domenica, 24 Novembre 2024

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10 modi per capire se la tua storia d’amore è finita

A tutto c’è una fine. Lo ricordano i grandi film d’amore, le frasi romantiche sui Baci Perugina, le pubblicità e, soprattutto, la vita di tutti i giorni nella giungla della quotidianità. A tutto c’è una fine, anche alle storie d’amore. Ecco i 10 modi per capire se – e quando – la tua storia d’amore è finita. Piccoli campanelli d’allarme per prepararti al “Sì, ti lascio, è finita”. O per preparare lui.

Difficoltà nel comunicare

“La comunicazione è estremamente essenziale in una relazione, tanto che la mancanza di dialogo può essere un primo segnale di crisi”, dice Rachel DeAlto, esperta di relazioni e flirt. La difficoltà nel relazionarvi a parole rappresenta un vero e proprio gap all’interno della storia. Per migliorare la situazione si consiglia una passeggiata pomeridiana o una cena di coppia in un ristoranti intimo, senza distrazioni né problemi.

Problemi a letto

Avere una buona e salutare vita sessuale è importante per una relazione, ma se cominciano ad arrivare i problemi è momento di dire basta e capire perché.
Rachel DeAlto afferma: “Perdere un po’ di desiderio è normale, soprattutto con l’avanzare dell’età e il progredire della storia, ma passare da 100 a 0 non è per nulla un buon segno. Meglio dire basta”.

Noia

All’inizio, ogni storia è piena di “Cucci cucci”, “Trottolino amoroso”. Poi il nulla. Noia, noia mortale. Ora il periodo “luna di miele” è finito e la Tv e il telecomando si sono impossessati di noi. Serve ridare smalto alla storia: provare cose nuove, uscire e prender aria, conoscere gente nuova e alternare i weekend fuori porta. Ma se non c’è interesse che senso ha continuare ancora?

Litigi

Sfortuna, caratteri diversi, incompatibilità o troppa abitudine. Prendere fuoco per nulla, arrabbiarsi per poco, permalosità e gelosia. Tutti elementi che portano a sfuriate e litigi. Rachel DeAlto commenta: “Solitamente le donne iniziano un litigio quando capiscono che la loro storia è quasi al capolinea. Preferiscono portare il proprio uomo sulla strada del ‘Ti lascio’, lavandosi le mani e lasciando a loro il lavoro sporco”.

No progetti futuri

Il pensiero di trascorrere più tempo con il vostro uomo non vi emoziona più? Preferireste scappare? Essere innamorati non dovrebbe mai essere un lavoro, una routine o un futuro negato. In realtà si dovrebbero contare i giorni prima di una ricorrenza, un viaggio, un’emozione.
Basta cercare quel quid in più che possa riportare armonia nella coppia e desiderio di progetti futuri. Altrimenti… “The next!”

Scontrosi e zero effetto

Riesci a ricordare l’ultima volta che ti sei sentita amata? Ti capita spesso di dirgli che lo ami? Se questi sentimenti ed emozioni sono diventati un ricordo del passato, allora il vostro rapporto ha bisogno di una svolta emotiva. Se non si desidera abbracciare il proprio uomo è il momento di andare avanti.

“Non desiderare l’uomo d’altri…”

“Se si inizia a fantasticare su altri uomini, immaginando la vita come una donna sola, il rapporto è praticamente finito. Già distaccarsi emotivamente”, dice Rachel DeAlto. Ovvio. Pensare ad un altro – mentre si è fidanzati con qualcuno – non è proprio il massimo.

Impuntarsi su tutto

Poche parole, concetto facile: “Io ho ragione su tutto e non voglio sentire storie”. Diventare delle iene con il ciclo e attaccare con gli artigli chiunque la pensi diversamente da noi. “Io non ti ascolto neanche”.

Zero interesse

Telefono a tarda notte sempre libero per le chiamate, messaggini, lettere ed e-mail. Poi tutto va scemando.
“In amore sai che il tuo rapporto è finito quando si diventa del tutto indifferente all’uomo”, dice Rachel DeAlto. “Se non ti importa di quello che fa, dove va o cosa pensa, è il momento di andare avanti”.
Rachel aggiunge anche: “Il contrario dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza”.

