martedì, 26 Novembre 2024

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Platinette: “Le donne della tv hanno una grande forza di volontà” (INTERVISTA)

Platinette e Simone Gerace danno vita a “Sei Donna?” un dialogo semiserio sulle donne in televisione. Nel dialogo tra Mauro Coruzzi (in arte Platinette) e Simone Gerace si parla di televisione, o meglio, delle conduttrici televisive e, in generale, del ruolo della donna in TV rispetto ai loro colleghi uomini.

Attraverso una bellissima e divertente analisi della televisione degli ultimi 50 anni, ecco come la donna riesce a delinearsi davanti al piccolo schermo, conquistando sempre più il pubblico e scavalcando, di gran lunga, i loro colleghi. Qual è il segreto di tanta bravura? Platinette ha scelto di raccontarsi, in esclusiva, per i lettori di Blog di Lifestyle.

“Dialogo semiserio sulle donne in televisione”: com’è stato scrivere questo libro?

Avendo impostato il libro in una serie di lettere, come quelle che si scrivevano una volta, i due autori hanno lavorato separatamente con un meccanismo di scrittura tale per cui uno passava la palla all’altro e nessuno sapeva cos’avrebbe proposto alla fine della lettera se non quando la lettera la riceveva. Abbiamo scritto sotto l’impulso della passione per “la donna” in tv e ci siamo incontrati grazie ad una puntata di Barbara d’Urso. Siamo diventati amici, abbiamo continuato a scambiarci opinioni sulle donne della televisione, abbiamo cercato di mettere in risalto alcune delle qualità che addirittura nella vita quotidiana non vengono messe mai in evidenza.

Nel libro si parla di “girl power”, il potere delle donne: che cos’è e da dove nasce?

La televisione di oggi: se non ci fossero queste donne è come se spegnessi la tv, perché non c’è un momento della giornata in cui non ci siano una o più figure femminili al lavoro, al momento stesso, in concorrenza l’una con l’altra, di fronte alla rivalità inevitabile dei numeri, sia che sia in prima serata sia che sia la mattina presto. Le figure come la Carlucci o la De Filippi, Barbara d’Urso, Cristina Parodi, Benedetta Parodi… è un continuo vedere donne in televisione 24h su 24: sono solo donne; uomini così bravi e capaci di affrontare l’intrattenimento così come fanno le donne non ce ne sono, forse perché questi si vergognano un po’ di farlo, si sentono troppo grandi giornalisti e considerano questa realtà come distante. Molti sono, però, gli uomini bravi in tv come Fabrizio Frizzi o Carlo Conti.

Come riescono queste donne a combinare successo e professionalità come armi in più?

Ciascuna ha un suo “sistema”, ma ci sono elementi che possono risultare comuni: se penso a Barbara d’Urso o Lorella Cuccarini mi viene subito in mente una forza di volontà molto forte, così tanto da riuscire a far realizzare loro un obiettivo; questo viene perseguito con una mente molto chiara. Se oggi sono così è tutto un enorme sforzo di qualità. È una questione anche di atteggiamento.

Quanto conta la bellezza al femminile in tv?

Dipende da chi se la porta addosso come una necessità. Non ce n’è una nella storia dello spettacolo che non abbia chiaramente almeno fatto ricorso alla chirurgia estetica. Ciò che noi vediamo bello è quello che ci convince sugli altri. Capisco che per loro la bellezza possa rappresentare un’angoscia e che molte di loro possano essere ritoccate, rifatte: le più grandi entertainer della televisione, non italiana ma americana, come Joan Rivers, che io ho amato per la sua crudeltà e la sua cattiveria, hanno fatto ricorso a più o meno evidenti “ritocchini”. Se si vanno a confrontare le sue foto da più giovane con le foto dell’ultima fase prima di morire si vede una differenza netta, ma comunque il suo modo di fare televisione è rimasto lo stesso, la sua cattiveria era una cattiveria che non risparmiava addirittura neanche se stessa.

Signorine del tubo catodico: quanto ha funzionato ad oggi il modello letterina/valletta, basti pensare a Ilary Blasi o Elisabetta Canalis?

