venerdì, 26 Aprile 2024

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38 anni le donne, 44 gli uomini. Ecco l’età in cui si prende peso

Le donne hanno più probabilità di ingrassare e aumentare di peso intorno ai 38 anni, mentre gli uomini verso i 44.

Queste sono le novità rivelate da un recente studio, che ha trovato il periodo di vita in cui – per uomini e donne – è più facile prendere peso. Magari è dovuto all’irregolarità dei pasti, allo stress, alla confidenza nelle relazioni e nei lunghi orari di lavoro, ma gli anni di maggior pericolo per le donne sono tra i 35 e i 40, mentre il 36% degli uomini ingrassa tra i 40 e i 45 anni.

Lo studio è stato svolto grazie a un sondaggio su 1.000 persone, per l’azienda di dieta Forza Supplementi, e le donne hanno evidenziato una serie di fattori per spiegare perché da 35 a 40 anni, statisticamente, aumentano di peso.
Al primo posto nelle motivazioni c’è la maternità, scelta dal 34 per cento delle intervistate, che hanno aggiunto che spesso si ritrovano a cenare due volte in un giorno – una volta con i loro figli e una volta con i loro partner, più tardi la sera tardi.
Il 32% delle donne hanno detto di aver messo su peso dopo il matrimonio, o comunque dopo una sistemazione con il partner a lungo termine.

Sull’altro lato della medaglia c’è il divorzio, considerato dagli uomini (il 22% dei soggetti studiati) una della principali cause dell’aumento della pancetta. L’età media in cui un uomo divorzia, nel Regno Unito, è di 40 a 44 anni, e uomini single sono più propensi a bere molto e mangiare fuori. Ecco spiegato il loro aumento di peso.
Tuttavia, il motivo più importante per lo spread di mezza età dell’uomo è il lavoro – sia per chi un lavoro non ce l’ha, sia per il 36 per cento di uomini che dice che di essere troppo occupato con la propria carriera per andare in palestra.

Lee Smith, amministratore delegato di Forza Supplementi ha detto: “Most don’t realise that as we age we need fewer calories, so to even maintain the same weight, we need to drop 200 calories per day”.
Ancora: “Men have a little longer, their bodies haven’t been disrupted by childbirth – spiega analizzando la differenza tra uomini e donne – But time catches up with them – it’s significant that the average age for weight gain corresponds with a very stressful point in a man’s life”.


[Credit: DailyMail]

Inventata la macchina capace di leggere le immagini dei sogni

Credit: ilginepro.info

La scienza arriva a tutto: ora è riuscita a creare una macchina capace di leggere i nostri sogni mentre dormiamo.
È un’invenzione in grado di ricostruire le immagini e i volti che ci appaiono quando siamo cullati dalle braccia di Morfeo, e visualizzarli su uno schermo.

Da qui poi il passo è breve, e si è subito pensato di poter utilizzare la nuova invenzione anche per consentire alla gente di ricostruire le immagini della loro memoria oltre che dei loro sogni, e ancora, di raccogliere le immagini di criminali dalla mente dei testimoni.
Alan Cowen, neuroscienziato presso la University of California ha detto: “I nostri metodi producono ricostruzioni neurali sorprendentemente accurate di volti. Questo rappresenta un approccio nuovo e promettente per indagare la percezione del viso, ma suggerisce anche strade per ricostruire ‘offline’ esperienze visive – tra sogni, ricordi e la fantasia”.

La macchina capace di leggere i sogni è stata testata su 6 volontari, ai quali sono state mostrate 300 facce mentre erano all’interno di uno scanner MRI; da qui poi in grado di analizzare in che modo il loro cervello ha risposto a decine di differenti caratteristiche del viso – come ad esempio l’avere i capelli biondi o gli occhi azzurri, l’essere di pelle scura o avere la barba la barba.
Quando gli scienziati avevano compilato un database di risposte, hanno mostrato ai volontari una nuova serie di facce e misurato loro reazione ad ogni immagine. Confrontando le seconde risposte al database, sono riusciti a ricostruire l’immagine che stavano guardando.

Il neuroscienziato Alan Cowen, e i suoi colleghi ricercatori, Brice Kuhl della New York University e il professor Marvin Chun di Yale, ritengono che l’estrazione di immagini facciali è il primo passo verso la produzione di tecnologia avanzata capace della lettura della mente.

“Something that looks like a high-definition movie of your dreams is not going to happen in the immediate future, but we have already seen improvements in the sensitivity of these methods” hanno detto i tre scienziati, aggiungendo anche che “it’s a matter of time, and eventually – maybe 200 years from now – we’ll have some way of reading inactive parts of the brain”.

[Credit: DailyMail]

Pasti abbondanti per tenere sotto controllo peso e glicemia

Al bando le privazioni: stando alle ultime scoperte in campo scientifico, una colazione nutriente ed un pranzo abbondante aiutano ben più di sei piccoli pasti al giorno a tenere sotto controllo il peso e i valori glicemici – un grosso beneficio senz’altro per i diabetici, ma anche per tutti quanti provino a dimagrire.

