lunedì, 25 Novembre 2024

Interviste

Home Interviste Pagina 10

Ah ma è Lercio, lo sporco che fa notizia (INTERVISTA)

Ci sono quelle notizie talmente paradossali da sembrare impossibili, e poi ci sono quelle non notizie confezionate ad arte per essere paradossali, con un mix di humor e ironia. E i maestri in fatto di satira 2.0 sono loro, quelli di Lercio, il sito che ogni giorno fa il verso ai titoli sensazionalistici e alle notizie dal click facile. Tutti ce le andiamo a leggere le loro non notizie, pur sapendo che sono caricature dei tempi che corrono.
Nato da un’idea di Michele Incollu, Lercio si è formato all’interno di Acido Lattico, il collettivo di alcuni autori della rubrica La Palestra, che portava il nome di Daniele Luttazzi. Da lì, è stato un rincorrersi di non notizie che hanno fatto il giro del web, fino al riconoscimento ai Macchianera Italian Awards 2014 con il premio nelle categorie “Miglior siti” e “Miglior battuta”.

Che cosa c’è dietro il mondo di Lercio? Io ho provato a chiederlo direttamente a loro, in un’intervista semi seria tutta da ridere a Fabel, Max, Pat, Andrea, Mattia, Vik, sei autori della redazione.

Non vi chiederò come siate nati, perché vi chiamate Lercio, quanti siete e cosa c’è dietro il vostro mondo. Però una domanda banale me la dovete concedere (a cui sono certa non saprete rispondere): come nascono le vostre non notizie?

Fabel: Cercheremo di non risponderti come tu pensi ti avremmo risposto: nascono da una derivazione fisiologica del nostro cervello, mediante partenogenesi nel nostro immaginario inseminato da fette di realtà. Poi grazie a particolari serie di complesse connessioni neurologiche, note anche come sinapsi, riportiamo le notizie attraverso un complesso software di lettura del pensiero.

Oramai la gente vi conosce e sa che i vostri link sono ovviamente caricati per assurdo, nonostante ciò alcuni continuano a crederci. Dobbiamo preoccuparci?

Max: Sarebbe interessante verificare se un titolo come “Apocalisse zombie sventata. Gli egizi predissero il ritorno in vita delle mummie nel 2012 e le legarono bene” potesse portare ad un’ondata di violenza nei musei. Non a caso, la prefazione del nostro libro l’ha scritta Orson Welles.

C’è una non notizia della quale andate particolarmente fieri?

Max: Tra le primissime citerei: “Misterioso remo rinvenuto in spiaggia“, “Cina: liberato pozzo ostruito da un bambino“, “India, bambino con quattro braccia si rifiuta di imparare a suonare il piano “,” Surfista cerca l’onda perfetta inconsapevole dei suoi numerosi difetti“.

Pat: In generale di tutte quelle che sorprendono e/o si avverano: “… il Governo Letta aveva posto la fiducia sul decreto e quindi temeva una possibile imboscata dei renziani, ansiosi di farlo cadere per mandare al Governo il loro leader o anche solo Renzi“.

Tutto è talmente paradossale, che è nato anche Ah ma non è lercio con le vere notizie assurde del nostro Paese. Cosa vi sentite di dire a chi ha osato paragonarsi a voi?

Fabel: Che non siamo i primi e non saremo gli ultimi, ma la Madonna di Like a Virgin era decisamente migliore di quella di True blue.

Andrea M: Con quelli di Ah ma non è Lercio ci facciamo una buona pubblicità reciproca. Col tempo abbiamo scoperto che sempre più spesso accadono sorprendenti corto-circuiti tra la realtà, la sua rappresentazione giornalistica “reale” e la parodia che noi ne facciamo.

Una domanda pseudoseria: il vostro è un modo per fare satira, o semplice disaffezione per il giornalismo?

Max: Entrambe le cose, assieme alla smania ossessivo-complusiva di trovare la battuta letale teorizzata dai Monty Python.