Non c’è una regola. Un po’ come la storia del Grande Fratello: chi l’avrebbe mai detto che da quel programma sarebbero usciti attori di cinema e palcoscenico, conduttori; chi l’avrebbe detto che avrebbero generato fenomeni come Tarricone? Non è la provenienza che conta, ma la possibilità che la provenienza ti può dare. Tra le grandi ragazze della tv, e non solo, ce n’è una bravissima, Roberta Lanfranchi. Tutti gli altri sono spariti e non è un caso.

Apparenza e finzione vs. realtà e verità: in quali percentuali ci sono queste due opposte componenti in tv?

Se si fa un programma, come si faceva una volta, di moda, quelli molto raffinati e senza conduzione o con la conduzione appena accennata, l’apparenza non solo è la forma ma il tutto. Secondo quello che si dice Alessia Marcuzzi sarà la conduttrice dell’Isola dei Famosi : in quel caso non è importante se lei quest’anno metterà qualche esponente della moda o meno, ma come lo farà.

Qual è il tuo modello ideale di televisione femminile?

La televisione che sia capace, come non accade più, di intercettare la verità che non sono quelle dei ruoli. Mi piacerebbe una tv di confessioni, di emozioni forti, raccontata con la verità, che può essere anche una naturalmente pericolosissima, perché tu sei volontariamente messo in gioco. Una tv davvero vera, non un insieme di costruzioni ad hoc. Anche se fare una televisione così non è per niente facile. Adesso la tv è dissanguata, la mania dei social l’ha distrutta.

Cosa ne pensi della tv urlata?

Tutto il bene possibile, almeno rimango sveglio. Litigano in maniera urlata molto di più i politici. Vedere Tina Cipollari con un anziano corteggiatore e farne nascere un litigio da vicolo di paese dell’entroterra non mi scandalizza per niente, anzi.

Quanta meritocrazia c’è davvero in tv?

Non credo che ci sia: si devono fare i numeri, la pubblicità, quindi perché certi programmi che non funzionano vengono riproposti? Forse perché c’è una grande pressione dietro. La meritocrazia non è un valore uguale per tutti: chi va in onda perché fa numeri e chi va in onda nonostante non faccia numeri. Barbara d’Urso non ha nessuna forza, senza non i numeri che fa e probabilmente sono quelli il segno della meritocrazia.

Quale può essere il futuro per le donne in tv?

Non ce n’è uno solo fino a quando non ci sarà un direttore di rete donna come è accaduto adesso con Mediaset.

Curvy Pride: la rivincita delle donne formose (INTERVISTA)

Ieri, a Bologna, si è svolta la seconda edizione del “Curvy Pride”, il flash mob per dire basta alla “dittatura della taglia 38”. Perchè magro non significa necessariamente bello. La mente dietro questa manifestazione è Marianna Lo Preiato, imprenditrice, napoletana di origine.

L’obiettivo del Curvy Pride è quello di dar voce alle taglie morbide, perchè dietro ogni taglia c’è una persona.
L’evento sta avendo sempre più successo e sempre più attenzione da parte di tutti.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo intervistato proprio Marianna Lo Preiato che ci ha parlato dell’evento, ma non solo.

Ciao, Marianna, innanzitutto ti presenti alle nostre lettrici?

Io sono Marianna Lo Preiato, sono napoletana, ho 42 anni, sono un’imprenditrice, sposata e con una figlia di 13 anni.

Ieri si è tenuto a Bologna il “curvy pride”, un flash mob per rilanciare le forme della donna, quella in carne, in salute. Come nasce l’idea?

