sabato, 27 Aprile 2024

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L’Umorismo di Piton: la pagina social che svela l’altra faccia di Harry Potter (INTERVISTA)

credit foto l'Umorismo di Piton

471.424 fan, ipotetiche conversazioni divertenti tra i personaggi della saga di Harry Potter (che ogni giorno raccolgono migliaia di apprezzamenti) e una nomination ai Macchianera Italian Awards 2014 come miglior pagina social. Sto parlando dell’ Umorismo di Piton, la pagina social più divertente del web amata dai cosiddetti Potteriani, e non, che racconta, in chiave ironica, le avventure degli aspiranti maghi di Hogwarts alle prese con Facebook.

Molti fan gli hanno chiesto più volte di rivelare la loro identità ma loro, gli amministratori, si sono sempre firmati con le iniziali, L e R, mantenendo l’anonimato. Su Blog di Lifestyle l’intervista esclusiva. E non poteva mancare, ovviamente, un tocco di humor.

Salve ragazzi, vi presentate ai nostri lettori?

Ciao a tutti, siamo Luca e Rinald e gestiamo la pagina “L’umorismo di Piton”, è un piacere essere qui intervistati dal nuovo volto del giornalismo: Viviana.

Grazie ragazzi siete gentilissimi. Com’è nata l’idea di creare la pagina l’Umorismo di Piton?

Tutto è partito da Luca che, dopo lunghi studi e anni di meditazione, ha raggiunto l’illuminante idea di creare un nuovo paradosso ai livelli di Zenone basato su dati empirici che mette nello stesso enunciato l’anti-umorismo espresso da Piton e la parola stessa Umorismo.

Vi aspettavate questo successo?

Sinceramente sì, avevamo uno zio di nome Ben che ci diceva sempre “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Così abbiamo portato avanti questa pagina e le possibilità erano due: potevamo diventare grandi comici oppure fare cabaret da strada.

Qual è il vostro personaggio preferito della saga? E quello che vi piace di meno?

Il nostro personaggio preferito è Neville Paciock, l’emblema della follia che, come disse James Graham Ballard nel suo libro “Un gioco da bambini”, è l’unica cura in un ambiente completamente sano. Quello che ci piace di meno è Harry Potter, per il semplice fatto che i libri e i film dovevano intitolarsi Severus Piton.

Come nascono le discussioni che create tra i personaggi?

Ce lo chiediamo da sempre pure noi ed è per questo motivo che andiamo dallo psicologo almeno una volta alla settimana.

Abbiamo saputo che state scrivendo un libro. Di cosa parlerà?

Sì, da qualche mese stiamo scrivendo una specie di reboot di Harry Potter, tutto rivisitato e in chiave comica con un personaggio del tutto originale che farà da protagonista al posto di Harry. Si chiamerà Gustav Lafav e i personaggi avranno tutti una personalità diversa dalla storia vera, ovvero quelle che usiamo noi per le nostre conversazioni su Facebook.

Come annunciato da J.K. Rowling nascerà un nuovo libro sulla saga che non vedrà come protagonista Harry Potter ma le creature magiche di Hogwarts. Cosa ne pensate? Inizierete a fare discussioni anche tra folletti della cornovaglia e il platano picchiatore?

Il libro della Rowling sarà una parodia del nostro Gustav Lafav, come quando noi pubblicammo Jerry Porker e lei ha fatto la parodia chiamandolo Harry Potter. Per quanto riguarda le conversazioni tra i nuovi personaggi non sapremmo dirti, ogni cosa ha il suo tempo.

Siete stati nominati come miglior pagina social ai Macchianera Italian Awards 2014, come avete preso questa candidatura e cosa rappresenta per voi?

Innanzitutto ci riteniamo fortunati ad aver preso la candidatura e non la candida. Ovviamente siamo stati felici della candidatura e speriamo di uscirne da vincitori. Poi se non vinciamo ci andremo lo stesso alla premiazione, ma in questo caso ci porteremo dietro un Kalashnikov ed una mazza da baseball.