Fabel: Di disaffezione per la satira

Mattia P: È sicuramente un modo per fare satira e possiamo rilevare una piccola emancipazione rispetto al nostro modo di scrivere battute satiriche di alcuni anni fa, legato al semplice commento di una notizia. Oggi possiamo lavorare più di fantasia e… stop, ho scritto già troppe parole ancorandomi alla realtà.

Vik: È il nostro modo di esprimere punti di vista satirici, la disaffezione ad un certo tipo giornalismo è una conseguenza.

Il successo sui social e ora siete finiti anche in libreria, con “Un anno Lercio, il 2014 come non l’avete mai letto”. Finirete anche voi accanto ai libri di Gramellini nelle librerie IKEA per sostituire quelli finti?

Andrea M: È già successo: durante la notte “Un anno Lercio” ha buttato a terra tutti i libri di Gramellini.

Pat: Non solo: il nostro libro si è rivelato molto più solido di tanti mobili da cucina.

Il 2015 è appena iniziato, ma qual è la cosa più assurda che avete scritto per questo primo mese?

Max: “Scienziato inventa segnalibro mentale per riprendere il sogno dove si era interrotto
Inventato un computer in grado di amare ma incapace di fare le addizioni

Vik: “Se avete bambini in casa non cagate in un calzino il giorno della Befana“.

Pat: E questa intervista.

Twittami Beautiful: un laboratorio virtuale che commenta la soap (INTERVISTA)

Twittami Beautiful è un hashtag entrato da un paio d’anni nei Top Trend italiani su Twitter, diventando in breve tempo un fenomeno che riunisce un gruppo di ragazzi con la passione per la soap americana Beautiful. All’ora di pranzo, ore 13:40 circa, entrando su Twitter è possibile scorrere tra l’hashtag #twittamibeautiful e leggere gli irriverenti commenti degli utenti di mezza Italia alla soap più seguita al mondo.

Gli amministratori di Twittami Beautiful hanno raccontato a Blog di Lifestyle l’origine dell’idea dell’hashtag, la passione per la soap, e i loro progetti futuri.

Ciao ragazzi, vi presentate ai lettori di Blog di Lifestyle?

#twittamibeautiful è il nuovo modo di guardare Beautiful; una sorta di divano che corre lungo l’Italia, pronto a commentare e criticare le assurde situazioni che vivono i protagonisti della soap. Ogni giorno ci scateniamo su Twitter a partire dalle 13.40 (minuto più, minuto meno). #twittamibeautiful è anche un laboratorio creativo virtuale, in cui ognuno mette le proprie abilità: c’è chi crea fumetti, chi riedita le scene in chiave comica con i meme, chi scrive sui personaggi e gli eventi. Tutto sempre in maniera ironica, per offrire agli utenti contenuti che consentano loro di alleggerire la realtà.

Da fan della soap opera americana “Beautiful”, come è nata l’idea di lanciare l’hashtag #twittamiBeautiful?

All’inizio eravamo un piccolo gruppo e commentavamo Beautiful attraverso il semplice hashtag #beautiful ma in breve ci siamo resi conto che si perdeva nel flusso e si rischiava di confondersi con altre 1000 cose fuori contesto. A quel punto ne abbiamo creato uno nostro: #twittamibeautiful. Abbiamo creato l’account @twbeautiful, la pagina facebook, il blog e adesso interagiamo con gli attori ed i doppiatori.

10891673_708877982543578_4761398836585839559_n

Siete seguitissimi sui social network. Più di 2 mila followers su twitter e più di 3 mila su facebook. Avreste mai immaginato tali numeri?

No. Sono numeri che non avremmo mai creduto potessero associarsi ad un fenomeno come il nostro. Sapevamo che Beautiful era seguito, ma non pensavamo che il nostro hashtag avrebbe portato nuovi spettatori alla soap.

Quanto conta per voi interagire con i fan che vi seguono?