L’idea nasce perchè, avendo un negozio di abbigliamento per forme morbide, l’esperienza del mio lavoro mi porta a voler dire al “mondo intero” che non solo le donne magre, filiformi possono avere successo o essere privilegiate sotto vari punti di vista. Per esempio spesso non si riesce a trovare vestiti della propria taglia in un negozio. La maggioranza siamo noi – anche io sono una donna morbida- e il messaggio che ci trasmettono i media, i social network, le pagine dei giornali non è veritiero.
Questo è il secondo anno che organizzo il curvy pride. Io parlo del quotidiano, di quello che può essere il disagio di una donna, una ragazza che entra in un negozio e non trova la propria taglia, magari una 46 e sentirsi discriminata. Come se non ti devi vestire, non devi trovare nulla per te, perchè i modelli dei nostri stilisti, dei nostri brand arrivano fino alla 44. Insieme alla mia esperienza, al comune di Bologna che ha appoggiato questa iniziativa, alla Fanep che cura i disturbi alimentari da 30 anni e all’agenzia che mi ha aiutato a realizzarlo, Studio Endorfine, questa iniziativa è stato un gran successo.
Noi non facciamo assolutamente la lotta contro la magrezza o la festa del grasso. Assolutamente. Ma la cosa importante è l’equilibrio mentale. Si può avere la 42 e stare bene come si può avere 5 chili in più ed essere ugualmente sani e belli. La nostra vita non deve essere condizionata dai chili perchè dietro questi chili ci sono delle persone, delle donne, e molte volte ci sono anche dei dolori. Io mi sono battuta molto, perchè le mie donne, le mie femmes, mi hanno regalato tanto e io ho voluto portare avanti questo messaggio. L’anno scorso sono venute 100 donne, quest’anno 300. E noi da lunedì già inizieremo a lavorare per il curvy pride 2015, perchè il messaggio che diamo è positivo.

Un grande successo, la partecipazione di più di 300 persone. Vediamo la figura della donna curvy in tutte le opere d’arte più famose. Da sempre, la donna formosa è sinonimo di femminilità e bellezza. Perchè oggi vige la “dittatura della taglia 38” per così dire? Cosa è cambiato in questi anni?

La colpa è degli stilisti, che hanno portato in passerella top model magrissime. Negli anni ’90 Naomi Campbell ed altre erano l’eccezione e nessuno mai si sarebbe permesso di dire che sembrassero anoressiche perchè non avevano un’eccessiva magrezza, non sembravano aver patito. Erano nate così, altissime, bellissime e levissime. Da li in poi è scattato qualcosa. Tutti si sono voluti mettere a quel livello. C’è stata una guerra tra queste donne. In realtà, a mio avviso credo sia una violenza anche per loro. Pensa ad una donna di spettacolo, che se non è bella, magra e tirata sempre non la fanno lavorare. Ma non si è sempre giovani. Fino a ieri avevo 30 anni ora ne ho 42, ma io la mia vita la vivo ugualmente anzi, vado avanti nei miei progetti. Loro sono penalizzate in tante cose. Noi dobbiamo portare avanti il messaggio della “normalità”, anche di un’imperfezione che ti rende unica, bellissima.
Il messaggio va a queste ragazze, che stando sui social, aldilà dell’equilibrio familiare, nella loro testa può scattare qualcosa e possono iniziare a pensare: “oddio, non sono bella” “sono obesa” “non mi vorrà nessuno”. Come si fa a crescere dei figli così?

Sono previsti altre eventi simili in altre città?

Adesso noi ci mettiamo di nuovo al lavoro per il 2015 e poi vediamo gli sviluppi che ne verranno fuori. Sicuramente c’è stata una grande attenzione, il Messaggero ci ha dedicato un’intera pagina, Tgcom24, Italia1 ci hanno dato molta attenzione. Ma non sono solo io, c’è Studio Endorfine che crea l’evento e la Fanep e il comune di Bologna che ha aderito.

Il curvy pride ha voluto sostenere la Onlus Fanep che si occupa di disturbi del comportamento alimentare. Anoressia e Bulimia, sono due delle malattie più comuni tra le ragazze sotto i 25 anni. Due facce della stessa medaglia o due mali uno all’opposto dell’altro?

Sono due facce della stessa medaglia, perchè uno va dietro all’altro.

Purtroppo è recente la vicenda del ragazzino di 14 anni di Napoli, vittima di sevizie e bullismo perché “obeso”. Quanto pensi che le istituzioni come la famiglia, la scuola pesino nella formazione di certi disturbi, che come abbiamo visto negli ultimi anni coinvolgono sia ragazzi che ragazze? Quale potrebbe essere una soluzione?

