giovedì, 2 Maggio 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Vegano anche il protagonista di Hunger Games (loVeg)

Benché non debba essere stato esattamente il set di Hunger Games a dargli l’ispirazione, Liam Hemsworth ha dato una svolta alla sua vita ed è diventato vegano: a rivelarlo è stato lui stesso nell’ultimo numero della rivista americana Men’s Health.

Quando gli è stato chiesto cosa l’avesse spinto a cambiare radicalmente il suo regime alimentare, abolendo la carne e prodotti e sottoprodotti di derivazione animale, il bel Liam ha risposto così: “L’ho fatto per la mia salute. E poi, dopo tutte le informazioni che ho raccolto a proposito del maltrattamento degli animali da allevamento, non potevo assolutamente continuare a mangiare carne. Più ne sono diventato consapevole e più difficile si è fatta, via via, la mia scelta: quando sei mesi fa sono andato dal nutrizionista per degli esami a cui dovevo sottopormi prima di mettermi a dieta, il responso che ho ottenuto non è stato del tutto favorevole. Il nutrizionista, nel vedere i risultati delle mie analisi, mi ha infatti rivelato che a causa delle caratteristiche del mio gruppo sanguigno io dovrei mangiare molta più carne rossa abitualmente. Così, ho seguito il suo consiglio: ho iniziato a mangiare molta più carne rossa, ma più ne consumavo peggio mi sentivo. In più, moltissimi miei amici sono vegani: uno tra tutti, Woody Harrelson, altro attore di Hunger Games, che è vegano da qualcosa come trent’anni ed è, in effetti, il responsabile della mia decisione definitiva. Perciò, dopo tutte le cose di cui ero venuto a conoscenza e il fatto che mi sentivo male proprio fisicamente, mi sono sentito in dovere di fare qualcosa di diverso e ho adottato uno stile di vita vegano. Ormai sono quasi cinque mesi“.

E, data la radicalità con cui Liam sta affrontando questa nuova dieta, pare che anche suo fratello Chris Hemsworth, celebre per aver interpretato il supereroe Thor, ne sia stato influenzato e abbia iniziato a mangiare più verdura.

Mi sento semplicemente meglio, mentalmente e fisicamente – dice Liam – Adoro sentirmi così: ho quasi l’impressione che abbia un effetto domino su tutto il resto della mia vita“.

A Napoli corsi di pasticceria veg (IoVeg)

Chi ha detto che latte, burro, panna e uova sono ingredienti imprescindibili per la preparazione di dolci? La pasticceria veg ne fa tranquillamente a meno, grazie all’impiego di prodotti biologici vegetali che, se sapientemente utilizzati, non nuocciono minimamente al sapore del nostro dessert, anzi. Un’arte dolciaria, questa, che verrà ben presto insegnata a Napoli, dove partiranno a brevissimo corsi per pasticcieri vegani presso la scuola di formazione professionale dell’Aciief, la cui iniziativa vuole proprio andare incontro alla richiesta sempre maggiore di quanti hanno deciso di abbracciare un’alimentazione priva di qualsiasi derivato di tipo animale.

La scelta di inserire un corso del genere va nella direzione di fornire agli allievi quel qualcosa in più che caratterizza il nostro modo di intendere la formazione professionale“, ha spiegato alla stampa la direttrice della scuola Aciief Dolores Cuomo.

Inoltre è del tutto possibile preparare dolci” ha aggiunto la Cuomo “senza ricorrere a ingredienti di derivazione animale. Un bravo pasticciere specializzato in cucina vegana deve avere una conoscenza vasta e approfondita delle farine, da quella di riso a quella di ceci“.

E dunque via lo zucchero raffinato per far spazio allo zucchero di canna integrale e al bando l’uso di farina di frumento 00, per far sì che, oltre a rappresentare una scelta etica, la pasticceria vegana preservi anche la nostra salute.

Una scelta che, insomma, riscontra sempre più consensi, a dimostrazione di quanto stiano aumentando sia la consapevolezza sia l’interesse per un’alimentazione che, se ben bilanciata, risulta essere tra le più etiche e sane.

Accanto al corso per pasticceri vegani, poi, Aciief ha organizzato anche il corso per dolci “a impatto glucosio zero”, destinato ai golosi che purtroppo soffrono di diabete.

Anna Kavaliunas, la vegana che sbugiarda i vegani (loVeg)

Il veganisimo, scelta etica o estetica? Per Anna Kavaliunas, non ci sono dubbi, è tutta una questione di vanità.
La maggior parte dei vegani – dice la ragazza in un’intervista rilasciata per il sito refinery29.comnon ammetterebbe mai che la propria scelta alimentare è dovuta al desiderio di essere magri. Naturalmente, ci sono molte ragioni per cui le persone diventano vegane: per protestare contro il maltrattamento degli animali, per boicottare le grosse aziende o sostenere le quelle più piccole e locali. Ma la verità è che c’è una larga fetta di vegani che vogliono semplicemente vedersi bene in un bikini a fascia, me compresa. Per noi la vanità trionfa sull’etica e cambiare il mondo è solo qualcosa di marginale“.