È fondamentale. Siamo una community e #twittamibeautiful è di tutti. Ognuno può portare del suo.

#twittamiBeautiful a parte, voi quanto utilizzare i social network?

Troppo vale come risposta? Scherzi a parte, alcuni di noi con i social media ci lavorano quindi è una cosa che fa parte della nostra vita di tutti i giorni. Ormai il web e i Social Network hanno invaso e digitalizzato le nostre vite. Che sia per svago o per lavoro, siamo sempre super connessi. E non ci limitiamo al web genericamente inteso: siamo anche presenti su una web radio, una volta la settimana: ci ospitano gli amici di radiostonata.com per parlare della nostra community e commentare i tweet dei nostri followers. Anche la conduttrice, Alessandra M. Segneri, è una nostra grande fan!

Fumetto11

Cos’è cambiato dai telespettatori degli anni ’90 rispetto a quelli degli ultimi anni? Ritrovate le stesse persone che seguivano Beautiful anche vent’anni fa?

Alcuni “anziani” ci sono. Ci accorgiamo della trama che non torna e rimpiangiamo “i personaggi sperduti” chissà dove. Molti, invece, sono giovani che hanno iniziato a seguirlo da poco tempo e si sono appassionati. Riteniamo che le trame “young” introdotte dagli autori di B&B abbiano coinvolto moltissimi giovani – tra i nostri followers, infatti, ci sono studenti delle scuole superiori ed universitari. Negli ultimi tempi, però, i telespettatori di Beautiful sono poco contenti di assistere spesso a un cattivo trattamento del prodotto, continuamente soggetto a tagli e ridimensionamenti delle puntate e ci aiutano a portare avanti la nostra battaglia contro questo atteggiamento della rete.

Avete progetti per il futuro?

Progetti per il futuro? Vogliamo andare a Los Angeles, ovvio!

Ci lasciate un messaggio per i lettori di “Blog di Lifestyle”?

Un saluto ai lettori di Blog di Lifestyle. Continuate (o iniziate!) a seguirci su Twitter e Facebook e passate a leggere i post su www.twittamibeautiful.it per rimanere sempre aggiornati sulla nostra soap preferita.

Simple&Madama: ecco cosa c’è dietro le quinte (INTERVISTA)

Lorenza Di Sepio è una semplicissima ragazza con la passione per il disegno, i fumetti e per le situazioni di coppia. Sicuramente la maggior parte di voi la conosce come la “madre” di Simple&Madama, la serie di vignette che sta spopolando su Facebook e sul web in generale.

Lorenza si è raccontata a Blog di Lifestyle e ci ha svelato cosa c’è dietro le quinte di Simple&Madama ma sopratutto ci ha dato anche qualche anticipazione interessante per gli appassionati del genere.

Ciao Lorenza. Simple&Madama, un successo esorbitante. Lo conoscono tutti e moltissimi si riconoscono nelle storie raccontate dalle tue vignette.
Come nascono questi due personaggi? E soprattutto quanto di te e della tua vita privata c’è in questo progetto?

Ciao Stefania e grazie. A te e a tutta la redazione di Blog di Lifestyle.
I personaggi spuntano fuori totalmente per caso, il progetto poi gli è stato costruito attorno grazie al riscontro positivo che ho avuto sul web.

Ho iniziato con delle vignette sul mio privato, spedite via mms (quando ancora non avevo uno smartphone serio e tutte le app del caso!) e successivamente postate sul mio blog per poterle condividere con le persone che ho accanto.

Poi hanno iniziato a chiamarmi, per avvisarmi che le avevano “rubate” per metterle sui social, dove le condivisioni e gli apprezzamenti sono volati alle stelle!

Ho capito così che molte delle esperienze o gaffe non erano solo una mia esclusiva, che in tanti si ritrovavano in questa o quella situazione, per cui ho deciso di allargare il cerchio raccontando non solo di me, ma anche di chi ho intorno, o dei luoghi comuni.


