domenica, 28 Aprile 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Ma cosa mangi: il sushi, solo tendenza o anche salute?

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All’intramontabile pizza del sabato sera si è affiancata l’abitudine del sushi.
Ma è solo una tendenza,o fa anche bene alla salute e alla forma fisica?

L’ingrediente base è il riso, cereale estremamente digeribile e dal basso contenuto calorico, solitamente accompagnato da pesce, crudo o cotto, e verdure cotte al vapore.
In particolare il pesce, ricco in omega 3, rende questa pietanza un naturale elisir di giovinezza che fa bene al nostro cuore e alle arterie. Condimenti come oli e grassi sono sostituiti dall’aceto di riso e dalla soia che, oltre ad avere proprietà antibatteriche, antiossidanti e depurative, ci aiutano a ridurre le calorie introdotte con il pasto, alleggerendo quindi anche l’ago della bilancia.

Il wasabi, la tipica salsa verde che accompagna il sushi ottenuto dalla radice del rafano, una pianta erbacea, è un alimento ricco in vitamina C e dall’importante azione digestiva, così come le alghe marine, e nello specifico l’alga nori, rappresentano un concentrato naturale di sali minerali e vitamine del gruppo A, B e C, un vero toccasana per il benessere del nostro organismo.

È un alimento dal basso contenuto calorico. Infatti una porzione media costituita da circa 30gr di riso con un ripieno di salmone o tonno, mediamente 4-5 “quadratini” o “palline”, contiene in media dalle 150Kcal alle 190 Kcal. Considerando inoltre che il suo contenuto viene generalmente o cotto al vapore o impiegato crudo, ci permette di ridurre anche la quantità di oli e di grassi impiegati durante la cottura.
Ma attenzione ai crostacei ed ai molluschi: infatti sebbene abbiano un basso contenuto in grassi presentano un consistente contenuto in colesterolo.

Quindi sì alla tendenza, ma occhio anche alla salute. Oltre ad essere un alimento intrigante e per molti delizioso, è sicuramente un prodotto naturale, equilibrato, sano, leggero e saziante. Del resto sarà un caso che l’aspettativa media di vita dei giapponesi è la più elevata al mondo?

Una buona alimentazione è amica della salute.

Dieta flexitarian: la moda del momento

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La dieta flexitarian deriva dalla combinazione delle parole flexibile (flessibile) e vegetarian (vegetariano).
Ideata dalla nutrizionista americana Dawn Jackson Blatner la dieta flexitarian sta spopolando tra le star di Hollywood.

Si tratta di un regime alimentare vegetariano ma flessibile perché prevede due volte alla settimana il consumo di proteine animali.
Promossa anche dall’attrice Gwyneth Paltrow, la dieta è articolata in un regime alimentare tra le 1300 e le 1500 calorie giornaliere, quantità che deve essere definita in base ai singoli soggetti, e che promette di perdere fino a 4 chili in poco tempo e senza troppe rinunce.

Cosa mangiare

La dieta flexitarian prevede principalmente il consumo tutti i giorni di frutta e verdura, cereali meglio se integrali e in chicchi, legumi, che rappresentano la principale fonte proteica, derivati della soia, come il tofu, e piccole fonti di proteine animali come carne, pesce, uova e latticini.
Questi alimenti infatti dovranno essere consumati non più di due volte alla settimana.

Aggiungendo ai piatti verdura e frutta si diminuirà di conseguenza la quota di carni ricche di grassi saturi e quella di carboidrati raffinati.

Bisogna inoltre combinare le proteine vegetali nel modo giusto: se consumate da sole, l’assimilazione della componente proteica risulta dimezzata rispetto alla carne. È consigliata quindi la loro associazione sempre a dei cereali.

Tra gli alimenti favorevoli emerge invece l’avena, ricca di fibre e proteine, mentre sono esclusi gli alimenti lievitati, quali pane e pizza, e gli zuccheri raffinati.