Siamo giunti al termine, un saluto per i nostri lettori e per i vostri fan?

Salutiamo tutti voi babbani, che la forza e Gigi D’Alessio siano con voi. Anche se non abbiamo capito bene una cosa, questo Harry Potter di cui parli tanto chi diavolo è?

Musicoterapia, un’arte che va oltre le parole (INTERVISTA)

Credits photo marcofidelfatti

La musica è tra le attività umane quella che attiva il maggior numero di aree nel cervello contemporaneamente.
Parte da qui il nostro viaggio attraverso la musicoterapia, che coniuga due mondi- quello del paziente e del terapista- attraverso una forma di comunicazione non verbale.

Leslie Bunt, docente e esperto di muscioterapia, l’ha definita un’arte che va oltre le parole. Musica e elementi musicali quali suono, ritmo, melodia e armonia, aiutano a favorire la relazione, la comunicazione, l’apprendimento per raggiungere obiettivi terapeutici, come conferma la World Federation of Music Therapy nel 1996 dà questa definizione:

Per entrare più a fondo nel mondo della musicoterapia, su Blog di Lifestyle abbiamo intervistato la presidente FIM -Federazione italia musicoterapeuti- Giulia Cremaschi Trovesi.

Da quando esiste la musicoterapia?

La musica è parte essenziale della vita, per gli esseri umani, da sempre. Da meno di un secolo entra in uso il termine musicoterapia. Per la cultura della Grecia antica, l’educazione musicale era di fondamentale importanza del percorso educativo.

Quali sono gli elementi chiave della musico terapia?

Gli elementi stessi che costituiscono la musica: ritmo – melodia – armonia.

A chi si rivolge la musicoterapia? Quali problematiche affronta?

La musica può far bene e può fare male. La parola è canto, anche se lo abbiamo dimenticato. Musicoterapia
è creare un dialogo diretto attraverso la lettura della persona. Noi siamo corpo, essere nel mondo, noi abitiamo il mondo.
La visione dell’uomo non può essere suddivisa in parti, ossia separare corpo – mente. Questo vale per qualsiasi problematica.

Ci può dare qualche esempio in cui la musicoterapia ha portato a degli ottimi risultati?

Tutti i giorno accadono, negli incontri in musicoterapia, eventi che dimostrano l’efficacia del saper ascoltare una persona, favorire il suo modo di essere, creare un dialogo. Ci sono vari documenti che dimostrano l’efficacia, molti sono sui miei testi.

Ci sono delle tipologie di musica indicate per questo percorso?

Il dialogo in musicoterapia è affidato alle conoscenze, abilità, competenze con le quali il professionista sa calibrare il suo modo di suonare, ossia improvvisare. Se parliamo del pianoforte si tratta di essere abili e competenti nel giocare con ritmo – melodia – armonia.

Un aspetto delicato è quello che riguarda pazienti in coma: come questo tipo di terapia può influire sul paziente?

Creare l’ascolto con una persona in coma è delicato come delicata è la relazione autentica fra persone. Ascoltare una persona attraverso tutta se stessa è sempre un gesto di rispetto, di attesa, di accoglienza, assenza di giudizio.

Quanto la musica può favorire il nostro percorso di crescita personale?

Far del bene agli altri vuol dire far del bene a se stessi. Non si finisce di imparare.

Lucilla Agosti, la femminilità attraverso il sorriso (INTERVISTA)

Bellezza acqua e sapone, bionda, occhi chiari, la classica ragazza della porta accanto. Beh, una bella ragazza della porta accanto. Ma forse è proprio questo che incanta di Lucilla Agosti. La sua dolcezza la contraddistingue. Anche se Lucilla non è solo questo. Un mix di professionalità e umiltà che la porteranno sicuramente molto lontano. E almeno noi di Blog di Lifestyle ce lo auguriamo. All Moda, Distretto di polizia, Scalo 76, l’Isola dei Famosi, e Mistero sono solo alcune delle esperienze scritte sul suo curriculum vitae. L’abbiamo raggiunta per una chiacchierata in cui si racconta senza peli sulla lingua.

