unito: Londra, che si attesta definitivamente come la città europea più all’avanguardia anche nel settore del food. Qui, l’incontro di miriadi di culture diverse si riversa inevitabilmente anche nei piatti serviti nei ristoranti, tanto onnivori quanto veg. Elencare tutti quelli presenti a Londra sarebbe impossibile: guardandoli, però, da una prospettiva ‘rock’ (genere musicale di cui Londra è madre) è il Green Note il miglior locale vegano, che offre anche spettacoli di musica dal vivo. È qui che si sono esibiti grandi nomi della musica del calibro di Leonard Cohen o di Amy Winehouse.

Basta carne: così Adele perde 30 kg (loVeg)

Dopo aver dato alla luce il suo piccolo Angelo tre anni fa, era un po’ scomparsa dalla ‘showbiz’: riappare, così, di recente, visibilmente cambiata la cantante britannica Adele Adkins, che ha scelto di rivoluzionare completamente il suo stile di vita. Negli ultimi anni, infatti, non solo ha abbandonato le sigarette, ma ha anche smesso di mangiare carne, cambiamenti che l’hanno portata a una incredibile perdita di peso, testimoniata dalle foto in bianco e nero che lei stessa ha pubblicato dal suo account Instagram.

La decisione di intraprendere la strada vegetariana risale, in realtà, già al 2013, quando il dimagrimento risultò evidente già sulla copertina di Vogue Usa. Da quel momento, la giovane Adele non si è più fermata: si vocifera sia arrivata a perdere addirittura 30 chili, se non di più.

Intervistata dai giornalisti spagnoli de El País, la ventisettenne inglese ha dichiarato di essersi imposta una dieta priva oltre che di carne, anche di prodotti dolciari, cibi industriali estremamente raffinati e bevande gassate, scelte alimentari a cui ha accostato una maggiore attività fisica, dandosi al pilates e alle camminate a passo svelto. Infine, mediante l’ipnosi è riuscita anche a liberarsi dalla schiavitù delle sigarette.

Eppure, la bella Adele ci tiene a mettere l’accento sul fatto che tutte queste scelte da lei intraprese non sono affatto legate a motivi estetici, ma semplicemente a ragioni di salute. “Mai ho desiderato assomigliare alle ragazze da copertina. Io mi sento una rappresentante della stragrande maggioranza delle donne: è proprio questo che mi riempie di orgoglio“.

Vegan Chalk Challenge, la nuova campagna veg internazionale (Ioveg)

Credits: Vegan Chalk Challenge 'Il veganismo non è una dieta, è un risveglio'

Misteriosi messaggi stanno apparendo in luoghi pubblici di tutto il mondo: sono scritti in gesso e sono sempre positivi. Alcuni sono enormi, elaborati e artistici, altri semplici e diretti. Ma tutti sono focalizzati su di un solo argomento: il veganismo. “La pace comincia dal tuo piatto, diventa vegano” si legge su di un marciapiede in Sud Africa. “Diventa vegano per la vita degli animali e per la felicità di tutto il mondo“, recita un’altra a Castle Rock in Colorado.

Dall’Australia al Messico, passando per l’India e per la Germania, questi messaggi pro-vegan stanno proliferando ovunque, ma da dove sono partiti? Pare che l’idea per la campagna sia stata di un vegano di Raleigh in North Carolina, James DeAlto: “Avevo questa domanda che continuava ad assillarmi: ‘Cos’altro posso fare?’ – spiega l’attivista e videomaker americano – Così, un giorno, mentre passeggiavo col mio cane ho pensato: ‘C’è dell’asfalto qui. Perché non scriverci un messaggio?’. Avrebbe continuato ad essere visibile il giorno dopo, ma anche una settimana dopo, in modo da essere letto da sempre più gente. E poi, ho pensato che ci sarebbero potute essere anche altre persone che sarebbero state d’accordo a farlo anche loro“.

È stato così che la campagna Vegan Chalk Challenge ha visto la luce come evento Facebook nel Settembre del 2015: ad aderirvi, più di 1.200 persone, che hanno cominciato a bombardare la posta privata di James con le foto scattate ai messaggi scritti in gesso sugli asfalti di parcheggi, strade, luoghi pubblici. Quelle postate sulla pagina ufficiale riportano anche l’hashtag #VeganChalkChallenge.