La colazione raccomandata da questo regime alimentare prevede il consumo di una bevanda a base di riso o di avena, fette biscottate integrali, pane integrale di segale, fiocchi d’orzo, crusca d’avena, frutta secca o fresca, yogurt magri vegetali. È possibile aggiungere una bevanda calda a piacere come il the verde.

Per il pranzo è prevista una buona porzione di verdure, preferendole cotte al vapore, quali carote, zucchine, cavolfiore, carciofi, associandole a dei cereali quali pasta e riso, preferendoli integrali. Il pasto va terminato con della frutta.

Previsti inoltre gli spuntini, preferendo principalmente frutta fresca o uno yogurt magro.

Il pasto serale della cena prevede invece piatti unici e nutrienti, ricchi in fibre, impiegando ad esempio il riso basmati, l’orzo in chicchi associandolo ad una pozione di legumi e di verdura fresca. Quando invece il piano alimentare prevede il consumo di proteine animali, allora è possibile inserire pesce, carni bianche e carni rosse associate sempre ad una porzione di verdura. Anche la cena va conclusa con il consumo della frutta.

Il parere dell’esperto

La dieta flexitarian evidenzia uno dei principali problemi dell’alimentazione degli occidentali rappresentato dall’eccessivo consumo di carne.

Tuttavia non è corretto correlare la riduzione del consumo di carne e di proteine di origine animale alla perdita del peso corporeo.
Questa infatti può rappresentare o una scelta di tipo etico, o necessaria in base al proprio stato di salute o dettata semplicemente da quelle che sono le preferenze alimentari soggettive.

Del resto anche la dieta mediterranea, patrimonio dell’UNESCO, non consiglia un consumo giornaliero di alimenti di origine animale ma pone alla base della sua piramide il consumo di frutta, verdura e cereali.

Di conseguenza più che una nuova tipologia di dieta, la flexitarian è una rivisitazione della dieta mediterranea, ponendo delle frequenze di consumo differenti, preferendo principalmente i prodotti di origine vegetale.

Ricordiamoci sempre: le diete sono degli atti medici che vanno elaborate considerando aspetti multifattoriali del soggetto, il suo stato di salute, lo stile di vita ed eventuali predisposizioni genetiche. Per questo motivo facciamo attenzione ai metodi fai da te ed alle tendenze del momento, ma rivolgiamoci sempre ad uno specialista del settore che saprà elaborare in maniera personalizzata il programma alimentare più idoneo per evitare importanti complicazioni cliniche.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Tutti i segreti per mangiare fuori casa rimanendo in forma

Credits photo: www.getrealgurlsnutrition.com

Imparare a mangiare fuori casa in maniera sana non è una missione impossibile come molte persone possono pensare. Spesso infatti, se si sta seguendo un regime alimentare controllato, si è convinti di dover rinunciare alla propria vita sociale, rinunciando quindi ad inviti ed uscite con gli amici.
Stesso problema per tutti coloro che invece, per motivi di lavoro, sono costretti a pause pranzo fuori casa.
Questo non è vero, l’importante è seguire qualche piccolo accorgimento per evitare di commettere degli errori alimentari

Non saltare mai la colazione

È buona norma imparare ad effettuare sempre 5 piccoli pasti al giorno, in quanto arrivare ad uno stato di completo digiuno al pasto principale è estremamente dannoso per il nostro organismo.
Infatti oltre a favorire l’aumento del peso corporeo, dovuto ad un rallentamento del metabolismo, saltare la colazione aumenta anche il rischio di malnutrizione.

Spinti da un elevato senso di fame il risultato sarà quello di mangiare molto di più, introducendo quindi più calorie di quelle necessarie e, soprattutto, scegliendo preparazioni molto veloci, ricche in carboidrati e grassi.

Scegliere preparazioni semplici

Partiamo dalla considerazione che il cibo che possiamo consumare al bar, alla tavola calda o al ristorante non viene preparato come lo cucineremmo noi a casa.
I condimenti e le modalità di cottura impiegate sicuramente sono il primo elemento da valutare al momento dell’ordinazione.
La maggior parte dei cibi presenteranno un elevato quantitativo di zuccheri, grassi saturi e calorie, non concessi dal regime alimentare ipocalorico che stiamo seguendo.