Perché hai scelto questi nomi?

Ammetto di non averci pensato molto, sono nati per gioco così come i personaggi.

Il punto di partenza è stato Madama. Come nome lo trovo estremamente evocativo per il caratterino di questo personaggio così umorale, permaloso e un po’ pepato.

Simple, beh, sta a sottolineare il complementare, la semplicità, la genuinità e la pazienza del suo compagno di avventure.

Che poi, lungi da me fare categorie sessiste, gioco solo sull’esasperazione di uno stereotipo!

È stato da poco presentato il tuo libro “La scintilla” e a seguire è prevista l’uscita di una serie di volumi. Ci racconti qualcosa del libro?

E’ una bellissima esperienza che mi è stata offerta da Magic Press Edizioni. Quando ho iniziato il progetto (…e anche durante il suo svolgimento!) non avrei mai immaginato questa occasione e ancora mi stupisco e mi emoziono.

Abbiamo lavorato tanto per trovare un giusto compromesso tra la realizzazione di un progetto editoriale vero, come volevano loro e il preservare la mia natura essenziale e sintetica delle “pillole”, come volevo io.

Alla fine abbiamo creato questo ibrido, un volume di 64 pagine con una storia svolta in parte con una narrazione più classica, in parte con le pillole che tanto piacciono in rete.

Il primo volume, La Scintilla, parte ovviamente dall’inizio. Il primo incontro, il primo appuntamento…e tutte le complicazioni del caso!

Il secondo volume è previsto per San Valentino e sarà l’evoluzione della loro situazione, ma non posso davvero dire altro. Rovinerei l’effetto freddura.

Il terzo sarà a seguire, previsto intorno a maggio o giugno, con un tema più estivo e vacanziero. Poi quarto, quinto, ecc insomma, spero di fare una lunga e coloratissima collana!

Le vignette di Simple&Madama affascinano in particolar modo le ragazze, che evidentemente si rispecchiano nella figura di Madama. Ti aspettavi tutto successo? E soprattutto come te lo spieghi?

No, assolutamente!
Come detto anche prima, credevo che le mie vignette (soprattutto le primissime) rappresentassero delle assurdità della mia vita. Trovare tante altre ragazze (ma anche tanti ragazzi!) a condividerle e commentarle mi ha fatto capire quanto invece sia normale.

Si potrebbe dire che dal punto di vista psicologico e sociale, per me è stata quasi una terapia!

Poi, oltre ai contenuti, c’è anche da dire che parte del successo è dovuto proprio ai social e alla visibilità che riescono a dare.


Soffermiamoci un attimo su Madama. Bel caratterino, lunatica, una rappresentazione abbastanza fedele dello stereotipo della donna. Siamo davvero tutte così?

Io lo sono, ma…poveri Simple, spero non sia così anche per tutte le altre!

A parte gli scherzi, il carattere di Madama è ovviamente un’esasperazione del luogo comune della donna. Però non c’è neanche da demonizzarlo tanto, anzi.

La gelosia, la sindrome premestruale, le fissazioni in genere, per addolcire tutto, bisogna imparare a scherzarci su. Come dico sempre: negarlo è il primo sintomo!
Simple&Madama: ecco cosa c'è dietro le quinte (INTERVISTA)
Simple invece è molto più accondiscendente, tenero, affettuoso. Questo è il tipo di uomo che la donna desidera al suo fianco?
Simple&Madama: ecco cosa c'è dietro le quinte (INTERVISTA)
Simple è così perché è “la spalla” perfetta per Madama.

Anche qui ho giocato sul luogo comune del fidanzato tipico.

Non è necessariamente così che deve essere un uomo ma, per quanto mi riguarda, la caratteristica fondamentale e imprescindibile è la gentilezza ed il rispetto verso la donna che si ha accanto.

Le vicende dei due protagonisti sembrano scenette di vita quotidiana realmente accadute. Cosa ti ispira ogni giorno?