Ciao Lucilla, giovanissima ma con una grande esperienza alle spalle, partiamo dall’inizio, lavorare in televisione è sempre stato il tuo sogno o da bambina avevi altri programmi per la tua vita?

Non è sempre stato il mio sogno. Io ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dell’intrattenimento con il teatro e quello è stato il mio primo e grandissimo amore, poi per caso mi sono avvicinata al mondo della televisione. Quindi in realtà è un regalo che mi è arrivato inaspettato proprio tra capo e collo. Quando ero piccola piccola non so cosa sarei voluta diventare, ad un certo punto durante il liceo mi sarebbe piaciuto fare medicina come mio padre, dopo, verso i 15 anni ho iniziato a fare teatro e ho capito che, in realtà, quello che volevo fare era stare sul palco, recitare, stare in questo mondo, quello dello spettacolo. Però era lontano il mondo della televisione, era una cosa artistica la mia, mi piaceva l’idea di creare qualcosa insieme ad altre persone.

Sei bellissima, bionda, occhi chiari, acqua e sapone, sempre sorridente e spontanea, forse proprio questo ti distingue dalle tue colleghe. Cosa credi che vada cambiato nel sistema televisivo italiano?

Io penso che non debba essere cambiato qualcosa, penso però che sarebbe più interessante se si dessero immagini diverse di donne, quindi non soltanto un’immagine stereotipata per cui anche all’estero ci ricordano. Però non dimentichiamo che anche noi abbiamo delle donne dello spettacolo molto sorridenti, una su tutte Michelle Hunziker, che del suo sorriso ha fatto la sua bandiera, oppure un’altra ragazza che mi piace tanto come approccio e fisicità e che non è per niente artefatta è Silvia Toffanin, quindi in realtà poi ci sono delle figure che non sono le classiche “bonazze” standardizzate. A me piace che la femminilità passi attraverso il sorriso, la semplicità, l’essere acqua e sapone. Poi io per prima ci tengo ad essere curata però penso debba essere facile arrivare in maniera spontanea al pubblico.

Parliamo di Lucilla lontano dalle telecamere. Sei mamma di due bellissimi bambini, Cleo 4 anni e il piccolo Diego di poco più di un anno. Che tipo di mamma sei?

Come spesso nel mio carattere, sono un mix di severità e gioco. So di essere una mamma molto socievole, scherzo, rido, mi piace giocare con i miei bambini, sono molto alla mano, non ho timori, li faccio giocare, cadere, però poi sono altrettanto severa nelle cose importanti, come ubbidire, non dover ripetere le cose 40 volte, andare a dormire all’ora giusta, quando ci sono i capricci arriva anche lo scappellotto sul sedere, dopo averli avvisati che sarebbe arrivato. Io mi sento soddisfatta come mamma, e te lo dice una che non è mai soddisfatta di quello che fa, mi metto sempre in gioco, penso sempre, soprattutto nel lavoro, di dover dare di più, di poter fare meglio, invece il regalo più bello che mi è arrivato con la maternità è che, anche se i dubbi ci sono sempre, sono felice di come sono con i miei bambini, li vedo contenti con me e questo è il riscontro immediato che sto facendo bene.

Lunedì 4 maggio è partito il tuo programma Donna Moderna Live, su La5 dove per 40 puntate darai consigli di lifestyle e tendenze. Ci sveli qualche must in esclusiva?