Controllare e limitare il consumo di cibi ricchi in grassi, soprattutto quelli saturi, non è semplice quando si mangia fuori casa in quanto non si conosce la qualità, la quantità e la tipologia delle materie prime impiegate nella preparazione dei cibi. Il rischio di consumare cibi ricchi in grassi saturi è quindi elevato che non solo rappresenta un pericolo per la nostra forma fisica, ma è soprattutto pericoloso per il nostro benessere e la nostra salute.

Il primo segreto quindi è cercare di evitare tutte quelle preparazioni estremamente laboriose, snack preconfezionati, fritture, cibi ricchi di salse e condimenti che potrebbero far lievitare non solo il valore calorico delle pietanze, ma anche il nostro girovita.

Via libera quindi a preparazioni alla griglia o alla brace, sia di carne che di pesce, piatti unici come insalate miste, insalate di riso, di pasta. Evitiamo invece di consumare un pasto completo (antipasto, primo, secondo, dolce, frutta), scegliendo invece sempre un contorno a base di verdura senza condimento. In questo modo potremmo dosare noi stesso i quantitativi di olio necessari.

Attenzione inoltre ai risotti! Sebbene il riso sia un alimento estremamente indicato per coloro che seguono una dieta ipocalorica grazie alle sue proprietà disintossicanti e diuretiche, ricordiamoci che nei ristoranti i risotti verranno cucinati utilizzando principalmente burro, e che quindi ben si allontana da una preparazione domestica.

Attenzione ai pasti sostitutivi

Barrette, polveri da sciogliere in acqua dai gusti più disparati, budini, dessert e tanti altri ancora. I pasti sostitutivi ormai sono sempre di più.

Ma siamo sicuri che rappresentano una valida e salutare alternativa?
Sebbene rappresentino un’opzione veloce e pratica per chi mangia fuori casa, dal contenuto calorico contenuto, e dall’interessante potere saziante dovuto ad un quantitativo superiore di fibre vegetali, attenzione alle controindicazioni.
Il loro elevato contenuto in proteine potrebbe, a lungo andare, affaticare fegato e reni, l’elevato quantitativo di zuccheri non rappresentare la scelta nutrizionale più corretta per coloro che seguono un regime alimentare ipoglucidico e creare anche delle sintomatologie carenziali per la mancanza di molti nutrienti essenziali.
Attenzione inoltre alle tracce di glutine, latte e uova che potrebbero contenere, specialmente laddove ci sia una condizione di allergia o intolleranza conclamata.

Il consiglio? Meglio fermarsi ed ordinare una bella insalata mista di verdure ed ortaggi, pesce o carne o formaggi ligth, il tutto condito da olio d’oliva. Questa si che rappresenta la combinazione giusta per restare in forma e salute senza però rinunciare al gusto e alla vita sociale.

Una buona alimentazione è amica della salute.

In forma con la dieta alcalina

Credits photo: www.curarsialnaturale.it

Ideata dallo statunitense Robert Young, la dieta alcalina si basa sul principio di mantenere bassi i livelli di sostanze acide nel sangue.
Il pH del sangue sarebbe infatti correlato al bilancio delle sostanze acide e basiche correlate anche dalle sostanze che introduciamo per via alimentare.

Per Robert Young è fondamentale ridurre e limitare, a livello alimentare, l’introduzione di specifici nutrienti che contribuirebbero ad acidificare il sangue, identificato come principale causa del sovrappeso, dell’insorgenza di malattie quali ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari, neoplasie, nonché della ritenzione idrica.

Il regime alimentare è stato testato da diverse star come Kate Hudson ed Elle Macpherson e, abbinato ad uno specifico programma di allenamento brasiliano, promette di ottenere un corpo muscoloso, magro e tonico.

Quali sono quindi gli alimenti concessi e quelli da escludere?