Dei ricercatori olandesi, nel corso dei loro studi, hanno infatti dimostrato che il consumo frequente di cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri aumenta i livelli di colesterolo e favorisce la concentrazione di adipe attorno alla vita – inconvenienti in cui invece non si incorre se si consumano pasti abbondanti. Le più recenti ricerche, condotte in Repubblica Ceca, hanno previsto il monitoraggio di 54 pazienti affetti da diabete, di età compresa tra i 30 e i 70 anni: ai soggetti esaminati è stato richiesto di seguire l’una tra due diete, ciascuna contenente 500 calorie in meno rispetto al quantitativo giornaliero raccomandato. Un gruppo di 27 persone, così, ha scelto di consumare sei piccoli pasti per tre mesi, mentre quelle appartenenti al secondo hanno preferito portate abbondanti a colazione e a pranzo. Frattanto, il team dei ricercatori ha analizzato i valori relativi ai grassi ingeriti, all’insulina e alle cellule beta presenti nel pancreas (che, appunto, producono insulina): lo studio – pubblicato nella rivista “Diabetologia” – ha così dimostrato che la perdita di peso registrata in entrambi i gruppi di pazienti era decisamente più evidente tra coloro che avevano scelto di consumare due pasti abbondanti al giorno. Questi, infatti, hanno perso 3,7 kg – contro i 2,3 di quelli che hanno consumato piccoli pasti lungo l’arco di tutta la giornata.

Lo studio ha riportato di significativi benefici anche per quanto riguarda i livelli di glucagone e di peptide C (proteina coinvolta nell’assimilazione dell’insulina) nel caso di coloro che hanno scelto i due abbondanti pasti quotidiani: risultati promettenti che andranno presto a essere supportati da ulteriori studi a lungo termine che potranno finalmente fornire indicazioni precise sulla frequenza da seguire nel consumo dei pasti.

Informarsi sul web, tra bufale e pseudoscienza

Nell’era dell’informazione, sviluppare una capacità critica medio alta è un meccanismo di difesa necessario, se non fondamentale, per la sopravvivenza razionale in rete.
Veniamo letteralmente bombardati da notizie di qualsiasi tipo, dai titoli più disparati studiati a puntino per catturare la nostra attenzione e soprattutto la nostra fiducia. Articoli, commenti o relazioni che con l’appoggio di presunti studi scientifici (che danno sempre una certa credibilità a qualsiasi cosa si scriva) sfornano ogni giorno nuove cure contro tutti i malesseri.

Sembra quasi che non ci si voglia rendere conto che le notizie, una volta buttate nel calderone virtuale, arrivano pur sempre a persone reali, in carne e ossa che possono riporre speranza e fiducia in notiziole che riguardano la loro salute. Al di là dello schermo ci sono persone appartenenti a qualsiasi livello sociale, culturale o intellettuale che sia. Persone esperte o meno esperte in campo medico o scientifico, persone più o meno scettiche.

Il cibo x fa venire il cancro” o “l’ingrediente y protegge dalle malattie cardiache” sono i classici titoli che scorrono davanti ai nostri occhi migliaia di volte. Si tratta di una vera e propria catena di disinformazione scientifica, costituita da notizie sensazionalistiche e ingigantite a proprio piacimento, spesso riprese da fonti non attendibili.

Notizie che, sfociando nell’incredibile, finiscono per convincere tantissime persone della veridicità di questi ‘studi rivoluzionari’. Farsi imbrogliare navigando in Internet o seguendo programmi televisivi è molto facile, così come è all’ordine del giorno credere a cose inesistenti o che sembrano vere, ma non sono tali.

Spesso l’inconsapevole desiderio che qualcosa di sensazionale sia finalmente accaduto (nell’ambito delle cure mediche o delle scoperte scientifiche) ci rendono più vulnerabili e propensi a credere a qualcosa che dovrebbe in realtà suscitare solo dubbi. Ecco che si finisce per credere alle diete più disparate, vegane o vegetariane, alle cure miracolose e a tutte quelle bufale o mezze verità in grado di mettere in dubbio tutto, con una grande leggerezza.

Si procede sulla scia del ‘Mi hanno detto che..‘, ‘l’ho letto lì..‘, ‘lo hanno detto su..‘, senza capire quale è la verità, se ne esiste una e soprattutto di chi ci possa veramente fidare. Non c’è quindi da meravigliarsi se si è sempre più confusi davanti a questo continuo bombardamento di informazioni.

I casi di disinformazione in Italia sono numerosi. Come non ricordare il metodo Stamina (presunto trattamento che sarebbe dovuto essere in grado di trasformare le cellule staminali mesenchimali in neuroni capaci di curare svariate malattie) che ha illuso tantissime persone, bocciato dal ministero della Salute e bollato infine come inconsistente e potenzialmente pericoloso.
Per non dimenticare poi l’ultimo servizio de Le Iene, andato in onda lo scorso 7 maggio, su alimentazione, tumori e altre malattie, in cui il programma ha nuovamente preso nel mirino la dieta vegana/vegetariana e i suoi presunti poteri anti-tumorali, portando a supporto della tesi The China Project. Si tratta di uno studio, considerato da molti esperti ricco di errori, forzature e incoerenze, quindi usato erroneamente per la fruizione di messaggi allarmanti.

E quindi, come è possibile capire i modi e gli approcci per svelare i tentativi di imbroglio? Come possono le persone incompetenti in materia capire la veridicità delle informazioni che percepiscono quotidianamente?

Esiste un gruppo composto da giovani studenti universitari, professori e giornalisti che si è mosso proprio in questo ambito, con il fine di sensibilizzare, ma soprattutto informare su come ci si debba orientare tra scienza e pseudoscienza, tra bufale e verità. Il progetto intitolato “La bufala è servita” è stato promosso da Italia Unita Per La Scienza e andrà in scena in tutta Italia dal 19 al 24 maggio.

Il loro obiettivo è quello di condividere la scienza non solo con gli appassionati o gli esperti in materia, ma anche e soprattutto con chi ne ha paura, con chi non si fida e non sa come comportarsi. Un modo questo per imparare a non allarmarsi davanti alla tv, per capire se chi parla è più o meno competente, per potersi fare una propria opinione davanti a una notizia, salvaguardando in primis la propria salute.