Adesso che il progetto è cresciuto, così come la visibilità, cerco di trarre spunto da ogni cosa…per accontentare più lettori possibile, che peraltro sono aumentati tantissimo!

Quindi mi guardo attorno e in qualsiasi situazione, da una cena fuori, una gita fuori porta, una festa con amici o alla fermata del bus, mi appunto ciò che vedo e che potrebbe funzionare. O ciò che mi ispira di più.

A volte faccio anche qualche vignetta sull’attualità, ma davvero di rado. Mi piace lasciare Simple&Madama puliti dai discorsi sulla politica, gossip sporco, o calcio.

Simple&Madama: ecco cosa c'è dietro le quinte (INTERVISTA)
Il mondo del disegno in generale è una passione che richiede sacrifici, costanza e soprattutto una grande determinazione. Non è un mondo facile in cui vivere e lavorare, la competizione è spietata molto più che in altri settori. Quando hai capito che questo sarebbe diventato il tuo lavoro e non sarebbe rimasto semplicemente un hobby?

Mi fanno piacere queste tue parole.
Di solito, questo, è un settore che viene screditato, sottovalutato. La determinazione sta prima di tutto nell’affrontare tutte quelle persone che ti dicono di trovare un lavoro vero!

Comunque non so risponderti su quand’è stato il momento in cui ho realizzato di volerci lavorare, perché per me è sempre stato così.

Non avevo nemmeno 10 anni, che davanti alla tv ero già decisa a fare i cartoni animati.

Nonostante il veto da parte dei miei genitori, che mi ha portata a fare una scuola che non fosse il liceo artistico, ho continuato a sperimentare e studiare da autodidatta fino alla maturità.

Poi la svolta è arrivata con la Scuola Internazionale di Comics, dove ho imparato le tecniche di animazione 2D e che mi ha permesso di iniziare subito a lavorare.

Simple&Madama è subentrato come un’extra, le vignette le realizzo nelle pause, nei weekend, oppure di notte. Adesso che il progetto ha sgomitato prendendo più spazio di quanto pensassi, l’ho integrato nelle ore lavorative.

Ci sono delle caratteristiche necessarie per sfondare in questo settore?

Come hai detto tu, la determinazione.
E’ un lavoro che richiede umiltà, perché non si finisce mai di imparare. E basta farsi un giro sul web per trovare qualcuno molto più bravo di te. O più esperto, o più aggiornato. Un’altra prerogativa essenziale è sicuramente un sano spirito di sacrificio!

Sono state tante le serate in cui sono stata invitata al cinema, o al pub, o una domenica al mare e così via, ma quando ci sono le consegne, vanno rispettate.

Progetti per questo 2015 appena iniziato?

Ho appena concluso il secondo libro, a breve inizierò a lavorare sul terzo.

In aggiunta, ci sono in arrivo il sito ufficiale, tanti gadget e collaborazioni, come quella con Screenweek.
A parte questo, che non è poco, preferisco non buttare troppa carne al fuoco. Meglio fare una cosa per volta, ma fatta bene!

Juls’ Kitchen, in cucina ci vuole passione (INTERVISTA)

Credits photo: Tommaso Galli

Una passione che prende forma tra cibo e fotografia. Stiamo parlando di Giulia Scarpaleggia meglio nota come la blogger di Juls’ kitchen, la sua cucina virtuale, un rifugio ma anche uno spazio per divertirsi.
Attiva dal 2009, la Juls’ Kitchen si è ampliata di anno in anno, pronta ad ospitare chiunque voglia fermarsi per sperimentare nuovi sapori e gusti.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo intervistato Giulia per scoprire qualcosa in più su di lei e sulla sua solare cucina.

Ciao Giulia, sul tuo blog ti definisci “una sognatrice, un’ottimista e una food blogger a tempo pieno”. Ti contraddistingue una grande positività, quanto ti ha aiutata per arrivare fin qui?