Gli alimenti concessi: cosa mangiare

Via libera a tutti quegli alimenti che presentano un pH alcalino quali verdura come sedano, carote, crucifere quali broccoli e cavolfiori, spinaci e zucca.
Perfetta anche la frutta tra cui gli agrumi, arancia e pompelmo, banana, pera, uva, mango, avocado, fragole e ciliegie.
Per quanto riguarda la quota proteica va bene assumere sia la quota animale derivante dal pesce come il tonno, la spigola ed il salmone, sia quella di origine vegetale derivate principalmente dai legumi quali ceci, fagioli, piselli e lenticchie.

Punto cardine della dieta è l’acqua. Young suggerisce di consumarne almeno 2 litri al giorno, meglio se depurata ed alaclinizzata, ovvero il cui pH finale risulti essere uguale o superiore a 9.5. Ottimo anche il thè verde, o delle tisane depurative.

Per Young tutti questi alimenti devono costituire circa il 70-80% del fabbisogno energetico quotidiano.
Queste indicazioni alimentari associate ad uno stile di vita sano che preveda una moderata attività fisica ed un corretto riposo notturno, almeno 8 ore, rappresenterebbero la strategia vincente per mantenersi in forma ed in salute.

Gli alimenti vietati: cosa limitare

Nella lista nera compaiono principalmente la carne, le uova, formaggi e latticini, il pomodoro, la frutta secca, il cioccolato e tutti gli zuccheri raffinati.

Limitazione anche per il pane, tutti i prodotti da forno preparati con farine raffinate, dolci, bibite zuccherate.
Seguono i cereali raffinati (riso, orzo, farro etc) che vanno sostituiti con piccole porzioni delle loro alternative integrali. L’unico cereale non acidificante è il miglio, da mangiare a volontà.

Tutti questi alimenti sono definiti acidificanti, e quindi potenzialmente dannosi per il nostro organismo in quanto determinerebbero un’acidificazione del sangue.

Alcune considerazioni

Come tutti i regimi alimentari che prevedono l’esclusione di alcuni alimenti, anche la dieta alcanina presenta vantaggi e svantaggi.

Sicuramente è da valutare positivamente l’elevato apporto di fibre introdotte con la dieta visto l’elevato consumo di verdure, il corretto quantitativo di acqua e la necessità di praticare una moderata attività fisica ogni giorno.

Dall’altra parte invece resta pur sempre un regime alimentare abbastanza restrittivo in cui la riduzione o la completa assenza di determinati nutrienti potrebbe comportare sindromi carenziali.
Inoltre non sono disponibili evidenze e dati scientifici che confermino i benefici sulla nostra salute e la riduzione dell’incidenza di diverse malattie come affermato da Young.

Allo stesso modo le variazioni del pH sanguigno sostenute da questa metodologia restano del tutto aleatorie in quanto non supportate da pubblicazioni e studi di carattere scientifico.
Se davvero riuscissimo ad alcalinizzare il nostro pH, andremmo in alcalosi metabolica, una situazione che accade in alcune malattie e che richiede un immediato intervento medico, perché può essere potenzialmente mortale.

Gli alimenti sono dei preziosi alleati per il nostro benessere e per il mantenimento del nostro stato di salute ma ogni regime alimentare deve essere valutato e studiato in base alle specifiche necessità e condizioni cliniche del soggetto in esame.

La stessa dieta alcalina se non valutata in base allo stato di salute del soggetto può comportare seri rischi per la salute. Infatti mentre da una parte la riduzione di alimenti ricchi in acido urico ed ossalati di calcio potrebbe essere benefico nei soggetti affetti da iperuricemia, o gotta, dall’altra parte l’elevato apporto di potassio potrebbe essere dannoso nei soggetti ipertesi o affetti da disfunzioni renali.

Attualmente non esiste un regime alimentare in grado di assicurare e favorire il benessere fisico, clinico e mentale di tutti gli individui, ma esistono alimenti preziosi che, se abbinati in maniera corretta, bilanciata ed in base alle specifiche esigenze individuali, possono essere importanti alleati della nostra salute.

Una buona alimentazione è amica della salute.