Innanzitutto per me la cosa di cui non potremmo più fare a meno, dopo Donna Moderna Live sono i tutorial di trucco e parrucco. Io li trovo geniali, ogni volta che li vedo io penso finalmentedi poter imparare a fare la treccia a spina di pesce, la banana, il trucco da sera, quello da spiaggia, li trovo super. Poi mi piacciono anche tutti i consigli per tutto quello che concerne la vita in casa, quindi anche le piccole cose per trasformare i vecchi oggetti che hai in casa in qualcosa di nuovo, lo trovo molto divertente perché io adoro il riciclo e poter dare una seconda vita alle cose che magari ci hanno stufato lo trovo molto utile, soprattutto in questo momento di crisi economica penso che buttare via le cose sia sbagliato, meglio dare una seconda vita. Poi mi piace tantissimo la rubrica delle protagoniste del wellness, dove sono “protagonista”, sono tutti sport molto particolari e mi piace mettermi nei panni dell’allieva e sto provando degli sport molto strani che non avrei mai scoperto, tipo lo yoga in volo, la danza polinesiana, cardiolates, è bello scoprire quelli che non sono i soliti sport.

Come ti descriveresti in tre soli aggettivi?

Irruente, di cuore e solare.

Nostalgicamente vorrei rivolgerti una domanda sul tuo passato televisivo. La musica ha fatto parte della tua vita professionale per molti anni. Oggi ci sono molti talent show, Xfactor, Amici, The Voice, per citarne alcuni, credi che questo cambio di rotta della tv faccia davvero bene alla musica?

Vedendo quello che è uscito ultimamente da Xfactor, per esempio, ti direi di si. Mi piace vedere come voci noti del panorama musicale italiano, vedi Elisa ad Amici, si siano messi in contatto con questo mondo. A me quello che affascina dei talent è il far sognare, dare a dei ragazzi la possibilità di vivere il loro sogno. Poi quello che sarà il loro futuro dipende da loro, dalla capacità di sapersi creare uno spazio reale, dopo aver vinto un talent, perché non vi è il successo assicurato, perché entra in gioco altro, però credo sia bello cercare, trovare dei talenti da persone normali che fino al giorno prima facevano le commesse, gli insegnanti, gli studenti, trovo che sia molto bello e alla portata di tutti.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Nella vita privata e professionale?

Io sono in radio ormai da un anno tutte le mattine, dalle 10 alle 13 su radio 101, il mio progetto per ora è proprio Donna Moderna Live su La5, poi ho fatto Italia’s Got Veramente Talent? con Rocco Tanica. Quindi il 2015 è stato un anno ricco. Nel mio cuore c’è la speranza che dopo queste 40 puntate di Donna Moderna Live, visto che sta avendo molto successo, ci sia anche la seconda stagione. Poi vedremo cosa verrà fuori.
Per la mia sfera privata ho voglia di lavorare su me stessa per correggere gli impeti caratteriali che mi fanno prendere le cose troppo di petto, che può essere un bene, ma anche un male in un certo punto di vista e poi, con calma, a tempo giusto, mettere in canna un altro bimbino, dai.

Un saluto speciale per i nostri lettori?

Vi bacio, vi abbraccio tutti, cari lettori di Blog di Lifestyle, seguitemi sempre su La5, mi raccomando che ci sono tante cose belle e io seguirò voi.

Giuseppe Ammendola e Patrizia Re: cucina vegana al Sana (INTERVISTE E FOTO)

In diretta dal Sana (Salone Internazionale del Biologico) che, nella giornata di chiusura, ieri 15 settembre 2015, ha premiato 3 tra i 300 in gara per l’innovazione nel packaging e nel concept, Blog di Lifestyle ha intervistato due delle personalità dello show di cucina vegana, che hanno partecipato alla manifestazione il 12 settembre. Scopriamo chi sono e le loro ricette per adulti e bambini.

Giuseppe Ammendola, scrittore e membro del Comitato Scientifico Associazione Vegani, vive da diversi anni in Francia, dove mantiene il suo stile di vita vegano e presto potrebbe partecipare ad un programma televisivo dedicato alla cucina, non solo vegana. Lo abbiamo incontrato al VeganFest dopo la presentazione della ricetta della sarasiccia. Ecco cosa ci ha raccontato.