Bisogna educare prima la famiglia per far si che questi ragazzi crescano serenamente. Ovviamente, ripeto io non faccio l’inno all’obesità, ma adesso con Fanep c’è “Bologna del Food”, ma non nel senso di mangiare da fast food e riempirsi di schifezze. Mangiamo sano, ma può essere che qualcuno sia in sovrappeso, anche leggero ma con un equilibrio mentale sano e vivere comunque benissimo. Sia l’obesità che l’anoressia sono due malattia e noi non vogliamo negare questo. E per la famiglia, a volte è difficile affrontare certi temi, perchè i ragazzi sopratutto dai 13 anni in poi vivono nel loro mondo e adesso non comunicano neanche più tra loro ma attraverso i social che è ancora più difficile.
La soluzione sarebbe che i media, televisioni, giornali ecc, facessero un’informazione più corretta. Non possiamo pensare di essere perfette. E magari evidenziare difetti, come la cellulite, che sono normalissimi e comuni non è corretto. Per i personaggi famosi è anche una tortura perchè ovviamente io, se ho la cellulite, mi rimane nei pantalone, perchè nessuno mi fotografa, ma loro non possono permetterselo. Torniamo alla normalità, guardiamo le donne degli anni ’50 che erano stupende e morbide. Io ho sbagliato epoca, dovevo nascere prima.

Che messaggio ti senti di dare alle nostre lettrici che, sommerse da stereotipi femminili, cercano disperatamente di raggiungere certi modelli e che si sentono a disagio nel loro corpo?

Tutte noi siamo sempre a dieta. La dieta nasce con noi. Non appena nasci donna la dieta diventa parte di noi. E non ti sto dicendo di non fare la dieta. Ma dieta nel senso di corretta alimentazione. Se uno mangia bene, sano, regolarmente, e una volta fai uno strappo alla regola non puoi e non devi sentirti in colpa.
Per fortuna rispetto a prima ci sono molti più negozi dove vestirsi anche se si ha qualche chilo in più.
Io perchè ho ideato tutto questo? Perchè ci sono donne che possono anche essere 100 chili ma hanno un sex appeal che una ragazza che ne pesa 50 si può solo sognare. In una donna curvy, anzi donna normale, trovi delle qualità, del fascino che magari in una stupenda e bellissima donna magra non trovi.
Noi siamo più felici, siamo solo un pò arrabbiate perchè veniamo screditate dalle pagine patinate. Non dalla società perchè per fortuna ci sono donne in carne che rivestono ruoli importantissimi e che sono molto affascinanti. Il concetto è “sei magra, hai tutto. Non sei magra non hai niente”. Non è assolutamente così. E bisogna fermare questo messaggio dannoso.

Il curvy pride sta avendo sempre più seguito. E ci auguriamo che continui così. Che sia arrivato il momento della svolta? Un messaggio che ci sentiamo di dare noi è solo quello di inseguire la felicità, con qualche chilo in più o in meno non importa.
Educhiamo i nostri figli a volersi bene e facciamolo dandogli il buono esempio.

Whatsapp, la Love blogger e la Fidanzata psicopatica dicono la loro

Riescono a trovare sempre le parole giuste, in ogni occasione.
Perchè la Love Blogger e la Fidanzata psicopatica – alias Francesca Viviana Pagano e Selene Maggistro- hanno il coraggio di scrivere esattamente quello che molte di noi pensiamo. E lo fanno con quell’ironia che rende meno amari anche i momenti da dimenticare.

Non potevamo non chiedere alle due protagoniste del web cosa pensassero della novità in casa Whatsapp, la famosa doppia spunta blu che in poco tempo ha seminato il panico.
Tra fidanzate psicopatiche, mariti con la scusa sempre pronta e amanti (anche se quelli magari non usano whatsapp!),ecco Selene Maggistro e Francesca Viviana Pagano su Blog di Lifestyle, pronte a condividere con noi, in esclusiva, i loro flussi di coscienza.

La Love Blogger e Fidanzata psicopatica, ma in fondo chi sono?

La Love Blogger: La Love Blogger è la parte più estrema di me. Mi somiglia un sacco e quello che scrive mi piace, ma io non sono come lei. E magari adesso che l’ho detto mia zia la smette di chiamarmi preoccupata per le mie pene d’amore (che non ho) e il mio ex di pensare che i miei link siano per lui. O per qualcuno.

Fidanzata Psicopatica: Io sono una brutta persona, che dice di essere una bella persona, così la gente può pensare che io sia una brutta persona con cognizione di causa.

Cosa vi sentite di dire al caro Mark dopo la trovata della spunta blu?

La Love Blogger: Caro Mark, A noi arrovellarci l’anima pensando che chissà perché ancora non ci ha risposto per poi dirci che sicuramente ancora non avrà letto, ci piace. Anche se non è vero.