Anna diventa vegana, in effetti, dopo essersi trasferita a Los Angeles in California: “Vorrei poter dire che l’idea di rinunciare alla carne e ai prodotti caseari mi sia venuta vedendo un documentario straziante su come uccidono i polli, ma non è così. Ho aderito volentieri a questa moda vegana perché mi sembrava trendy, volevo essere una di Los Angeles: con un fisico in forma, bello, longilineo. Ma più andavo avanti, più cambiavo: non era una semplice dieta nuova, ma un cambiamento di identità. I miei amici mi facevano notare questa trasformazione, nel frattempo io diventavo sempre più magra, eppure quando avvolgevo il mio petto ossuto in un mini-top mi sentivo bene, non mi importava. Mi giustificavo dicendomi che era più che legittimo rifiutare il cibo spazzatura e le calorie in eccesso, ma la verità è che ho cominciato a privarmi di tutto: prima la carne, poi il glutine, poi mangiavo solo cibi a crudo. Ero ossessionata dal cibo, contavo ogni caloria, anche se stavo mangiando come un uccellino. Programmavo la mia vita in base alla palestra, mi allenavo almeno tre ore al giorno“.

Ossessionata dal cibo e dalla forma fisica, Anna comincia a perdere il contatto con la realtà: “Dicevo che era una scelta che avevo fatto per sentirmi meglio – prosegue la giovane vegana – Ma dov’era tutta la mia energia? Dove la serenità che dovrebbe accompagnare questo rigido regime alimentare? A prevalere in me era solo una costante sensazione di vuoto. Avevo eliminato il mio grasso corporeo, e assieme ad esso la mia vita sociale e la mia personalità. Ma piuttosto che ammettere che ero caduta in un circolo vizioso, mi nascondevo dietro al veganismo“.

Un giorno, poi, mi sono ritrovata a fissare per venti minuti una bistecca di controfiletto: era perfetta e rappresentava tutto quello che non ero più e che avevo perso, il mio senso dell’umorismo, le uscite con gli amici, il bere vino. Ormai c’era la nuova me: ossessionata dal cibo, con la sua lattuga fatta in casa, terrorizzata dal mangiare qualsiasi altra cosa. Non ho mangiato la bistecca quel giorno, sarebbe stato troppo facile. Non volevo tornare indietro ignorando l’esperienza maturata nell’ultimo anno: non avevo certo bisogno di un pezzo di carne per ritrovare me stessa. Piuttosto, dovevo iniziare una relazione con il mio corpo che avesse senso, per davvero“.

Anna è attualmente alla ricerca del suo equilibrio, ma non è semplice: il suo corpo è stato messo a dura prova dall’astinenza e dal consumo di pochi cibi semplici. “Darmi appuntamento è diventato un terno al lotto: mi bastano due bicchieri di pinot e sono già pronta a spogliarmi. Sono sempre vegana, ma non una militante. Sto imparando ad avere fiducia nel mio corpo, piuttosto che a fargli guerra quotidianamente. Finora, non avevo mai compreso quanto la mia personalità potesse essere influenzata da come e cosa mangiavo: il cibo non è soltanto un mix di macro e micro nutrienti, quello che mangiamo è alla base stessa della nostra identità“.

Pammies: le scarpe veg di Pamela Anderson (loVeg)

Dopo essersi cimentata in cucina, la nota attrice americana Pamela Anderson ha deciso di lanciare, in collaborazione anche con la designer francese Amélie Pichard, una nuova linea di scarpe e accessori vegan.

Le linee, a dire il vero, sono addirittura due: la prima è una collezione di stivali in simil-camoscio chiamati Pammies, così comodi che potrebbero essere indossati anche in spiaggia, a detta di Pam. Gli stivali ricordano molto il modello degli UGG boots, ma sono realizzati in materiali riciclati. Per ora, i modelli sono tre: i Cove Classic, gli Zuma e i Malibu. Dove comprarli? Sul sito PammiesLife.com, dove saranno disponibili a partire da ottobre.

La seconda linea, invece, è molto più ispirata agli anni ’90 e comprende 7 diversi modelli di scarpe e una borsa da mare. Tutta la collezione, frutto della collaborazione con la Pichard, è composta da articoli realizzati con plastiche, cotone, acrilici e gomma non tossici, perché, come ha lei stessa dichiarato, “i giovani vogliono fare scelte migliori quando si tratta di consumi, quando si tratta di moda. Abbiamo bisogno di opzioni sostenibili anche per quanto riguarda scarpe e borse“.

Questa seconda collezione, in particolare, rifletterà la passione dell’attrice per gli anni Novanta, con inserti di denim, materiali in plexiglass per i tacchi delle scarpe e suole in glitter argentato: “È grandioso che la moda di quegli anni sia in qualche modo riemersa. È un bene per me, ma anche per la mia carriera, per trovare sostegno e realizzare progetti di attivismo creativo come questi“, ha puntualizzato Pam.

La cerimonia di inaugurazione delle sue collezioni, prevista per il 10 dicembre a Los Angeles, si preannuncia un vero e proprio trionfo: “Il mio scopo? – conclude la Anderson – Quello di dimostrare che i vegani possono essere sexy, super divertenti e alla moda, oltre che pienamente consapevoli delle scelte che prendono“.