lunedì, 18 Novembre 2024

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Zaino in spalla, con Paese che vai si gira il mondo

Distrutto un tempio antico per costruire una strada

Credit: artemagazine.it

Belize, America Centrale, uno stato che confina con il Messico, è bagnato dal Mar dei Caraibi e non è di certo noto per le sue dimensioni. Si tratta di un paradiso paesaggistico e una fonte illimitata di notizie storiche, che in questi anni sta conoscendo il male del mondo. Sì, perché è in corso una massiccia distruzione di reperti archeologici, non per motivi politici o terroristici, ma perché questi materiali vengano destini alla costruzione di strade urbane. Una compagnia di costruzioni, ad esempio, ha distrutto una delle piramidi Maya più grandi costruita proprio Belize 2300 anni fa.

L’antico complesso di Noh Mul (che significa “la grande struttura”) fu infatti eretto secoli fa in una zona dove ad oggi la compagnia di costruzioni sopracitata ha deciso di andare a cercare della roccia per farci una strada. I Maya, a loro volta, costruirono questa “grande struttura” con strumenti di pietra, scavando nel terreno per cercare quella adatta. Ovviamente senza l’uso dei macchinari odierni.

Ma pare che questo interessi ben poco a tutti quanti. Nonostante fosse in un terreno privato, la legislazione locale ha delle leggi che prevedono l’abbattimento di strutture storiche, quelle stesse che gli operai della ditta di costruzioni non si sono accorti di rovinare con le loro ruspe e i loro bulldozer.
Ebbene sì, pare che non le abbiano viste. Il dirigente dei lavori si discolpa dicendo che la zona era disseminata da coltivazioni di canne da zucchero, senza la minima presenza di roccia o materiali che ricordassero un antico tempio Maya.
Ma ovviamente, come fanno notare gli archeologi, il Noh Mul è alto circa 30 metri, ed è impossibile da scambiare con una collina naturale, anche per il fatto che la sua posizione è nota a tutti i locali, compresi gli operai della compagnia di costruzioni.

Secondo il direttore dell’Istituto di Archeologia e il Dipartimento del Ministero di Turismo e Cultura, questo è stato un grande gesto di ignoranza e sensibilità, solo in nome dell’industrializzazione e del commercio.
Come dargli torto?!

Lost Lake, il misterioso lago dell’Oregon (VIDEO)

Credit photo: www.gorgeflyshop.com

Lost Lake: un nome, un mistero. Un lago “fantasma” quello che si trova tra le montagne dell’Oregon centrale, che sembra essere governato da strani poteri magici. Ma in realtà si tratta solo della bellezza di Madre Natura, capace di cose veramente spettacolari: le acque di questo Lost Lake, infatti, scompaiono e ricompaiono periodicamente. Avete presente quando si riempie d’acqua un lavandino chiudendolo con il tappo e poi, togliendolo, si svuota? Ecco l’effetto è proprio come quello.

Però, mentre l’acqua del lavandino sappiamo tutti che va giù nelle tubature, dove va a finire l’acqua del fiume quando per quel determinato periodo sembra essere scomparsa? In una voragine, situata nel letto del lago, sul lato nord. Questa voragine ha origini geologiche, essendo il residuo di un tunnel di lava, che però si è raffreddato solamente nella parte più esterna. E, a causa di un’eruzione, una parte di questo tunnel è crollato: in questo modo si è formato quel tubo che fa da passaggio per l’acqua del Lost Lake.

Purtroppo, alcuni turisti – forse curiosi di sapere se il loro potere potesse essere superiore a quello della natura – hanno provato a tappare il buco del lago, gettandoci dentro dei detriti. Il loro intento, per fortuna, è stato vano. Niente può essere più forte della natura e dell’acqua, che riempie e svuota il lago a suo piacimento.

In autunno l’acqua inizia a cadere nel buco, anche grazie all’aumento delle piogge. Caduta che continua anche durante tutto l’inverno, tanto che l’acqua che esce è più di quella che entra: il lago, in questo periodo, rimane sempre pieno. Mentre in estate succede esattamente l’opposto: il Lost Lake diventa una sorta di prato, dove non c’è nemmeno la minima ombra dell’acqua dei mesi precedenti.

Palmira, un incrocio di culture antiche che stiamo perdendo (FOTO)

L’Isis ha conquistato la città siriana di Palmira, e il suo famoso sito archeologico, arrivando ad avere in mano metà della Siria. E così, per mano di chi non sa cosa sia la bellezza, la morte di un pezzo di pianeta che non ha eguali è sempre più vicina.