Faccio parte del Blog di Lifestyle e la ringrazio per la disponibilità per questa intervista, come prima domanda vorrei chiederle di presentarsi, dirci cosa fa, perché ha scelto la cucina vegana e da dove è partito

Mi chiamo Giuseppe e ho scelto la cucina vegana perché rispecchia la mia sensibilità, nel senso che da diversi anni la amo e cucino diversi piatti per me perché sono vegano. Mi alimento in questo modo per la protezione degli animali e perché è salutare, però il primo motivo che mi ha spinto a cucinare vegano è il fatto che non potevo sopportare di cibarmi di altri esseri viventi.

Ci dica qualcosa in più del suo lavoro nelle cucine professionali

è un anno e mezzo che faccio la nutrizione professionale in Francia, prima facevo tutt’altro. Ero commerciante d’azienda
poi ho seguito vari corsi di cucina vegana. Mi piace mettere della creatività in quello che faccio, ho scritto dei romanzi, ora sono al secondo e ho pensato che cucinare potesse essere qualcosa che poteva riflettere il mio modo di fare e quindi ho scelto la cucina che è vegana perché io mangio in questo modo.

Ci parli un po’ dei suoi romanzi

Ho scritto 5 anni fa un romanzo dal titolo un po’ bizzarro “Rivoglio il mio bidet”, poi ne ho scritto un altro che si intitola “Il cuore e la luna” e preferisco parlare del secondo con il quale sono riuscito a fare più presentazioni. Il primo è stato davvero un lancio, poiché fino a che non sai che effetto può avere sui lettori non credi neppure in te stesso. Il primo romanzo è stato una sfida con me stesso, nel secondo mi sono sentito più a mio agio, ho visto anche delle aspettattive degli amici che mi avevano letto e in effetti è stato un romanzo piacevole, nel senso che ho avuto diversi complimenti. Ho continuato a scrivere e questo romanzo che sto ultimando è un po’ il senso dei messaggi che mi piace far trapelare da ciò che scrivo però è diverso. Ritengo che sia anche molto più leggero, anche se gli altri lo erano ugualmente. Un libro che ha come titolo “Rivoglio il mio bidet” non può essere che un libro leggero. Ho scelto di utilizzare dei simboli e delle metafore per far parlare i miei protagonisti, che esprimono comunque le loro sfide umane attraverso quello che succede, esprimono sentimenti con un linguaggio leggero. Con “Il cuore della Luna”, invece, avevo l’idea di scrivere un romanzo che è una favola. Si intitola “Anche i leoni mangiano la soia” e contiene delle vignette realizzate da una bambina di 12 anni. Queste vignette poi sono state pubblicate anche separatamente. In questo romanzo c’è una protagonista vegetariana però non è un decalogo sul vegetarianesimo, attraverso il percorso dei protagonisti c’è un arrichirsi che avviene proprio tramite il racconto.

Il vostro pubblico target comprende anche i bambini?

Per la favola si, mentre il romanzo li annoierebbe. I bambini sono sicuramente un pubblico importante, il pubblico del futuro, occorre partire da loro per influenzare le scelte di quelli che poi saranno la generazione del futuro. Speriamo che si comporti in modo diverso perché siamo noi che abbiamo la responsabilità dei danni che oggi vediamo nel nostro amato pianeta.

Ha delle ricette da consigliare ai nostri lettori?

Dare delle ricette.. non saprei. Non voglio peccare di presunzione. Ho qualcosa come la ricetta che ho creato stamattina, si chiama sarasiccia, in cui l’ingridiente base è il grano saraceno, però non ne ho tantissime. Mi piace cucinare per cui speso uso ricette già esistenti e magari utilizzo i miei gusti per modificarle e accontentare i miei gusti.

Una rapida guida per creare la sarasiccia?