Direi fondamentale, e per due ragioni. Da una parte io credo a quello che dice Walt Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo. Questo mi ha spinta a lavorare duramente per realizzare i miei sogni, convinta che se avessi applicato una costanza pari alla passione questi si sarebbero realizzati. E a quanto pare, ha funzionato.
Dall’altra, questa stessa positività può essere contagiosa, e creare una buona risposta nei miei lettori che nel tempo hanno apprezzato questa energia che ho messo nella cucina e nei miei racconti.

Dopo anni in cui hai fatto altre esperienze sei approdata al mondo della cucina, ci racconti quando hai capito che il tuo posto era tra i fornelli?

Ho sempre amato cucinare, fin da piccolina. L’amore per il cibo è sempre stato qualcosa di innato, il sottofondo di ogni momento della mia vita. La consapevolezza di questo amore, invece, è molto più recente, è arrivata attorno ai 20 anni. La cucina da semplice passatempo è diventata piano piano il modo naturale di esprimermi. Alle feste mi si poteva trovare in cucina, alle riunioni di famiglia ai fornelli… Stavo bene quando cucinavo e facevo star bene gli altri.
Ho aperto un blog quasi per gioco, e questo mi ha fatto aprire gli occhi su quale fosse la mia vera passione. Per la prima volta non avevo paura di impegnarmi, di dedicarmi al 100% a qualcosa. A quel punto mi son resa conto che la cucina poteva essere qualcosa di più.

Sono tanti i blog di cucina sul web, il tuo Juls’ kitchen ha come filo conduttore la cucina toscana e in generale il territorio: credi che sia questo il segreto del tuo successo?

Ho scelto una nicchia, e questa nicchia ha avuto la fortuna di essere la cucina toscana, amata già in tutto il mondo. Questo sicuramente ha aiutato, perché sono entrata in uno spazio in cui già erano presenti appassionati, amanti della cucina toscana e del suo territorio. A volte questa nicchia mi va un po’ stretta, perché io non cucino solo toscano, però mese dopo mese, anno dopo anno, mi sono specializzata e questo mi è tornato utile, tanto nei corsi di cucina quanto nel materiale che avevo a disposizione per il blog.

Juls' Kitchen, in cucina ci vuole passione (INTERVISTA)Hai scelto di avere un blog in inglese, che riscontro hai all’estero? Chi si interessa maggiormente alla tua cucina?

Se in Italia c’è concorrenza, all’estero questa concorrenza è moltiplicata esponenzialmente. I miei lettori sono soprattutto italiani, per un buon 60%, ma ho una fetta di lettori stranieri, soprattutto americani e inglesi. Quello che mi sorprende è ricevere email di italoamericani che cercano ricette della loro infanzia, o di nonne americane che cucinano le mie torte ai loro nipoti.
Il blog, poi, è anche un ottimo canale di promozione per i miei corsi di cucina. Tanti mi trovano attraverso il blog e mi dicono che hanno già fatto ricette ancor prima del corso di cucina.

Oltre a scrivere e a stare dietro ai fornelli sei anche insegnante: che caratteristiche deve avere chi si approccia a questo mondo?

A costo di ripetermi, tanta passione. Se riesci a contagiare i tuoi studenti con la tua passione, si abbattono tante barriere e sono pronti a seguirti in un percorso di gusti e profumi che a volta li lascia del tutti sorpresi. È anche importante essere aperti, perché nel momento in cui insegni impari anche tantissimi da chi hai di fronte.

A quale ingrediente Giulia non rinuncerebbe mai?

L’olio extravergine di oliva, quello buono, intenso e profumato. È fondamentale nella mia cucina!

Ci lasci con un consiglio per i nostri lettori, un piatto facile da preparare per stupire una persona speciale…

Il quattro quarti agli agrumi è un dolce che mi ha portato fortuna, che è servito proprio a stupire una persona speciale.
Direi che è perfetta come ricetta, veloce, semplice ma deliziosa.