Palmira è conosciuta da tutto il mondo come la “sposa del deserto”, è una città Patrimonio dell’Umanità, e simbolo di un antico incrocio di culture diverse che ora rivivono nelle rovine che ancora oggi affascinano migliaia di turisti.

È stata soprannominata “sposa del deserto” per via della sua posizione strategia, snodo commerciale per le carovane del deserto dirette sia verso Oriente che verso Roma, e per il legame con l’arido territorio in cui sorge. Nel 19 d.C Palmira fu annessa alla provincia romana della Siria, ma per via della sua ricchezza e della sua bellezza riuscì a mantenere una certa autonomia, tanto da essere dichiarata città libera, neanche un secolo più tardo.

Ciò nonostante, l’influenza romana è ben evidente nei monumenti e nelle rovine come il tempio di Bel (o Baal) costruito sotto nel periodo di annessione ai romani, consacrato tra il 32 e il 38 dopo Cristo. Questo edificio è di una bellezza indescrivibile, ma secoli fa era ancora più meraviglioso: il tetto, ad oggi distrutto, distrutto del santuario era ricoperto d’oro.

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Prima della guerra civile in Siria il sito archeologico di Palmira riceveva più di 150 mila turisti all’anno, ma ora le sue rovine, sotto la furia dell’Isis, andranno prima distrutte e poi dimenticate, purtroppo come tanti altri capolavori.

Aruba, il gioiello dei Caraibi (FOTO)

Credit photo: www.arubamarriottresort.com

A largo del Mare Caraibico, tra le isole Antille, ce n’è una perfetta per chi non può fare a meno del caldo – nemmeno in inverno – per chi vuole sempre avere l’abbronzatura – anche fuori stagione – e per chi ama concedersi qualche giorno di relax.

Un’isola forse meno famosa delle vicine – per esempio Saint Barth – ma in grado di promuovere diversi valori, come quello eco-friendly e anti-spreco. Tutto questo è Aruba: sole, mare, vento e relax. Ma la località, tra tutti gli splendidi luoghi che la compongono, ne ha alcuni che non potete perdervi una volta arrivati sul posto.

Bucuti & Tara Beach Resorts

Credit photo: www.abctravel.nl
Credit photo: www.abctravel.nl

L’hotel entra di diritto nelle Top list degli alberghi di Aruba, per la sua eleganza e l’offerta varia per i suoi ospiti: camere e suite vista Oceano, piscina jacuzzi, ristorante sulla spiaggia nel più totale silenzio, nel rispetto della natura dell’isola.
Senza contare che TripAdvisor l’ha eletto tra i 10 hotel più romantici del mondo, adatto a tutte le coppie, anche per un’indimenticabile luna di miele.

Pinchos Grill & Bar

Credit photo: www.arubachamber.com
Credit photo: www.arubachamber.com

Il vero e proprio locale caraibico, su una piattaforma galleggiante sull’acqua ed illuminato da lanterne e candele. I tavoli sono pochi, la cucina è molto varia ed in grado di attirare anche i più schizzinosi e scettici. Assolutamente da provare, almeno una volta nella vita.

Aruba Aloe Museo

Credit photo: offerteviaggio.myblog.it
Credit photo: offerteviaggio.myblog.it

Questo museo celebra la pianta-rimedio dell’aloe, da fine Ottocento quando arrivò sull’isola. Si racconta la sua storia, le proprietà benefiche e viene mostrata la lavorazione, utile per preparare prodotti per la cosmesi. Una gita culturale e molto salutare.

Yoga & Spa

Credit photo: thetravelyogi.com
Credit photo: thetravelyogi.com

In questo spettacolare centro benessere ce c’è per tutti: sedute di watsu, lezioni di yoga, massaggi. Il tutto ovviamente può essere fatto anche nel nuovo padiglione all’aria aperta, sulla spiaggia, a bordo mare. Dove siete coperti solamente da un tettuccio in paglia e da teli con effetto vedo-non vedo.

Villette

Credit photo: limboaruba.com
Credit photo: limboaruba.com

Sono situate tutte lungo la strada dell’Arashi beach, arrivando fino al faro che domina la parte nord-occidentale dell’isola. Sono villette belle e molto curate, con o senza piscina e vista mare. La spiaggia è molto vicina a tutte, che però non ne posseggono una privata perché la sabbia è bene pubblico.

Butterfly Farm

Credit photo: www.thebutterflyfarm.com
Credit photo: www.thebutterflyfarm.com

Il giardino tropicale della Butterfly Farm racconta l’affascinante mistero dell’evoluzione delle farfalle, che da piccoli bruchi diventano splendide. Questo giardino accoglie e alleva specie provenienti da tutto il mondo, facendo osservare ciò che si può solo immaginare.