Fidanzata Psicopatica: A me non è servita a molto, il mio fidanzato può visualizzare e non rispondere solo quando dalla cantina il telefono non prende.
Allora lo faccio uscire, lui visualizza, risponde, poi torna in cantina senza fare storie!

Un messaggio di conforto per i fidanzati disperati e per le fidanzate psicopatiche…

La Love Blogger: Una spunta il messaggio è stato consegnato. Due spunte è stato letto. Se diventa azzurro non è incinta.

Fidanzata Psicopatica: Tranquille ragazze, se visualizza è tutto ok. La leggenda narra che se fosse a letto con un’altra non visualizzerebbe neppure.

“Doppia spunta blu e lui non risponde”: cosa consigliate di fare?

La Love Blogger: “In amore vince chi fugge” E chi si nasconde talmente bene e non si fa trovare più dopo.

Fidanzata Psicopatica: Solitamente io ho il problema opposto, devo ancora rispondere a dei messaggi visualizzati nel 2011.

E La Love Blogger e la Fidanzata Psicopatica cosa farebbero invece?

La Love Blogger: Se io gli scrivo e lui non mi risponde? Impossibile. Io non gli scrivo.

Fidanzata Psicopatica: Una commozione cerebrale causata da un iPhone sbattuto ripetutamente sulle tempie, fa capire quando sia importante rispondere dopo aver visualizzato.

Qual è stato il primo link a caldo dopo la notizia?

La Love Blogger: Già me li immagino quelli che: “No amore, stai calma. Non è come sembra. Ti posso spiegare. Vedi: è un grigio tendente al verde, non mi pare proprio fosse già diventata blu quella spunta”.

Fidanzata Psicopatica: Arriva la visualizzazione su whatsapp. Perché fidarsi è bene, ma Stalkerare è meglio.

Gianluca Soldi, vi presento Sustainable Design (INTERVISTA)

Credits photo www.fashionnewsmagazine.com

Occhi puntati sulla sostenibilità tra design, arte e moda in occasione dell’evento del 7 novembre Sustainable Design, promosso dall’azienda fiorentina SoldiDesign nella propria sede di Calenzano, in provincia di Firenze.
Su Blog di Lifestyle l’intervista a Gianluca Soldi, designer e organizzatore dell’evento.

Gianluca Soldi, executive designer, specializzato in bio-architettura: quanto è importante oggi parlare di sostenibilità anche nel campo del design? Come si coniugano nella pratica?

È fondamentale! Il design è un concetto molto ampio che abbraccia vari settori ma certamente forma e contenuto devono essere in armonia, per questo il design non può e non deve andare a scapito della qualità della materia e dell’ambiente. Parlare di sostenibilità non significa solo la scelta di materiali ecologici o riciclati perché non sempre è possibile, possiamo anche ricercare metodi produttivi che siano all’avanguardia nelle tecnologie e nei processi pre e post produzione, dovremmo privilegiare materiali non soltanto “made in Italy” ma cercare, nel possibile, di individuare materiali, fornitori e produttori a Km 0 e questo non solo per un minor impatto ambientale, dovuto ad un minor utilizzo dei trasporti su strada, ma anche per creare un legame forte con il territorio. Non è facile ma con pazienza e costanza sono obiettivi raggiungibili che impreziosiscono un bene o un prodotto di un valore aggiunto che va ben oltre alla sola parola “ecologico”.

Venerdì a Calenzano si inaugura l’evento “Sustainable Design”, ci racconta in cosa consiste?

La nostra azienda, SoldiDesign, ha voluto fortemente organizzare l’evento Sustainable Design il 7 Novembre proprio per mostrare come la sostenibilità possa spaziare dall’industrial design, cioè il nostro settore, fino alla moda e all’arte. È nostra intenzione riproporre questa iniziativa con delle rassegne che abbracceranno vari settori. Questa è una iniziativa che spero possa essere la prima di una serie.
Il concept di base è quello di proporre e presentare i vari metodi e le molte creazioni che siano in grado di coniugare la bellezza, riferendosi ad arte, design o moda, con la sostenibilità, contrapponendo fortemente il concetto di consumismo che sta lentamente consumando la Terra. In natura tutto si ricicla, si rinnova e si trasforma, è ciò che crea l’uomo che è invasivo per l’ecosistema. Da qui la necessità e l’importanza di sviluppare un modo nuovo di pensare e creare nuovi oggetti e beni ecosostenibile e duraturi.