Mentire, ingannare

“Barare in un rapporto è sempre dannoso. Ci sono molti fattori che entrano in gioco al momento di decidere se è il momento di farla finita, ma tutto si riduce al fatto che è possibile ricostruire la fiducia”, afferma Rachel DeAlto. “Se non si riesce a perdonare e fidarsi di loro ancora una volta, è meglio andare via.”

Vogue compie 122 anni e festeggia con una mostra alla Hermann Geiger

Si chiama “Vogue. Donna e stile nell’arte dell’illustrazione” la mostra organizzata alla fondazione culturale Hermann Geiger di Cecina (LI) e curata dal direttore artistico Alessandro Schiavetti per celebrare i primi 122 anni di Vogue, la rivista più famosa al mondo, che ha segnato la storia della moda.

Nata a New York nel lontano 1892 da Arthur Baldwin Turnure, Vogue da una semplice gazzetta settimanale dedicata alle donne è diventata negli anni una vera e propria “bibbia” per le appassionate di moda, di fotografia e di arte, nonché una tra le riviste di moda più famose al mondo. Tutto ciò lo si deve alla casa editrice Condè Nast che, apportando alcune modifiche, l’acquistò nel 1909 dandole così maggiore notorietà tanto da farla diventare, nel 1912, una rivista internazionale e non destinata solo ad un pubblico newyorkese.

Per la realizzazione della mostra sono state scelte accuratamente dagli archivi della Condé Nast ben settanta copertine, selezionando in particolare quelle che dalla nascita fino agli anni venti, trenta e quaranta del novecento hanno fatto la storia della rivista. L’intento è quello di attraversare il percorso che va dall’età dell’oro dell’illustrazione delle copertine, dando particolare attenzione ai capolavori di artisti come Georges Lepape, Helen Dryden, George Wolfe Plank e Eduardo Garcia Benito, fino all’avvento della fotografia di moda.

Dall’1988 ad oggi, l’attuale direttrice di Vogue US è Anna Wintour, personaggio di punta della rivista, tanto da esercitare una grande influenza anche per le altre edizioni di Vogue di tutto il mondo (tant’è che il personaggio di Mirando Prisley de “Il diavolo veste Prada” è proprio ispirato a lei).

Anna Wintour

Quando la Wintour assunse il timone della rivista apportò dei notevoli cambiamenti, ancora oggi evidenti, occupandosi in primis dell’innovazione della cover, scegliendo, per la sua prima copertina da direttrice, una modella israeliana vestita in maniera casual. La scelta non fu casuale, infatti lo scopo della Wintour era proprio quello di rivoluzionare Vogue creando un approccio realistico utile ad avvicinare la rivista al suo pubblico volendo mostrare ragazze vere in situazioni reali, lasciandosi così alle spalle il passato fatto di immagini troppo perfette e la conseguente idea che Vogue fosse solo una rivista elitaria.

Oggi Vogue conta ben 19 edizioni in tutto il mondo (e dal 1964 è edito anche in Italia dov’è diretto da Franca Sozzani).

La mostra resterà aperta fino al 18 Maggio 2014, con ingresso gratuito.

Pasquetta 2014: le cinque idee per una giornata festiva a basso costo

Iniziate già a pensare al fatidico “Che cosa faccio per Pasquetta?”.

Il 60% degli italiani, a causa della crisi e per ridurre le spese, passeranno le festività pasquali a casa in famiglia, mentre il restante 40% opterà per un week end fuori città o un viaggetto.

Onde evitare le indecisioni dell’ultimo minuto, ecco una una lista con alcune idee per poter passare la pasquetta (sia per chi staccherà la spina e viaggerà che per quelli che rimarranno a casa), in famiglia o in compagnia degli amici, mantenendo costi modesti.