L’obiettivo dell’iniziativa, secondo DeAlto, consiste principalmente nel divulgare consapevolezza e nel “ricordare alle persone che la parola con la V esiste eccome“, ma in un modo che non dev’essere per forza considerato invasivo o offensivo nei confronti dei carnivori. “Non è affatto una gara“, puntualizza James. “Anche distribuendo volantini, puoi essere considerato come qualcuno che vuole costringere gli altri a fare cose che non vogliono. Con questi messaggi, le persone hanno l’opportunità di scegliere se fermarsi e dare considerazione al messaggio o semplicemente continuare dritto per la propria strada. Chiunque abbia scritto un messaggio, poi, non è neanche più lì quando viene letto dagli altri: così non c’è nessun pregiudizio legato alle apparenze o alle impressioni che una persona può suscitare in un’altra“.

E, visto che il gesso è comunemente associato all’infanzia, DeAlto si augura che soprattutto i bambini vengano attratti da questi messaggi e, di conseguenza, entrino in contatto con l’idea di veganismo. Stando alla sua esperienza diretta, i piccoli hanno sempre cominciato a giocare al gioco della campana mentre scriveva i messaggi in gesso sull’asfalto.

Un risvolto inaspettato, invece, è stato notare quanto edificanti questi messaggi siano risultati per gli altri vegani. “Non è sempre facile essere vegani e c’è ancora un certo stigma che ne consegue, perciò spesso la gente si sente etichettata“, continua James, nel commentare come gli altri vegani abbiano espresso la loro entustiastica approvazione vedendo i messaggi scritti per strada.

All’oggi, con una nuova campagna lanciata per il 2016, DeAlto si augura che i vegani in tutto il mondo si procurino una scatola di gessetti e si mettano all’opera. “I vegani sono così impegnati nell’astenersi dal far male agli animali, perché non potrebbero impegnarsi nel diffondere e promuovere il veganismo?” si chiede l’attivista. “Mi piace l’idea di intraprendere un’azione collettiva. È un modo gioioso e colorato di divulgare un messaggio di pace, d’amore e di non violenza“.

Finora, le persone che hanno aderito alla nuova chiamata di ‘gessattivismo’ di DeAlto sono quasi un migliaio: le foto dei loro messaggi apparsi in tutto il mondo vengono regolarmente pubblicate sulla pagina ufficiale del Vegan Chalk Challenge su Facebook. Cosa aspettate a cliccare ‘mi piace’ e a condividere i vostri slogan?

Vegano anche il protagonista di Hunger Games (loVeg)

Benché non debba essere stato esattamente il set di Hunger Games a dargli l’ispirazione, Liam Hemsworth ha dato una svolta alla sua vita ed è diventato vegano: a rivelarlo è stato lui stesso nell’ultimo numero della rivista americana Men’s Health.

Quando gli è stato chiesto cosa l’avesse spinto a cambiare radicalmente il suo regime alimentare, abolendo la carne e prodotti e sottoprodotti di derivazione animale, il bel Liam ha risposto così: “L’ho fatto per la mia salute. E poi, dopo tutte le informazioni che ho raccolto a proposito del maltrattamento degli animali da allevamento, non potevo assolutamente continuare a mangiare carne. Più ne sono diventato consapevole e più difficile si è fatta, via via, la mia scelta: quando sei mesi fa sono andato dal nutrizionista per degli esami a cui dovevo sottopormi prima di mettermi a dieta, il responso che ho ottenuto non è stato del tutto favorevole. Il nutrizionista, nel vedere i risultati delle mie analisi, mi ha infatti rivelato che a causa delle caratteristiche del mio gruppo sanguigno io dovrei mangiare molta più carne rossa abitualmente. Così, ho seguito il suo consiglio: ho iniziato a mangiare molta più carne rossa, ma più ne consumavo peggio mi sentivo. In più, moltissimi miei amici sono vegani: uno tra tutti, Woody Harrelson, altro attore di Hunger Games, che è vegano da qualcosa come trent’anni ed è, in effetti, il responsabile della mia decisione definitiva. Perciò, dopo tutte le cose di cui ero venuto a conoscenza e il fatto che mi sentivo male proprio fisicamente, mi sono sentito in dovere di fare qualcosa di diverso e ho adottato uno stile di vita vegano. Ormai sono quasi cinque mesi“.

E, data la radicalità con cui Liam sta affrontando questa nuova dieta, pare che anche suo fratello Chris Hemsworth, celebre per aver interpretato il supereroe Thor, ne sia stato influenzato e abbia iniziato a mangiare più verdura.

Mi sento semplicemente meglio, mentalmente e fisicamente – dice Liam – Adoro sentirmi così: ho quasi l’impressione che abbia un effetto domino su tutto il resto della mia vita“.