Design, moda e arte saranno protagoniste della serata, in che modo?

Sarà un trinomio interessante. Industrial design, moda ed arte. Ovvero, riassumendo in un termine, la creatività che, in quanto tale, non vuole imporsi nell’ecosistema e nel mondo ma vuole individuare ciò che apparentemente non ha valore e non è considerato importante per dare vita a un qualcosa di nuovo in modo elegante, bello, accattivante. Noi presenteremo una nuova collezione di Ovetto per la raccolta differenziata e alcune sue evoluzioni. Sarà presentata una sfilata di alta moda realizzata interamente con abiti creati da materiali di scarto o riciclati. La stilista Irene Sarzi Amadè ha creato delle collezioni uniche. Il pittore Fiorentino Filippo Rossi invece è presente con I Colori del Silenzio e la mostra avrà un ruolo importante nell’evento. Per questo motivo abbiamo scritto e detto riguardo all’evento: “quando il design va oltre…

Durante l’evento sarà presentata la nuova collezione SoldiDesign, ci spiega in cosa consiste?

La serata del 7 Novembre presenteremo alcuni prodotti già in commercio e altri di imminente uscita. Ovetto in tutte le sue varianti, i suoi colori e le nuove decorazioni. Ma lanceremo anche le sue evoluzioni. Differbin, ideato per gli uffici ma in particolare per il settore alberghiero. Bruchetto con la sua incredibile versatilità e funzionalità.
Dulcis in fundo, presenteremo il concept di quella che sarà la novità assoluta tra i nostri contenitori, un oggetto in fase di studio e perfezionamento perché utilizzeremo un materiale che a quanto ci risulta non è mai stato utilizzato per creare qualcosa, è un materiale di largo consumo che finisce poi solo in un cestino. E noi abbiamo l’ambizione di inventare una collezione e realizzarla in scala industriale.

È un progetto che vorremmo concretizzare già nel 2015. Siamo ad un buon punto. Durante la serata racconteremo anche come si sviluppa la fase industriale dei nostri prodotti e quali sono gli elementi forti per i quali si può parlare di design sostenibile. A partire dal fatto che la nostra produzione è quasi interamente realizzata nei dintorni di Firenze, dalle viti fino al packaging. Il nostro fornitore più lontano è in Lombardia.

Siamo molto legati al nostro territorio, a Firenze, alla Toscana e vogliamo fortemente che i nostri prodotti siano anche espressione delle eccellenze presenti nel territorio e ce ne sono tante. Cercare tutti i giorni di essere sempre più un’azienda sostenibile significa anche questo, sforzarsi al massimo di essere innovativi e competitivi a favore dell’ambiente ma anche del nostro territorio e del nostro Paese. È una sfida che vale la pena affrontare.

Ci lascia con tre consigli per arredare la propria abitazione con gusto e con un occhio all’ambiente?

Prima di tutto la casa va pensata secondo il proprio progetto di vita: deve rispondere alle esigenze, per funzione e sintonia, con la personalità di chi la abita. Ricordiamo che sostenibilità è armonia del vivere sano, per questo la scelta dei materiali e dei colori devono rispondere al nostro sentirsi bene, possiamo affermare che ogni territorio ha per conformazione materiali più idonei a rispondere agli agenti esterni che influenzano la vita di tutti i giorni.

Inoltre credo sia opportuno scegliere un arredamento che rispetti sempre il divenire delle persone che vi abitano, perché le persone si muovono, crescono, cambiano ma hanno bisogno di trovare sempre un ambiente che sappia rispondere alle esigenze fisiche e spirituali dove resta prioritario il bisogno di “sentirsi a casa”.

Se lo spazio abitativo è espressione di coloro che lo vivono diventa la “materializzazione” della vita di relazione fra i suoi membri, la casa della comunicazione e della condivisione dove la persona desidera sempre di tornare, perché trova sempre il “posto” per ritrovarsi con se stessa e o con con le persone con cui ha scelto di vivere.
Ogni persona è unica e l’arredo per la propria casa deve rispecchiare questa unicità.