1) Pasquetta all’aperto: che sia in montagna, mare o lago, passare la pasquetta all’aria aperta è sempre un’idea molto apprezzata ed essenziale per allontanarsi dalla caotica città, perfetta sia per le famiglie che per i più giovani.
Montagna: aria fresca e pura, passeggiate in mezzo ai boschi, pic nic in compagnia di amici e familiari, la montagna è una meta ideale, sicura e non troppo costosa;

Mare/Lago: se la pasquetta ci regala una giornata calda è possibile trovare un’alternativa alla montagna e optare per il mare o per il lago. La sabbia che ci accarezza i piedi, giochi da spiaggia, farci baciare dai raggi del sole e, perché no, fare anche un bel bagno. E’ anche un’ottima scusa per pregustare in anticipo l’imminente stagione estiva;

2) Pasquetta in un villaggio turistico o agriturismo: week end ideale per le famiglie che intendono allontanarsi dalla città e cercare tutti i confort e divertimenti necessari per gli adulti e per i bambini;

3) Pasquetta in un centro benessere: il lavoro vi stressa e volete approfittare di questo week end per dedicarvi a voi stessi e all’assoluto relax? Allora il centro benessere è proprio quello che fa per voi. Massaggi, saune, bagno turco e molto altro vi serviranno per tornare come nuovi e rigenerati alla vostra vita quotidiana ;

4)Pasquetta fuori città: per tutti quelli che invece intendono prendere un areo, treno, nave o qualsiasi altro mezzo per allontanarsi dalla propria città ed esplorarne una nuova. Le città più quotate di sempre sono le storiche Roma, Venezia, Firenze e Milano, ma c’è anche chi vuole lasciare il freddo del nord e “rotolare verso Sud” isole comprese, o chi invece decide di voler proprio andare fuori Italia visitando città nuove o scegliendo una crociera, cogliendo le offerte che le agenzie propongono.

5) Pasquetta in famiglia: per chi invece preferisce, anche per ridurre i costi, passare la pasquetta a casa in compagnia di amici e familiari, oppure optare per un pranzo fuori.

Attenzione: il sushi fa ingrassare

Il sushi? Un piatto amato da milioni e milioni di persone in tutto il mondo – sopratutto dalla generazione femminile – che sta sbancando in tutte le città del pianeta (preparatevi, perché tra poco arriverà anche la versione con la frutta).
Quello stesso sushi che è generalmente considerato un piatto light e sano – oltre che delizioso – proprio perché a base di riso, pesce ed alghe. Quello stesso sushi che, in realtà, contiene parecchie calorie, soprattutto quando si tratta di piatti elaborati dal gusto occidentale.
Il pericolo di mettere su chili è dietro l’angolo.

Secondo la dietista Rachel Beller, autrice del libro “Eat to lose, Eat to win”, un pranzo – ritenuto dai più – leggero, a base di sushi, può rappresentare un’overdose di calorie e carboidrati.
Con una media di 1000 calorie a pasto, oltre che una buona dose di carboidrati e sale, è uno dei piatti meno sani che ci siano, pari quasi al junk food.
Il problema sta proprio nell’eccessiva quantità di carboidrati, e quindi di zuccheri, nell’elevata presenza di sale, e nei troppi pochi grammi di pesce, alghe e verdure. Per non parlare, poi, delle salse come la maionese o dei formaggi che, in tutti i ristoranti giapponesi aperti in occidente, vengono aggiunti a sproposito, quasi per peggiorare la situazione.

“Un rotolo di sushi tipico contiene 290-350 calorie e parlando di carboidrati ha l’equivalente di quattro fette di pane – afferma la Dottoressa Beller – Un California roll (cioè del sushi arrotolato che contiene un piccolo pezzo di pesce, maionese e avocado) è uguale a due panini farciti con bastoncini di granchio, una scheggia di avocado e un po’ di verdura”.
Il principale colpevole è il riso, che compone il 75% del piatto: non è bollito in acqua e viene insaporito con aceto di riso; è dunque particolarmente ricco di carboidrati e zuccheri.
Quanto al pesce contenuto nei sushi roll, spesso si tratta di nient’altro che polpa di granchio, un composto di pesce pieno di coloranti e conservanti.
Si arriva al peggio, poi, quando si intinge il sushi nella salsa di soia, che praticamente equivale a sale liquido.
Un altro problema è che il sushi non sazia: le persone dotate di grande appetito non potranno trovare in queste piccole porzioni un riempimento per tutta la giornata.

Ma non è detto che chi è attento alla propria linea deve per forza di cose rinunciare al sushi. Può concederselo ogni tanto come ricompensa, oppure mangiarlo più spesso, ma con moderazione, e preferibilmente nelle sue varianti poco elaborate.

[Credit: ilMessaggero]