La base è il grano saraceno, senza glutine, ricco di minerali quindi davvero un toccasana per il corpo. Penso che la sarasiccia sia un alimento buono e che fa bene.
I suoi componenti sono olio di oliva, confettura di pomodoro, brodo vegetale o dado, acqua, scalogno, sale e grano saraceno. Si porta ad ebolizione il grano saraceno facendo molta attenzione che non si rompa e poi si aggiunge a questa pasta ciò che si vuole. Questa mattina ho utilizzato formaggio vegetale, peperoncino che viene utilizzato per la prima tipologia oppure si possono usare pepe nero e semi di finocchio nella seconda tipologia. Ho fatto queste due paste, le ho fatte un po’ raffreddare, le ho messe in un forno adatto a microonde e ho arrotolato delle salsiccie: con spago alimentare si parte dalla testa, si compongono una ad una queste salsiccie e quello che viene fuori è la sarasiccia. Si tiene fuori per 24 ore e il giorno successivo si può mangiare. Se si vuole conservare per ancora 24 ore, vi assicuro che la pasta è ancora più buona.

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La ringrazio per questa gustosa ricetta. Quali sono i suoi progetti futuri?

La scorsa settimana ho partecipato ad un casting televisivo per una trasmissione che si tiene sulla M6, una rete francese. Durante la trasmissione ci saranno cinque cuochi che faranno da mangiare per gli altri quattro commensali e a seconda della bontà delle pietanze cucinate dal candidato di turno, i quattro daranno un voto. Mi è stato chiesto di cucinare e io ho avvisato che l’avrei fatto a mio modo secondo la cucina vegana, quindi sarà una bella sfida. La prima selezione è andata bene, la seconda mi hanno detto bene quindi dovrò aspettare giovedi prossimo per vedere se sono tra i 5 candidati, speriamo.

Il nome della sua pagina

La pagina è su Facebook ed è Vegissimo by Giuseppe Ammendola.

Le facciamo un in bocca al lupo. La ringrazio

Patrizia Re invece è rappresentante Peta in Italia e membro del Comitato Etico di Associazione Vegani Onlus Italia, nel corso dello show cooking ha preparato una base di quinoa con verdure per bambini, incluso il suo che ha assistito allo show insieme a suo padre. Ma lasciamo le parole alla creatrice della quinoa double face.

Ha appena presentato una ricetta per bambini, prima di parlare di questo, vorrei chiederle un commento sul Salone internazionale del Biologico.

Sono arrivata da 5 minuti, farò un giro oggi e domani però vengo da alcuni anni e devo dire che a primo impatto è molto più grande e più ricco. Sicuramente ci sono anche più stand. La parte che mi ha colpito molto è questa dedicata al Vegan Fest perché credo che ci siano sicuramente più aziende e quindi questo significa che c’è più interesse.

Com’è nato il suo interesse verso il mondo vegano?

Non l’ho detto prima però sono una vegana per etica. Sono nata come vegetariana, dal 91. Allora ero molto piccola, completamente da sola anche perché non c’erano le stesse tecnologie. Poi pian piano scoprendo più cose, essendo anch’io più informata sui prodotti e sulle scelte che si potevano fare, pian piano il mio percorso da vegetariano è passato al vegano, quando me la sono sentita. Quello che dico sempre è che certe volte ci sono aspettative, c’è chi si sente già arrivato e ci sono dei pregiudizi verso chi mangia ancora latticini, mentre in realtà ognuno ha i tempi propri anche di maturazione per le scelte che va a fare.

Quali sono i consigli per chi decide di diventare vegano?

Sicuramente provare, non avere paura di provare cose nuove, di essere curiosi. Tante volte ci si sente dire “ma allora se non mangi ne carne, ne pesce, ne latticini non mangi niente”. Questo non è vero, si mangiano molte più cose, perché si scopre quello che poi c’è qua attorno, un sottofondo di prodotti e alimenti diversi. La quinoa che ho presentato, non la conoscevo prima. Il mio consiglio è quello di non avere pregiudizi, buttarsi e provare.

A proposito della quinoa, può presentare nel dettaglio la ricetta che ha appena elaborato?

Se vuoi poi posso mandare nel dettaglio il piatto anche con le quantità, però, visto che adesso la mia sfida è di cucinare anche per più persone avendo un bambino piccolo che devo comunque accontentare e che è sempre più interessato a quello che c’è sulla nostra tavola piuttosto che dai cibi del periodo di svezzamento, ho pensato di utilizzare la quinoa, che ho chiamato quinoa double face, un po’ come una giacchetta che fuori è blu e possiamo girare e utilizzare perché non ha l’etichetta. Questa quinoa è composta da verdure di stagione, zucchine e carote, e partendo da questa parte e aggiungendo pochi altri ingredienti la quinoa si può trasformare in polpette vegetali o burger per accontentare un po’ di più il palato dei piccoli poiché la quinoa può non essere apprezzata dai più piccoli essendo in grani e quindi non facile da ingerire.

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Che cosa si sente di consigliare alle mamme che scelgono l’alimentazione vegana per i propri figli?

Io mi sento di parlare solo per mia esperienza personale perché sono scelte molto importanti. Quando poi vanno ad influire sulla vita di un’altra persona, al di la di noi stessi, è molto importante che la mamma nello specifico si informi, che sia pronta, che non si senta spinta a farlo e che non si senta nemmeno spinta a fare il contrario, spesso e volentieri spinta da quello che le persone le dicono. Bisogna provare e leggere molto. A me sono serviti tantissimo i libri sullo svezzamento naturale, sullo svezzamento vegano piuttosto che sull’alimentazione naturale, vegana e vegetariana. C’è veramente tanto. Consiglierei la letteratura italiana ma anche internazionale. Questo serve non solo a dare delle idee ma anche a farci sentire più tranquilli. Significa anche che non siamo gli unici a questo mondo ad intraprendere questo percorso. Non solo è possibile ma viene fatto da molte persone con risultati ottimi.

Che alimenti utilizza per suo figlio?

Sono proprio agli arbori, ma a lui piace molto quello che è dolce, quindi cerco di assecondarlo, dandogli ovviamente anche altre cose. Adora la frutta, quindi preparo tantissime pappe a base di frutta e altri ingredienti, come la crema di mandorle piuttosto che olio di lino o altre cose molto sostanziose e importanti per la sua crescita e delle specie di porridge ma a base biologica. E poi sto provando ad introdurre altre cose come le polpettine che ho fatto oggi. In realtà non volevo fargliele provare, perché non penso a mio figlio come la cavia dei miei piccoli esperimenti culinari, però era talmente interessato a quello che stavo facendo che gliel’ho fatto assaggiare e l’ha mangiato con gusto. Quella è stata una prova, però anche pasta di riso con zucchine o con pomodoro e via dicendo.

Ha avuto un mentore nell’avvicinarsi alla cucina vegana?

Nessun mentore, ad un certo punto nel mio cammino mi sono accorta che avevo abbandonato tutti gli alimenti di origine animale, quindi le uova, i formaggi, proprio non li compravo più. All’epoca mi capitava di non fare attenzione agli ingredienti della briosche che mangiavo al bar quindi li mangiavo in questi casi. Per il resto in casa mia non entrava più niente. Poi ci tengo a precisare che l’essere vegano comporta che si stia attenti a tutto quello che si fa, a tutti gli acquisti, anche nei prodotti per la casa, tutti quelli testati sugli animali, così come il dentifricio con cui ci laviamo i denti, il collutorio. Ho cominciato poi ad affinare questa consapevolezza e a fare scelte occulate, così come nell’abbigliamento e nei sottoprodotti alimentari.

Un messaggio per i nostri lettori di Blogdilifestyle?

Siate positivi, curiosi di provare, nuove cose, leggete tanto, informatevi, sia per la parte che per la controparte, cercate di tenere la torta a tutto tondo. Provate anche di partecipare per esempio alla settimanna vegana, provate a fare una giornata in cui mangiate solo vegetali. Vedrete che la salute ne beneficerà.

Dove potrebbero contattarla?

Il mio sito arriverà a breve, e nel frattempo c’è la pagina facebook che si chiama vegupyourlife, che è un’incitazione a provare un lifestyle un pochino più green.

La ringrazio